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martedì 31 ottobre 2017

30 OTTOBRE 2016, MAGNITUDO 6.5: a un anno dal sisma che sconvolse Norcia il parere dei geologi



Il 30 ottobre il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine dei Geologi delle Marche organizzano una giornata di studio per trarre un bilancio un anno dopo la scossa più forte che ha interessato l’Italia centrale e per fare il punto sulla ricostruzione post-terremoto
Il 30 ottobre 2016 alle ore 07:40 l’Italia centrale è stata colpita da un intenso sisma di magnitudo 6.5 con epicentro tra i comuni di Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Preci (al confine tra Umbria, Marche e Lazio). Viene classificata come la scossa più forte in Italia dal terremoto che rase al suolo l’Irpinia nel 1980 ed è uno dei quattro principali eventi sismici che hanno interessato l’Italia centrale tra il 2016 e il 2017.
Per non dimenticare; per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto (e non) un anno dopo il sisma; e per fare il punto sulla ricostruzione post-terremoto, il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine dei Geologi delle Marche organizzano una giornata di studio dal titolo: “30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma” che avrà luogo lunedì 30 ottobre 2017 dalle ore 09:30 alle 18:00 presso l’Auditorium Mons. Silvano Montevecchi di Ascoli Piceno (Viale delle Rimembranze, 34).
Al convegno parteciperanno esperti del settore: Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi; Piero Farabollini, Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche; Raffaele Nardone, Tesoriere CNG; Adriana Cavaglià, Consigliere CNG; Carlo Doglioni, Presidente INGV; Alfiero Moretti, Dirigente Reggente Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma 2016 Regione Umbria; Italo Giulivo, Direttore Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la previsione e la prevenzione dei rischi – Dipartimento della Protezione Civile; Fabrizio Galluzzo dell’ISPRA; Gilberto Pambianchi, Presidente Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia; Floriana Pergalani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso il Politecnico di Milano e componente del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue Applicazioni; Cesare Spuri, Direttore Ufficio Speciale Ricostruzione post sisma 2016 della Regione Marche. Presenti numerose personalità politiche: Luca Ceriscioli, Presidente Regione Marche; Guido Castelli, Sindaco Ascoli Piceno; Fabiola Anitori, Componente XIII Commissione Permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali al Senato della Repubblica. Nella tarda mattinata si svolgerà la tavola rotonda moderata dalla giornalista del TG1 Barbara Capponi, nella quale interverranno anche Daniele Mercuri, Vice Presidente Ordine dei Geologi Regione Marche; Arcangelo Francesco Violo, Segretario nazionale CNG; Nicola Tullo, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo; Roberto Troncarelli, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Lazio e Filippo Guidobaldi, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Umbria.
L’incontro sarà un’occasione importante per dibattere, insieme a numerosi esperti e a personalità istituzionali, sulla necessità di un’adeguata pianificazione territoriale e urbanistica che si basi sui concetti della prevenzione dei rischi geologici e della convivenza con questi ultimi. L’evento sismico ha, infatti, ancora una volta, messo in evidenza come le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, oltre alla tipologia edilizia, che nell’area del cratere derivano da una stratificazione urbanistica iniziata dall’epoca medioevale, siano stati fattori determinati dell’elevato grado di danneggiamento. Nel corso della giornata saranno consegnati gli attestati di merito ai geologi che hanno partecipato alle attività di supporto al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per la gestione e il superamento dell’emergenza sismica del Centro Italia 2016 – 2017.
Clicca qui per visualizzare il Programma del Convegno
Ascoli Piceno, 26 ottobre 2017
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30 OTTOBRE 2016, magnitudo 6.5: a un anno dal sisma il punto dei geologi



