venerdì 2 settembre 2016

Speciale terremoto: perché il palazzo rosso è rimasto in piedi

Ha fatto impressione vedere un isolato completamente raso al suolo, e quel palazzo rosso perfettamente in piedi. C'è da discutere sicuramente molto sul fatto che sia stato permesso di costruire una struttura in cemento armato così alta nel centro storico di Amatrice, ma le persone che vivevano al proprio interno hanno avuto tutte salva la vita.

Facciamo una premessa ingegneristica: un terremoto si trasforma in una forza orizzontale che agisce sulla struttura, esattamente al baricentro delle masse. La struttura dal canto suo, risponde con una forza uguale e opposta, applicata al centro delle rigidezze della struttura. Se questi due punti coincidono non si ha momento torsionale, altrimenti questo c'è e la struttura deve essere in grado di rispondere.

Cosa s'intende per risposta strutturale? Come la struttura di un edificio è in grado di rispondere all'evento sismico, cioè come riesce a sopportare tutte le forze che si vengono a generare all'interno degli elementi strutturali (siano essi pareti portanti o elementi in cemento armato).



Tornando al titolo dell'articolo, c'è da fare un'ulteriore premessa importante. Una struttura più ampia è più è in grado di deformarsi prima di collassare: questo vuol dire che ci sarà una trave che arriva a fessurarsi per prima, poi un'altra, finché l'ultima non si fessura, dopodiché la prima arriverà a rottura e di conseguenza le altre fino all'ultima, finché la struttura non arriva a crollare. Questo vuol dire che più travi e pilastri ci sono, più elementi si possono danneggiare, più tempo e forza sismica dovranno occorrere prima che la struttura collassi. 

L'edificio in questione, un edificio rosso con struttura in cemento armato, di abbastanza recente costruzione, avrà sicuramente al suo interno delle travi danneggiate e ingegneri strutturali dovranno verificare se potranno essere consolidate o si dovrà procedere all'abbattimento della struttura. Il gran numero di elementi strutturali ha fatto sì che si potesse danneggiare molto ma non crollare. Difatti la normativa attuale, le NTC 2008 (Norme Tecniche delle Costruzioni), prevede che il periodo di ritorno dell'evento sismico di una struttura normale sia di poco inferiore ai 500 anni, questo calcolato su base statistica. Poche case durano così a lungo nel tempo, ma se il destino vuole che nella loro vita devono sopportare l'evento sismico previsto, queste non devono collassare su loro stesse, ma si dovranno danneggiare al punto che saranno ricostruite ma le persone al loro interno potranno uscire con le loro gambe e avranno salva la vita.

Quello che è successo con il palazzo rosso è proprio questo, sicuramente sarà danneggiato ma non le persone al loro interno che hanno avuto salva la vita. Se la struttura è in cemento armato o in muratura portante, le cose con cambiano, cambiano i calcoli e i concetti strutturali, ma la base è sempre la stessa.  

Una cosa importante, che la normativa non prevede, ma viene lasciata all'esperienza, sono le finiture: se cementi armati, murature portanti, acciaio, fondazioni, sono soggette a precisi calcoli e da una precisa prassi edilizia, i muri di tamponatura, i controssoffiti, e tutto ciò che non è strutturale, è lasciato all'esperienza di chi esegue i lavori. Questo vuol dire che se l'edificio meglio calcolato a livello strutturale, non ha le pareti di tamponatura abbastanza spesse e ben ammorsate, queste potranno ribaltasi e creare un danno (come si è già visto) alla vita delle persone nei pressi dell'abitazione.


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