TITOLO VI
ARRESTO IN FLAGRANZA E FERMO
Art. 379. Determinazione della pena.
1. Agli effetti delle disposizioni di questo titolo, la pena è determinata a norma dell'articolo 278.
Art. 380. Arresto obbligatorio in flagranza.
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono
all’arresto di chiunque è colto in flagranza di un delitto non colposo consumato
o tentato per il quale la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della
reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti
anni.
2. Anche fuori dei casi previsti dal comma 1, gli ufficiali e gli
agenti di polizia giudiziaria procedono all’arresto di chiunque è colto in
flagranza di uno dei seguenti delitti non colposi, consumati o tentati:
a) delitti contro la personalità dello Stato previsti nel
titolo I del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della
reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci
anni;
b) delitto di devastazione e saccheggio previsto dall’articolo
419 del codice penale;
c) delitti contro l’incolumità pubblica previsti nel titolo VI
del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della reclusione
non inferiore nel minimo a tre anni o nel massimo a dieci anni;
d) delitto di riduzione in schiavitù previsto dall’articolo
600, delitto di prostituzione minorile previsto dall’articolo 600bis, primo
comma, delitto di pornografia minorile previsto dall’articolo 600ter, commi
primo e secondo, anche se relativo al materiale pornografico di cui all’articolo
600quater. 1, e delitto di iniziative turistiche volte allo sfruttamento della
prostituzione minorile previsto dall’articolo 600quinquies del codice
penale;
d-bis) delitto di violenza sessuale previsto dall’articolo
609bis, escluso il caso previsto dal terzo comma, e delitto di violenza sessuale
di gruppo previsto dall’articolo 609octies del codice penale;
d-ter) delitto di atti sessuali con minorenne di cui
all’articolo 609quater, primo e secondo comma, del codice penale ;
e) delitto di furto quando ricorre la circostanza aggravante
prevista dall’articolo 4 della legge 8 agosto 1977, n. 533 o taluna delle
circostanze aggravanti previste dall’articolo 625, primo comma, numeri 2), prima
ipotesi, 3) e 5), del codice penale, salvo che ricorra, in questi ultimi casi,
la circostanza attenuante di cui all’articolo 62, primo comma, numero 4), del
codice penale;
e-bis) delitti di furto previsti dall’articolo 624bis del
codice penale, salvo che ricorra la circostanza attenuante di cui all’articolo
62, primo comma, numero 4), del codice penale;
f) delitto di rapina previsto dall’articolo 628 del codice
penale e di estorsione previsto dall’articolo 629 del codice penale;
f-bis) delitto di ricettazione, nell'ipotesi aggravata di cui
all'articolo 648, primo comma, secondo periodo, del codice penale;
g) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello
Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto
al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di
armi clandestine, nonché di più armi comuni da sparo, escluse quelle previste
dall’articolo 2, comma terzo, della legge 18 aprile 1975, n. 110;
h) h) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope puniti
a norma dell' articolo 73 del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, salvo che per i
delitti di cui al comma 5 del medesimo articolo));
i) delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione
dell’ordine costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena della
reclusione non inferiore nel minimo a quattro anni o nel massimo a dieci
anni;
l) delitti di promozione, costituzione, direzione e
organizzazione delle associazioni segrete previste dall’articolo 1 della legge
25 gennaio 1982 n. 17, delle associazioni di carattere militare previste
dall’articolo 1 della legge 17 aprile 1956 n. 561, delle associazioni, dei
movimenti o dei gruppi previsti dagli articoli 1 e 2 della legge 20 giugno 1952,
n. 645, delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui
all’articolo 3 comma 3, della legge 13 ottobre 1975, n. 654;
l-bis) delitti di partecipazione, promozione, direzione ed
organizzazione della associazione di tipo mafioso prevista dall’articolo 416bis
del codice penale;
l-ter) delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e
di atti persecutori, previsti dall'articolo 572 e dall'articolo
612-bis del codice penale;
m) delitti di promozione, direzione, costituzione e
organizzazione della associazione per delinquere prevista dall’articolo 416
commi 1 e 3 del codice penale, se l’associazione è diretta alla commissione di
più delitti fra quelli previsti dal comma 1 o dalle lettere a), b), c), d),
f), g), i) del presente comma;
m-bis) delitti di fabbricazione, detenzione o uso di documento di identificazione falso previsti dall'articolo 497-bis
del codice penale;
m-ter) delitti di promozione, direzione, organizzazione, finanziamento o effettuazione di trasporto di persone ai fini dell'ingresso
illegale nel territorio dello Stato, di cui all'articolo 12, commi 1 e 3, del
testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto
legislativo 25 luglio
1998, n. 286, e successive modificazioni.