Il monito arriva nel giorno dell’anniversario dalla scossa più forte che ha colpito l’Italia centrale: la prevenzione è la sola strada percorribile, aumentiamo la messa in sicurezza degli edifici in cui viviamo per evitare altre tragedie
“Il convegno vuole essere un momento di riflessione, per fare il punto a un anno di distanza, per non dimenticare, per parlare di ricostruzione e per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto e non, anche riguardo ai temi della prevenzione e della convivenza con il rischio sismico”. Con queste parole, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, ricorda l’anniversario del sisma che ha colpito il Centro Italia il 30 ottobre dell’anno scorso, intervenendo in occasione del Convegno “30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dall’Ordine dei Geologi delle Marche, che si tiene lunedì 30 ottobre 2017 presso l’Auditorium Mons. Silvano Montevecchi di Ascoli Piceno.
“Georischi e prevenzione dovrebbero essere sempre al centro dell’agenda di governo, – aggiunge Peduto – invece siamo il Paese in cui negli ultimi 150 anni si sono susseguite ben trenta leggi sul corretto costruire, emanate sempre a seguito di eventi calamitosi, ma ogni nuovo terremoto si trasforma sempre in catastrofe: sembra paradossale ma in Italia la prevenzione è ancora solo un auspicio. È vero che nel nostro Paese è presente un costruito storico immenso e, spesso, anche di pregio, ma non possiamo utilizzarlo sempre come scusante per i ritardi accumulati nelle azioni e nelle misure da mettere in atto. Le misure per la prevenzione, però, non sono più derogabili, per questo ora dalle forze politiche dobbiamo pretendere impegni precisi e concreti: siamo in scadenza di legislatura, vediamo chi si impegnerà davvero a portare avanti questi temi” denuncia il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
A rimarcare l’importanza del tema della prevenzione è anche Piero Farabollini, Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche: “La cultura della prevenzione dal rischio sismico si traduce nell’affrontare adeguatamente il problema della sicurezza dei nostri edifici. Conoscere e affrontare il problema non significa sapere quando arriverà il prossimo terremoto, ma piuttosto aumentare la sicurezza delle strutture, perché è sotto il crollo degli edifici che contiamo i nostri morti. E poiché in Italia si registrano mediamente alcune migliaia di terremoti l’anno, la prevenzione è la sola strada percorribile, sin quando la scienza non saprà fornire la tanto attesa risposta di un’attendibile previsione”. “La prevenzione non ha bisogno della previsione, ma di governi e uomini illuminati, che abbiano un’idea di futuro del Paeseovviamente senza condoni e senza condanne” conclude il Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche.
Al Convegno prendono parte esperti del settore: Raffaele Nardone, Tesoriere CNG; Adriana Cavaglià, Consigliere CNG; Carlo Doglioni, Presidente INGV; Alfiero Moretti, Dirigente Reggente Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma 2016 Regione Umbria; Italo Giulivo, Direttore Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la previsione e la prevenzione dei rischi – Dipartimento della Protezione Civile; Fabrizio Galluzzo dell’ISPRA; Gilberto Pambianchi, Presidente Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia; Floriana Pergalani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso il Politecnico di Milano e componente del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue Applicazioni; Cesare Spuri, Direttore Ufficio Speciale Ricostruzione post sisma 2016 della Regione Marche. Presenti numerose personalità politiche: Anna Casini, Vice Presidente Regione Marche; Guido Castelli, Sindaco Ascoli Piceno; Fabiola Anitori, Componente XIII Commissione Permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali al Senato della Repubblica; Maurizio Mangialardi, Presidente A.N.C.I. Marche e Sindaco di Senigallia. Nella tarda mattinata si svolge la tavola rotonda moderata dalla giornalista del TG1 Barbara Capponi, nella quale intervengono anche Daniele Mercuri, Vice Presidente Ordine dei Geologi Regione Marche; Arcangelo Francesco Violo, Segretario nazionale CNG; Nicola Tullo, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo; Roberto Troncarelli, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Lazio e Filippo Guidobaldi, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Umbria.
Ascoli Piceno, 30 ottobre 2017

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lunedì 25 settembre 2017

Legge Emergenza post evento di crisi

Questa è una riflessione di carattere tecnico-politico riguardo a quello che avviene nell'immediato post-evento di crisi, che sia alluvione o terremoto. Il problema centrale sono spesso i poteri che mancano, e che le situazioni di emergenza richiederebbero. Per questo si è creata la figura del Comissario Straordinario, una figura che ha compiti di governo della situazione. Ma cosa avviene in realtà? Oggi abbiamo visto tutti la signora Giuseppa Fattoni, la 95 enne di Fiastra, comune colpito  dagli eventi sismici dello scorso anno, a cui le figlie hanno costruito una casa prefabbricata. Gli è arrivato l'ordine di demolizione e di sgombero perché non è stata richiesta l'Autorizzazione Paesaggistica. Questo strumento, come tanti altri, è stato inserito perché non si verifichino più delle mostruosità che deturpano l'ambiente, rovinando e inquinando. Ma c'è un limite importante che dovrebbe essere imposto: l'ambiente, il panorama, sono importanti, ma la vita delle persone è più importante. 

L'opinione pubblica si è mossa sconcertata: una signora di 95 anni, che ha avuto la casa distrutta dal terremoto, a cui le figlie hanno costruito una casetta in legno in mezzo ai boschi, deve essere mandata via di casa perché manca un'autorizzazione? L'opinione pubblica ha fatto muovere i politici, che adesso hanno promesso la 'grazia' alla signora Peppina. Ma visto che l'emergenza casa è prioritaria nell'emergenza post-evento, e che veramente le persone ci muoiono sotto le tende dove sono confinate, non si dovrebbe provvedere a legiferare uno strumento dovuto all'urgenza per cui alcuni tipi di strutture, con alcune caratteristiche, al di sotto di una certa metratura, possano essere liberamente costruite in caso di emergenza? Con qualche decina di migliaia di euro un prefabbricato decente, con quello che basta a vivere lo si può avere.

