giovedì 13 aprile 2017

Amministratori: deducibili le spese di formazione e certificazione

L’articolo 5 del Jobs Act del lavoro autonomo amplia l’attuale regime di deducibilità, prevedendo l’integrale deduzione delle spese per l’iscrizione ai corsi di aggiornamento e per la certificazione.

Agevolazioni per i lavoratori autonomi, compresi gli amministratori di condominio. Il cosiddetto Jobs Act del lavoro autonomo, all’esame della commissione della camera, introduce alcune importanti modifiche per i professionisti possessori di partita Iva, che esercitano la loro opera ai sensi del Codice Civile.
In particolare, l’articolo 5 del testo interviene sull’aspetto fiscale, prevedendo la possibilità di dedurre integralmente, entro un tetto annuo di 10mila euro, le spese per la formazione, quindi iscrizioni a master, partecipazione a corsi di aggiornamento e convegni (attualmente la deduzione è pari al 50% dell’importo). Va tenuto conto che in tali spese sono da annoverare i costi di eventuali viaggi e trasferte, di vitto e di alloggio che l’amministratore dovesse trovarsi ad affrontare nel caso decidesse di seguire un corso di aggiornamento lontano dalla propria sede. Anche le spese sostenute per i servizi di certificazione delle competenze potranno essere dedotte in toto, a vantaggio di quegli amministratori che volessero intraprendere un percorso di certificazione che ne riconosca la professionalità, quale ad esempio la certificazione UNI 10801. Deducibili al 100% saranno infine i servizi di orientamento e di sostegno all’autoimprenditorialità, i costi per l’assicurazione contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro e le spese sostenute direttamente dall’amministratore per l’esecuzione di un incarico.
Il documento rende inoltre prive di effetto le clausole che concordano termini di pagamento oltre 60 giorni dalla consegna della fattura al cliente.
  • Iter
Il Ddl Jobs Act autonomi è stato proposto dalla Commissione Lavoro con firmatario il presidente Maurizio Sacconi. Dopo il lasciapassare ottenuto ad agosto 2016 da parte della Commissione Lavoro del Senato, è stato discusso a ottobre nella consultazione definitiva dell’Aula di Palazzo Madama, ma ha poi subito un freno per via della crisi del governo Renzi. L’obiettivo è dunque l’approvazione della legge da parte dei due rami del Parlamento, prima che si interrompa l’attuale legislatura.
  • Tutele 
Non solo agevolazioni fiscali. Tra le novità apportate, ce ne sono anche sul fronte delle tutele. Le donne riceveranno l’indennità di maternità anche se decideranno di continuare a lavorare (viene meno così l’attuale astensione obbligatoria); e i mesi di congedo parentale fruibili entro i primi tre anni di vita del bambino passeranno da tre a sei mesi. Inoltre, il Ddl introduce (fino ad un massimo di due anni) il diritto alla sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, per malattie o infortuni gravi che impediscono di lavorare per oltre 60 giorni. Finalità del Ddl è tendere la mano all’ampia categoria dei lavoratori indipendenti che, soprattutto in tempi di crisi come gli ultimi anni, è stata penalizzata dall’assenza di una protezione sociale specifica.

di Vincenzo Di Domenico
Segretario SACI

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