3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela , l’arresto in
flagranza è eseguito se la querela viene proposta, anche con dichiarazione resa
oralmente all’ufficiale o all’agente di polizia giudiziaria presente nel luogo.
Se l’avente diritto dichiara di rimettere la querela, l’arrestato è posto
immediatamente in libertà.
Art. 381. Arresto facoltativo in flagranza.
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria hanno facoltà di arrestare chiunque è colto in flagranza di un delitto non colposo, consumato o tentato, per il quale la legge stabilisce la pena della reclusione superiore nel massimo a tre anni ovvero di un delitto colposo per il quale la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni.
2. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria hanno altresì facoltà di arrestare chiunque è colto in flagranza di uno dei seguenti delitti:
a) peculato mediante profitto dell'errore altrui previsto dall'articolo 316 del codice penale;
b) corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio prevista dagli articoli 319 comma 4 e 321 del codice penale;
c) violenza o minaccia a un pubblico ufficiale prevista dall'articolo 336 comma 2 del codice penale;
d) commercio e somministrazione di medicinali guasti e di sostanze alimentari nocive previsti dagli articoli 443 e 444 del codice penale;
e) corruzione di minorenni prevista dall'articolo 530 del codice penale;
f) lesione personale prevista dall'articolo 582 del codice penale;
f-bis) violazione di domicilio prevista dall’art. 614, primo e secondo comma, del codice penale;
g) furto previsto dall'articolo 624 del codice penale;
h) danneggiamento aggravato a norma dell'articolo 635 comma 2 del codice penale;
i) truffa prevista dall'articolo 640 del codice penale;
l) appropriazione indebita prevista dall'articolo 646 del codice penale;
l-bis) offerta, cessione o detenzione di materiale pornografico previste dagli articoli 600-ter, quarto comma, e 600-quater del codice penale, anche se relative al materiale pornografico di cui all'articolo 600-quater.1 del medesimo codice;
m) alterazione di armi e fabbricazione di esplosivi non riconosciuti previste dagli articoli 3 e 24 comma 1 della legge 18 aprile 1975, n. 110;
m-bis) (abrogata)
m-ter) falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, prevista dall’articolo 495 del codice penale;
m-quater) fraudolente alterazioni per impedire l’identificazione o l’accertamento di qualità personali, previste dall’articolo 495-ter del codice penale.
3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela, l'arresto in flagranza può essere eseguito se la querela viene proposta, anche con dichiarazione resa oralmente all'ufficiale o all'agente di polizia giudiziaria presente nel luogo.
Se l'avente diritto dichiara di rimettere la querela, l'arrestato è posto immediatamente in libertà.
4. Nelle ipotesi previste dal presente articolo si procede all'arresto in flagranza soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero dalla pericolosità del soggetto desunta dalla sua personalità o dalle circostanze del fatto.
4-bis. Non è consentito l'arresto della persona richiesta di fornire informazioni dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero per reati concernenti il contenuto delle informazioni o il rifiuto di fornirle.
Art. 382. Stato di flagranza.
1. E' in stato di flagranza chi viene colto nell'atto di commettere il reato ovvero chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da altre persone ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima.
2. Nel reato permanente lo stato di flagranza dura fino a quando non è
cessata la permanenza.
Art. 383. Facoltà di arresto da parte dei privati.
1. Nei casi previsti dall'articolo 380 ogni persona è autorizzata a procedere all'arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio.
2. La persona che ha eseguito l'arresto deve senza ritardo consegnare l'arrestato e le cose costituenti il corpo del reato alla polizia giudiziaria la quale redige il verbale della consegna e ne rilascia copia.
Art. 384. Fermo di indiziato di delitto.
1. Anche fuori dei casi di flagranza, quando sussistono specifici elementi che, anche in relazione alla impossibilità di identificare l'indiziato, fanno ritenere fondato il pericolo di fuga, il pubblico ministero dispone il fermo della persona gravemente indiziata di un delitto per il quale la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a due anni e superiore nel massimo a sei anni ovvero di un delitto concernente le armi da guerra e gli esplosivi o di un delitto commesso per finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico.
2. Nei casi previsti dal comma 1 e prima che il pubblico ministero abbia assunto la direzione delle indagini, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono al fermo di propria iniziativa.
3. La polizia giudiziaria procede inoltre al fermo di propria iniziativa qualora sia successivamente individuato l'indiziato ovvero sopravvengono specifici elementi, quali il possesso di documenti falsi, che rendano fondato il pericolo che l'indiziato sia per darsi alla fuga e non sia possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del pubblico ministero.
Art. 384-bis. Allontanamento d'urgenza dalla casa familiare.
1. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria hanno facoltà di disporre, previa autorizzazione del pubblico ministero, scritta,
oppure resa oralmente e confermata per iscritto, o per via telematica, l'allontanamento urgente dalla casa familiare con il
divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, nei confronti di chi e' colto in flagranza dei
delitti di cui all'articolo 282-bis, comma 6, ove sussistano fondati motivi per ritenere che le condotte criminose possano essere
reiterate ponendo in grave ed attuale pericolo la vita o l'integrità fisica o psichica della persona offesa. La polizia giudiziaria
provvede senza ritardo all'adempimento degli obblighi di informazione previsti dall'articolo 11 del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11,
convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, e successive modificazioni.
2. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni di cui agli articoli 385 e seguenti del presente titolo. Si osservano le
disposizioni di cui all'articolo 381, comma 3. Della dichiarazione orale di querela si dà atto nel verbale delle operazioni di
allontanamento.
Art. 385. Divieto di arresto o di fermo in determinate circostanze.
1. L'arresto o il fermo non è consentito quando, tenuto conto delle circostanze del fatto, appare che questo è stato compiuto nell'adempimento di un dovere o nell'esercizio di una facoltà legittima ovvero in presenza di una causa di non punibilità.
Art. 386. Doveri della polizia giudiziaria in caso di arresto o di fermo.
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che hanno
eseguito l'arresto o il fermo o hanno avuto in consegna l'arrestato,
ne danno immediata notizia al pubblico ministero del luogo ove
l'arresto o il fermo e' stato eseguito. Consegnano all'arrestato o al
fermato una comunicazione scritta, redatta in forma chiara e precisa
e, se questi non conosce la lingua italiana, tradotta in una lingua a
lui comprensibile, con cui lo informano:
a) della facolta' di nominare un difensore di fiducia e di essere
ammesso al patrocinio a spese dello Stato nei casi previsti dalla
legge;
b) del diritto di ottenere informazioni in merito all'accusa;
c) del diritto all'interprete ed alla traduzione di atti
fondamentali;
d) del diritto di avvalersi della facolta' di non rispondere;
e) del diritto di accedere agli atti sui quali si fonda l'arresto
o il fermo;
f) del diritto di informare le autorita' consolari e di dare
avviso ai familiari;
g) del diritto di accedere all'assistenza medica di urgenza;
h) del diritto di essere condotto davanti all'autorità
giudiziaria per la convalida entro novantasei ore dall'avvenuto
arresto o fermo;
i) del diritto di comparire dinanzi al giudice per rendere
l'interrogatorio e di proporre ricorso per cassazione contro
l'ordinanza che decide sulla convalida dell'arresto o del fermo.
1-bis. Qualora la comunicazione scritta di cui al comma 1 non sia
prontamente disponibile in una lingua comprensibile all'arrestato o
al fermato, le informazioni sono fornite oralmente, salvo l'obbligo
di dare comunque, senza ritardo, comunicazione scritta all'arrestato
o al fermato.
2. Dell'avvenuto arresto o fermo gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria informano immediatamente il difensore di fiducia eventualmente nominato ovvero quello di ufficio designato dal pubblico ministero a norma dell'articolo 97.
3. Qualora non ricorra l'ipotesi prevista dall' articolo 389, comma
2, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongono
l'arrestato o il fermato a disposizione del pubblico ministero al
piu' presto e comunque non oltre ventiquattro ore dall'arresto o dal
fermo. Entro il medesimo termine trasmettono il relativo verbale,
anche per via telematica, salvo che il pubblico ministero autorizzi
una dilazione maggiore. Il verbale contiene l'eventuale nomina del
difensore di fiducia, l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo
in cui l'arresto o il fermo e' stato eseguito e l'enunciazione delle
ragioni che lo hanno determinato nonche' la menzione dell'avvenuta
consegna della comunicazione scritta o dell'informazione orale
fornita ai sensi del comma 1-bis.
4. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongono l'arrestato o il fermato a disposizione del pubblico ministero mediante la conduzione nella casa circondariale o mandamentale del luogo dove l'arresto o il fermo è stato eseguito, salvo quanto previsto dall'articolo 558.
5. Il pubblico ministero può disporre che l'arrestato o il fermato sia custodito, in uno dei luoghi indicati nel comma 1 dell'articolo 284 ovvero, se ne possa derivare grave pregiudizio per le indagini, presso altra casa circondariale o mandamentale.
6. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria trasmettono il verbale di fermo anche al pubblico ministero che lo ha disposto, se diverso da quello indicato nel comma 1.
7. L'arresto o il fermo diviene inefficace se non sono osservati i termini previsti dal comma 3.
Art. 387. Avviso dell'arresto o del fermo ai familiari.
1. La polizia giudiziaria, con il consenso dell'arrestato o del fermato, deve senza ritardo dare notizia ai familiari dell'avvenuto arresto o fermo.
Art. 388. Interrogatorio dell'arrestato o del fermato.