Ma come fare tutto questo? La nostra Costituzione ha istituito il Decreto Legge, uno strumento legislativo che il Governo può adottare senza il parere preventivo del Parlamento per quelle situazioni che hanno carattere di urgenza. Oggi di questo strumento il Governo abusa, e il Parlamento e il Presidente della Repubblica accettano questo. Il Decreto Legge è oggi abusato dal Governo, quasi nella totarietà delle occasioni: addirittura è stato fatto il Decreto Mille Proroghe, che rinnova a forza una serie di Decreti messi lì: una sorta di forzatura da parte del potere Esecutivo su quello Legislativo. Questo provoca la creazione di nuove leggi, che poi vengono modificate dopo pochi mesi, per poi essere sistemate con una nuova legge: questo provoca un'enormità di norme, che mandano in confusione ogni aspetto sociale, politico, giuridico, tributario, tecnico, ... della Repubblica.

Ha senso avere questo strumento legislativo? Certo! In caso di emergenza il Governo può e deve intervenire nell'immediato: il giorno dopo il sisma de L'Aquila il governo Berlusconi, per Decreto Legge, concesse alla Protezione Civile la somma di 1 miliardo di euro per intervenire, e così avvenne, in pochi mesi vennero realizzate case per tutti, nessuno escluso.

Amatrice? I soldi sono spariti? NI! Sono stati realizzati tanti progetti ma nessuno ad Amatrice. Forse quando realizzavano gli spot televisivi avrebbero dovuto essere più chiari, perché in tanti abbiamo donato per amatrice e non per gli altri! Poi tecnicamente la cifra raccolta era irrisoria, 33 milioni. Per fare le case per tutti e ricostruire non sarebbero bastati 3 miliari probabilmente. Da considerare anche che il Governo non ha lasciato tutti i soldi necessari, ma li ha dati piano piano.... 

Insomma, se i soldi non ce li vuole mettere lo Stato, almeno possa concedere ai privati di avere una casa, mettendo da parte alcuni dispositivi legislativi che non hanno carattere di urgenza. 























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martedì 8 agosto 2017

AGENZIA DELLE ENTRATE: Una nuova agevolazione se la “prima casa” diventa inagibile a causa del sisma

Il proprietario di un immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa”, dichiarato inagibile con provvedimento delle autorità competenti, può fruire nuovamente del beneficio per l’acquisto di una nuova abitazione. È il chiarimento fornito dalla risoluzione n. 107/E, pubblicata oggi, con cui l’Agenzia risponde all’interpello di un contribuente interessato dagli eventi sismici dell’agosto e dell’ottobre del 2016. 



Il quesito oggetto dell’interpello - In particolare, la risoluzione risponde al caso specifico di un contribuente che, beneficiando delle agevolazioni “prima casa”, aveva acquistato un immobile abitativo dichiarato successivamente inagibile, con ordinanza del sindaco, a causa degli eventi sismici intervenuti nell’agosto e nell’ottobre del 2016. Il contribuente ha chiesto, quindi, chiarimenti all’Agenzia sulla possibilità di acquistare una nuova abitazione fruendo nuovamente del beneficio “prima casa”. 



I chiarimenti dell’Agenzia - Con la risoluzione di oggi l’Agenzia precisa che l’agevolazione “prima casa” per un nuovo acquisto può essere riconosciuta al proprietario di un altro immobile acquistato già fruendo dello stesso beneficio, se quest’ultimo non risulta idoneo, sulla base di criteri oggettivi, a sopperire alle esigenze abitative del contribuente. La risoluzione chiarisce che nel caso di un evento sismico si configura una fattispecie non prevedibile e non evitabile, che ha comportato, nel caso oggetto dell’interpello, l’impossibilità per il contribuente di continuare ad utilizzare l’immobile acquistato per finalità abitative. L’oggettiva impossibilità risulta attestata, inoltre, dall’ordinanza dell’autorità competente che ha dichiarato l’inagibilità dell’immobile che, dunque, non potrà più essere utilizzato per la sua funzione abitativa fino a nuova disposizione. 

Ok all’agevolazione bis - Fino a quando permarrà la dichiarazione di inagibilità dell’immobile, quindi, il contribuente potrà beneficiare delle agevolazioni ‘prima casa’ per l’acquisto di un nuovo immobile, anche se ha già fruito dello stesso beneficio per l’acquisto dell’abitazione dichiarata inagibile. Se successivamente al nuovo acquisto agevolato, viene revocata dagli organi competenti la dichiarazione di inagibilità, resta comunque acquisito il beneficio goduto dal contribuente per il nuovo immobile; al momento del nuovo acquisto, infatti, risultavano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa in materia di ‘prima casa’ per godere dell’agevolazione. Roma, 1 agosto 2017
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venerdì 10 febbraio 2017

Ricostruzione post-sisma: escono le regole sui contributi delle prestazioni tecniche




Attraverso l'ordinanza 12, il Commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, stabilisce le regole sui contributi alle spese tecniche negli interventi dei professionisti per la ricostruzione post sisma del Centro Italia.

Attraverso un protocollo d'intesa firmato con la rete delle professioni tecniche, l'ordinanza e volta a fissare determinati criteri, quali:

  • i criteri per l’ammissione al cosiddetto “elenco speciale” di professionisti abilitati, compresi requisiti e modalità di rifiuto/esclusione
  • lo schema di contratto tipo da adottare (scaricalo qui)
  • la disciplina delle spese tecniche
  • i parametri per contrastare l’accumularsi eccessivo degli incarichi
Di seguito entriamo nel vivo della disciplina delle spese tecniche legate agli incarichi. Per conoscere i criteri per entrare nell’elenco speciale e in generale i contenuti dell’ordinanza, leggete questo approfondimento.


Disciplina delle spese tecniche


Il Commissario straordinario fissa:

a) un limite massimo per il contributo ammissibile relativo alle prestazioni professionali e alle spese tecniche dei professionisti abilitati nel caso di interventi di riparazione con rafforzamento locale/ripristino con miglioramento sismico/demolizione e ricostruzione degli immobili privati, danneggiati dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016, ammessi al contributo dalle vigenti disposizioni in materia, nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 34, del decreto legge 17 ottobre 2016 n. 189;
b) un limite massimo per il contributo ammissibile per ciascuna delle attività effettuata dai professionisti.

Quali prestazioni tecniche?

Le prestazioni tecniche che dovranno essere correntemente svolte negli interventi di riparazione con rafforzamento locale/ripristino con miglioramento sismico/demolizione e ricostruzione degli edifici danneggiati saranno:

a) progetto delle opere architettoniche, strutturali, impiantistiche ed altre, compresi: rilievo del danno e tipologie strutturali, particolari costruttivi, computo metrico estimativo e capitolato speciale di appalto, eventuale redazione scheda AeDES;
b) direzione dei lavori di opere architettoniche, strutturali, impiantistiche ed altre, compresa relativa contabilità, liquidazioni ed assistenza al collaudo;
c) coordinamento della sicurezza nei cantieri, sia in fase di progettazione che di esecuzione lavori;
d) collaudo strutturale.


Il contributo massimo ammissibile per le prestazioni di cui abbiamo appena dato notizia è riconosciuto nelle percentuali indicate in base alla tipologia delle attività ed agli importi dei lavori descritti nell’articolo 8 dell’ordinanza (di cui parliamo tra pochissimo), e viene quantificato al netto dei contributi previdenziali e degli oneri fiscali. Nel caso di affidamento di incarichi separati non verranno riconosciute eventuali maggiorazioni.

I criteri per indagini e prelievi

Sono escluse dalle spese per prestazioni tecniche e ricomprese all’interno dei costi degli interventi ammissibili, le “indagini e prelievi per valutare caratteristiche dei terreni e dei materiali da costruzione”, le “prove di laboratorio connesse”.
Le indagini ed i prelievi per valutare le caratteristiche dei terreni e dei materiali da costruzione e le prove di laboratorio connesse, oggetto di un piano d’indagini preventivamente concordato tra il geologo ed il progettista strutturale, sono riconosciute nei seguenti limiti massimi percentuali:
– fino al 3,00% del costo dell’intervento (lavori ammessi a contributo), qualora tale costo sia di importo minore o uguale ad € 500.000,00;
– fino all’1,50% del costo dell’intervento (lavori ammessi a contributo), sull’importo eccedente € 500.000,00 e fino ad € 1.000.000;
– fino all’0,75% del costo dell’intervento (lavori ammessi a contributo), sull’importo eccedente ad € 1.000.000,00 e fino ad € 2.000.000,00 Euro;
– fino all’0,35% del costo dell’intervento (lavori ammessi a contributo) oltre ad € 2.000.000,00.

Su questo punto, voglio fermarmi e fare una riflessione. Se io come ingegnere dovessi prendere la commessa per realizzare una casetta, diciamo con un costo dell'intervento di 100'000 €, andrei a prendere il 3% di tale cifra, quindi 3'000 €. Considerando le parti di rilievo del terreno, geologiche, del progetto architettonico, del calcolo strutturale, della direzione lavori, della sicurezza del cantiere... considerando le responsibilità successive di cui mi faccio carico, considerando che si opera in una zona sicuramente sismica e che il rischio può esserci intrinseco, considerando la modesta cifra, direi che non ne varrebbe la pena intervenire come ingegnere per questo progetto. Assolutamente no. Ma andiamo avanti:




Contributo per le spese tecniche


La percentuale indicata al comma 5 dell’articolo 34 del decreto legge n. 189/2016 pari al 10% costituisce il valore massimo del contributo erogato per le spese tecniche dal Commissario Straordinario ed è differenziata, come di seguito descritto, sulla base:

a) della tipologia delle attività;

b) all’importo dei lavori.

Per la delocalizzazione delle attività economiche la percentuale massima per tutte le prestazioni professionali risulta essere pari al 5%, senza articolazione in base all’importo dei lavori.