1. Il pubblico ministero può procedere all'interrogatorio dell'arrestato o del fermato, dandone tempestivo avviso al difensore di fiducia ovvero, in mancanza, al difensore di ufficio.
2. Durante l'interrogatorio, osservate le forme previste dall'articolo 64, il pubblico ministero informa l'arrestato o il fermato del fatto per cui si procede e delle ragioni che hanno determinato il provvedimento comunicandogli inoltre gli elementi a suo carico e, se non può derivarne pregiudizio per le indagini, le fonti.
Vai all'art. 388 del codice di procedura penale commentato
Art. 389. Casi di immediata liberazione dell'arrestato o del fermato.
1. Se risulta evidente che l'arresto o il fermo è stato eseguito per errore di persona o fuori dei casi previsti dalla legge o se la misura dell'arresto o del fermo è divenuta inefficace a norma degli articoli 386 comma 7 e 390 comma 3, il pubblico ministero dispone con decreto motivato che l'arrestato o il fermato sia posto immediatamente in libertà.
2. La liberazione è altresì disposta prima dell'intervento del pubblico ministero dallo stesso ufficiale di polizia giudiziaria, che ne informa subito il pubblico ministero del luogo dove l'arresto o il fermo è stato eseguito.
Art. 390. Richiesta di convalida dell'arresto o del fermo.
1. Entro quarantotto ore dall'arresto o dal fermo il pubblico ministero, qualora non debba ordinare la immediata liberazione dell'arrestato o del fermato , richiede la convalida al giudice per le indagini preliminari competente in relazione al luogo dove l'arresto o il fermo è stato eseguito.
2. Il giudice fissa l'udienza di convalida al più presto e comunque entro le quarantotto ore successive dandone avviso, senza ritardo, al pubblico ministero e al difensore.
3. L'arresto o il fermo diviene inefficace se il pubblico ministero non osserva le prescrizioni del comma 1.
3-bis. Se non ritiene di comparire, il pubblico ministero trasmette al giudice, per l'udienza di convalida, le richieste in ordine alla libertà
personale con gli elementi su cui le stesse si fondano.
Art. 391. Udienza di convalida.
1. L'udienza di convalida si svolge in camera di consiglio con la
partecipazione necessaria del difensore dell'arrestato o del fermato.
2. Se il difensore di fiducia o di ufficio non e' stato reperito o
non e' comparso, il giudice provvede a norma dell'articolo 97 comma
4. Il giudice altresi', anche d'ufficio, verifica che all'arrestato
o al fermato sia stata data la comunicazione di cui all'articolo 386,
comma 1, o che comunque sia stato informato ai sensi del comma 1-bis
dello stesso articolo, e provvede, se del caso, a dare o a completare
la comunicazione o l'informazione ivi indicate.
3. Il pubblico ministero, se comparso, indica i motivi dell'arresto
o del fermo e illustra le richieste in ordine alla liberta'
personale. Il giudice procede quindi all'interrogatorio
dell'arrestato o del fermato, salvo che questi non abbia potuto o si
sia rifiutato di comparire; sente in ogni caso il suo difensore.
4. Quando risulta che l'arresto o il fermo e' stato legittimamente
eseguito e sono stati osservati i termini previsti dagli articoli 386
comma 3 e 390 comma 1, il giudice provvede alla convalida con
ordinanza. Contro l'ordinanza che decide sulla convalida, il pubblico
ministero e l'arrestato o il fermato possono proporre ricorso per
cassazione.
5. Se ricorrono le condizioni di applicabilità previste
dall'articolo 273 e taluna delle esigenze cautelari previste
dall'articolo 274, il giudice dispone l'applicazione di una misura
coercitiva a norma dell'articolo 291. Quando l'arresto e' stato
eseguito per uno dei delitti indicati nell'articolo 381, comma 2,
ovvero per uno dei delitti per i quali e' consentito anche fuori dai
casi di flagranza, l'applicazione della misura e' disposta anche al
di fuori dei limiti di pena previsti dagli articoli 274, comma 1,
lettera c), e 280.
6. Quando non provvede a norma del comma 5, il giudice dispone con
ordinanza la immediata liberazione dell'arrestato o del fermato.
7. Le ordinanze previste dai commi precedenti, se non sono
pronunciate in udienza, sono comunicate o notificate a coloro che
hanno diritto di proporre impugnazione. Le ordinanze pronunciate in
udienza sono comunicate al pubblico ministero e notificate
all'arrestato o al fermato, se non comparsi. I termini per
l'impugnazione decorrono dalla lettura del provvedimento in udienza
ovvero dalla sua comunicazione o notificazione. L'arresto o il fermo
cessa di avere efficacia se l'ordinanza di convalida non è
pronunciata o depositata nelle quarantotto ore successive al momento
in cui l'arrestato o il fermato e' stato posto a disposizione del
giudice.
Consulta il Codice di procedura penale:
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