Attività economiche


Per gli interventi relativi ai lavori di riparazione con rafforzamento locale/ripristino con miglioramento sismico/demolizione e ricostruzione delle attività economiche, con tipologia prefabbricata o similare, la percentuale massima, differenziata in base all’importo dei lavori, è la seguente:
per lavori con importi fino a € 500.000,009,0%
per lavori con importi eccedenti € 500.000,00 fino a € 1.000.000,008,0%
per lavori con importi eccedenti € 1.000.000,00 fino a € 2.000.000,007,0%
per lavori con importi eccedenti a € 2.000.000,006,5%

Residenziale


Per gli interventi relativi ai lavori di riparazione con rafforzamento locale/ripristino con miglioramento sismico/demolizione e ricostruzione per gli edifici residenziali, prevalentemente residenziali o riconducibili alla tipologia residenziale, la percentuale massima, differenziata sulla base dei diversi importi dei lavori, è la seguente:
per lavori con importi fino a € 150.000,0010,0%
per lavori con importi eccedenti € 150.000,00 fino a € 500.000,009,5%
per lavori con importi eccedenti € 500.000,00 fino a € 1.000.000,009,0%
per lavori con importi eccedenti € 1.000.000,00 fino a € 2.000.000,008,5%
per lavori con importi eccedenti a € 2.000.000,008,0%

Il contributo minimo riconosciuto sull’insieme delle spese tecniche del presente protocollo, per una pratica relativa ai lavori di riparazione con rafforzamento locale/ripristino con miglioramento sismico/demolizione e ricostruzione per gli edifici residenziali, indipendentemente dall’importo dei lavori, è comunque non inferiore ad € 6.000,00.

Per questi interventi la percentuale massima, differenziata sulla base delle diverse prestazioni tecniche che dovranno essere correntemente svolte ed indipendentemente dall’importo dei lavori, è la seguente:

a) progetto di opere architettoniche, strutturali, impiantistiche ed altre (se necessari)54%
b) direzione dei lavori33%
c) coordinamento della sicurezza nei cantieri9%
d) collaudo strutturale4%

Contributo aggiuntivo per prestazioni specialistiche


Ai sensi dell’articolo 34, comma 5, ultimo periodo, del decreto legge 17 ottobre 2016 n. 189, è riconosciuto un contributo aggiuntivo nella misura massima del 2% per le seguenti prestazioni:

a) per la relazione geologica, comprese le spese, effettuata a supporto della redazione del progetto strutturale e che costituisce prestazione non sub-appaltabile, il contributo aggiuntivo è riconosciuto nei seguenti limiti massimi percentuali:
per lavori con importi fino a € 500.000,001,20%
per lavori con importi eccedenti € 500.000,00 fino a € 1.000.000,001,00%
per lavori con importi eccedenti € 1.000.000,00 fino a € 2.000.000,000,70
%
per lavori con importi eccedenti a € 2.000.000,000,50%

Il contributo minimo riconosciuto per le prestazioni geologiche è stabilito in misura non inferiore ad € 1.000,00.

b) per le ulteriori prestazioni specialistiche, strettamente dipendenti dalla tipologia dell’intervento che esulano dalla attività tecnica professionale ordinaria, il contributo aggiuntivo è riconosciuto nei seguenti limiti massimi percentuali:


pratiche di accatastamento (relative alle nuove costruzioni)fino all’0,2%
relazioni ambientali e/o paesaggistiche necessarie in presenza di vincoli specifici e documentatifino all’0,4%
restituzione rilievo geometrico su supporto informaticofino all’0,5%
rilievo storico-critico, nel caso di beni culturali sottoposti alla tutela prevista dal D.lgs. n. 42 del 2004fino all’0,7%
Qualora vengano effettuate più prestazioni aggiuntive, il contributo aggiuntivo è riconosciuto esclusivamente entro il limite massimo del 2% del costo dell’intervento. È ammesso il riconoscimento del contributo aggiuntivo soltanto allorquando le prestazioni aggiuntive siano effettivamente svolte e documentate contemporaneamente alla redazione del progetto o all’esecuzione dei lavori. 

Qualora le prestazioni aggiuntive siano effettuate da professionisti diversi dall’affidatario dell’incarico, ai fini del riconoscimento del contributo aggiuntivo è necessaria anche la produzione delle fatture emesse dall’esecutore delle prestazioni.

La risposta dei tecnici

Sembra che questo documento abbia creato nuovamente malumore tra ingegneri e architetti italiani, che dopo aver subito uno burocrazia estenuante da parte dei propri albi e da parte del Governo, sono chiamati a dover intervenire per la ricostruzione, ma a non veder riconosciuta la loro professione al livello che si ci aspetterebbe. Cosa che fa altresì pensare, è che queste massimi, vengono inseriti per le professioni tecniche, ma ancora poco si sa, se non nulla, riguardo alle altre professioni che devono intervenire, muratori, idraulici, falegnami, ecc.... Al quale, si evince da notizie arrivate, starebbero comunque in prezzi stabiliti dal mercato e non imposti dallo Stato.

La domanda è ovvia: ma visto che c'è tanto bisogno e tanta fretta per ricostruire case e paese, per mettere in sicurezza e far tornare agibili le altre case, il Governo, non avrebbe potuto inserire maggiori disponibilità per accelerare l'opera di ricostruzione?  
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giovedì 19 gennaio 2017

VIDEO: DECRETO SALVA BANCHE vs TERREMOTATI

Buongiorno a tutti
Abbiamo ricevuto questo video che abbiamo deciso di pubblicare su esplicita richiesta dell'autore

Nella sua semplicità...



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sabato 5 novembre 2016

Il Cuore d'Italia


Dopo essere stato una settimana nello spettacolare borgo di Rieti, la città che è considerata il centro geografico d'Italia, ed aver sentito tremare più volte la terra, e molte volte anche bene, sono andato un po' in giro a vedere la sicurezza della città, sapendo che si trova relativamente distante dalle zone sismiche ma che le continue scosse liberano un'energia che lentamente potrebbe portare al collasso delle strutture.

Preciso che si tratta di un'analisi di primo livello, tale da stabilire se una struttura è agibile e non se è sicura, cioè se attualmente esistono problemi per la salvaguardia della vita umana (collasso di strutture portanti, ribaltamento di pareti, distacco di tegole!, ecc...) e non se la struttura resisterebbe nel caso arrivasse una scossa di una certa entità. 


Questo edificio di via nuova a Rieti presenta una serie di fessurazioni esterne, che si sono aperte a x in presenza dei punti critici, quali porte e finestre. Cosa potrebbe succedere? Ribaltamento di pareti, distacco di cornicioni... Ma la casa è sicura? Questa avrebbe bisogno di un'analisi più dettagliata e sicuramente di un intervento di miglioramento o adeguamento antisismico da bloccare il movimento in atto e aumentare la resistenza ad un'eventuale azione orizzontale.



Questa casa d'estremità di un aggregato è stata recentemente oggetto di un intervento di consolidamento: i fabbricati di questo tipo devono sopperire alla spinta dell'edificio vicino, e devono pertanto essere più 'robusti'. Nel caso, ad una distanza regolare, sono stati inserite delle catene, sono dei tondi di acciaio che servono a resiste a trazione. Interessante l'inserimento in un edificio storico, difatti è stata tagliata una porzione di muratura, è stato inserita la catena, fissata agli angoli, e quasi non si vede, perfettamente mimetizzata, rispettando il carattere architettonico ma migliorando quello ingegneristico.


Questa è una lieve crepa fatta nel centro del maschio murario, non è significativa. È un lieve spostamento della muratura laterale che l'ha generata.

Una signora vedendo io e il mio collega Stefano passavamo a commentare i palazzi con il cartellino identificativo, ci ha fermati e domandato un po di cose (come tutti quelli che abbiamo incontrato), poi ci ha invitati in casa sua a vedere questa crepa che gli si è aperta nella finestra del bagno. La fessura è evidente, ma la struttura risulta essere perfettamente agibile. Certo, le abbiamo detto che in caso sia in quella stanza durante il sisma, di spostarsi, che gli effetti non si possono calcolare a occhio, poi le si è consigliato di chiamare un INGEGNERE che provveda ad un'analisi e nel caso ad un intervento di consolidamento.


Se vi state domandando com'è la situazione, vi rispondo subito: non bene! La paura è tanta, e ogni 2 discorsi fatti il terzo è sul terremoto. Molte persone sono andate via, tante altre la sera dormono in camper o in macchina. Le scuole sono chiuse fino al 10 novembre. Basta scaricarsi l'app 'terremoto' per rendersi conto del numero IMPRESSIONANTE di scosse che si susseguono. 



Però come tutto quello che succede di brutto, c'è sempre da trovare una cosa bella: parlando con due agricoltori delle zone vicino a Norcia, conosciuti al bar mentre si prendeva un caffè, discutendo del brutto periodo che stanno passando, si commentava l'intensità del sisma, della difficoltà di avere notizie precise sul grado Richter, e quest uomo, se ne esce con la frase:'eh quello dell'altro giorno dicevano 3.7, ma a orecchio era almeno 4,3 al massimo 4.1...!' L'espressione 'a orecchio' mi ha fatto sorridere, riflettendo sul fatto che mentre una volta al bar si era tutti allenatori, ora si è diventati tutti sismologi... Ma riflettendo ulteriormente ho capito che queste persone sono diventate 'amiche' del terremoto, esperti del campo per l'esperienza che stanno vivendo. Spero che anche il lato sociale e comportamentale del periodo post-sisma possa essere studiato. Posso solo dire che cuore d'Italia ha ancora paura.


Ing. Raiko Radiuk
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venerdì 4 novembre 2016

Perché Norcia è crollata: analisi diretta sul luogo

Questi sono alcuni scatti della situazione attorno a Norcia... Mura crollate, torri e campanili divelti, ecco perché sono crollati:

Un pezzo di strada chiusa, dove il sisma ha creato un cedimento del terreno sottostante andando a creare uno scalino di 40 cm. Tuttavia la strada non viene chiusa ai mezzi (camion compresi), pur essendoci un rischio evidente.


Il tipico caso del crollo dovuto a un elemento pesante e infinitamente rigido: il solaio in cemento armato. Le mura della città di Norcia sono realizzate con delle pietre piccole, mal apparecchiate e con una Malta di debole aderenza. Il risultato è che si sono sbriciolate in più punti, e sotto il peso di questa lastra, è scivolata restando completamente intatta.


Purtroppo lo scatto è buio, ma sarà meglio commentato più avanti: dopo il primo terremoto si sono fessurati diversi manufatti di importanza storica incredibile (come chiese e campanili), quindi si era già intervenuti per metterli in sicurezza, come questo caso, con quella che si chiama in gergo 'cerchiatura': collegate delle tavole al muro si inseriscono dei tiranti in acciaio che legano la muratura, permettendo che si comporti come un pilastro unico e che resista di più. L'intervento in questo caso non è stato malvagio, tuttavia non era previsto il terremoto del 30 ottobre: ora pur essendo la parte superiore ancora perfettamente salda a se stessa (cioè la cerchiatura ha tenuto) è successo che la parte sottostante si è indebolita, andando a creare un colosso a una certa altezza che rischia di ribaltarsi o di scivolare o addirittura di schiacciare il muro sotto di se.


La torre ha espulso gli angoli e la parete: le mura sembrano essere a sacco, cioè due finiture esterne e all'interno completate con Malta e pietrame vario. Una tecnica che è stata copiata dagli antichi romani, che tuttavia, rinforzavo le loro mura inserendo dei 'diatoni', cioè pietre di lunghezza tale da poter andare a collegare i due paramenti murari esterni, questo fa sì, che se ben disposti (uno ogni 2 metri), permettono al muro di restare unito ed evitare che si aprì. Non è successo così.


Foto evidentemente non mia, è uno scatto di un drone che filmava i giorni prima del crollo della chiesa di San Benedetto: quando è crollata mi sono chiesto il perché? Difatti è una struttura che qualche scossa nella sua vita l'ha sentita, e non si era nemmeno venata, solo qualche tegole che è partita e che è stata risistemata onde evitare che cadi in testa a qualche passante. Ma da questa foto è evidente un particolare che mi era sfuggito: il tetto della chiesa è in cemento armato. Sarà stato fatto qualche anno fa, poiché la mentalità e la poca conoscenza sul movimento delle strutture in murature facevano pensare che più queste si avvicinassero al cemento armato più fossero sicure: inserimento di travi di cemento sulla sommità dei muri, realizzare solai e tetti in cemento armato, inserire, se capitava, un pilastro in cemento armato in mezzo alla muratura e tante prassi che oggi si definiscono stupidaggini. Difatti la chiesa di San Benedetto è stata schiacciata dal peso del suo tetto! 


Il centro di Norcia è una landa desolata, si poteva entrare volendo, ma il rischio è troppo elevato. I vigili del fuoco accompagnano personalmente dentro i residenti che vogliono recuperare due cose, come i vestiti per non sentire il freddo in macchina la notte.

scritto da:
Ing. Raiko Radiuk

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mercoledì 21 settembre 2016

L’Agenzia al servizio dei contribuenti nelle zone colpite dal sisma. Assistenza in camper, si parte il 21 settembre da Arquata del Tronto

COMUNICATO STAMPA

L’Agenzia al servizio dei contribuenti nelle zone colpite dal sisma Assistenza in camper, si parte il 21 settembre da Arquata del Tronto

L’Agenzia delle Entrate si attiva per fornire assistenza e informazioni ai contribuenti che vivono nelle zone colpite dal sisma dello scorso agosto. Riparte, questa settimana, il camper del progetto “Il Fisco mette le ruote”, con l’obiettivo di creare un punto di contatto diretto il più possibile vicino ai cittadini e di offrire servizi facilmente accessibili ai contribuenti dei comuni colpiti dal terremoto.

In particolare, la prima tappa del camper dell’Agenzia delle Entrate sarà nelle Marche, presso il Comune di Arquata del Tronto - Frazione Borgo, nei giorni 21, 22, 28 e 29 settembre dalle 10.00 alle 16.00. Nel Lazio, invece, lo sportello mobile sarà operativo ad Amatrice il 4 e il 6 ottobre, e ad Accumoli l’11 e il 13, dalle 10.00 alle 16.00.

Il camper dell’Agenzia è un vero e proprio ufficio itinerante, dotato di postazioni informatiche che consentono ai funzionari del Fisco di fornire tutti i servizi normalmente offerti presso gli sportelli delle Entrate, come:
  • il rilascio del duplicato della tessera sanitaria
  • l’abilitazione ai servizi telematici e la ristampa del codice Pin
  • eventuali informazioni sugli adempimenti fiscali
  • i servizi catastali.
Questo nel dettaglio il calendario dell’iniziativa:
  • Regione: Marche Comune: Arquata del Tronto – Frazione Borgo (AP) Data: 21, 22, 28 e 29 settembre
  • Regione: Lazio Comune: Amatrice (RI) Data: 4 e 6 ottobre Comune: Accumoli (RI) Data: 11 e 13 ottobre

Roma, 19 settembre 2016
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mercoledì 7 settembre 2016

Speciale terremoto: perché è crollata la scuola Capranica

Facciamo un po' chiarezza sul crollo della scuola Romano Capranica di Amatrice. L'edificio inaugurato nel 1936, ha subito due ampliamenti duranti il suo percorso di vita. A forma di U, in parte raso al suolo durante il sisma del 24 agosto. I dirigenti del comune di Amatrice avevano scritto nel piano della Protezione Civile, che l'edificio era in pericolo di crollo in caso di sisma.

Bene. Il complesso, evidentemente, non seguiva le norme anti-sismiche. E così "nel 2012 - si legge nel manifesto propagandistico - il Comune di Amatrice con il contributo della Regione Lazio da' vita ad una massiccia opera di ristrutturazione dell'intero edificio". Lavori realizzati espressamente per "l'adeguamento della vulnerabilità sismica": sono stati fasciati "tutti i pilastri con le fibre di carbonio", "rinforzate le colonne centrali" e messe in sicurezza "le tamponature esterne e le tramezze interne". Infine altri lavori più superficiali. Il costo degli interventi: 510'000 €.

Ora servirebbe avere nella mani il progetto, si spera redatto da un competente ingegnere edotto di strutture miste in muratura e cemento armato, edotto sulle NTC 2008, edotto sulle Linee guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale. Perché la scuola, costruita in epoca fascista, a quanto si evince, aveva qualche vincolo per il quale gli interventi non potevano essere eccessivi, o per lo meno, per quel costo, si potevano fare solo certi tipi di interventi che possono portare a un miglioramento del rischio sismico, ma non all'adeguamento.

Gli edifici pubblici, quali ospedali, municipio, scuole, palestre, caserme, ... che per la loro natura di edifici pubblici devono, almeno secondo la norma, avere uno Stato Limite di Operatività (SLO) tale che la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali e quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, non deve subire danni d'uso significativi. Può avere lievi acciacchi, ma non deve mai essere messo in dubbio il fatto che sia agibile o meno, che l'elettricità o il riscaldamento possano mancare. Questo era quello che deve accadere in ogni scuola del Paese: in caso di sisma, la popolazione, che si trova senza casa, deve poter trovare ospitalità negli edifici pubblici. Non in tende o quant'altro. Se questo non accade, qualcosa è andato storto.

Sulla scuola Capranica, voglio tirare fuori alcuni punti fondamentali nel quadro normativo in cui un ingegnere si muove.

- Ministero dei lavori pubblici - DM 16/01/1995 (G.U. n° 29) - Norme tecniche per gli edifici in area sismica - Per gli edifici esistenti, gli interventi strutturali possono essere progettati in accordo a due diverse tipologie: il miglioramento sismico o l'adeguamento sismica; ma per il patrimonio culturale è viene consigliato il miglioramento sismico.

- Dipartimento della Protezione Civile - OPCM 3274/03 - nelle   Norme tecniche per il progetto, valutazione e adeguamento sismico degli edifici: per i beni tutelati è in ogni caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento.

- NTC 2008

- Linee Guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale.

Negli Stati Limite di riferimento per i beni culturali, si evince che non ha senso intervenire pesantemente su un manufatto storico, con un significativo impatto sulla conservazione, solo per prevenire fessurazioni che potranno essere restaurate nell'eventualità di un terremoto.

Bene. Anticipando ciò, possiamo passare ad un'analisi della scuola di Amatrice.

In questa foto satellitare (Bing Maps) si vede la scuola al centro a forma di U con a destra un grande parco verde.

In quest'altra foto satellitare, un po' più dettagliata (Tuttocittà), si vedono alcune parti che possiamo iniziare ad analizzare, come il tetto a due falde, i due semicilindri nella parte alta, che fanno pensare a un edificio pubblico sulla scia delle correnti artistiche architettoniche proprie degli anni '30 del 900.

Ecco un'immagina da Google Street View, l'edificio sembra non presentare problema alcuno.

Un'altra immagine da Google Street View nella parte opposta dell'edificio dove si vedeno le due ali della U. 

Ed ecco cosa è rimasto dopo il terremoto delle 3:36 del 24 agosto 2016, un giorno che pochi si dimenticheranno (speriamo).

Tranne la scritta: scappa, curri, va à la scola. Che sembra una metafora triste di questo edificio, iniziamo a notare alcuni particolari:
  • I solai e il tetto sono in cemento armato, mentre la muratura perimetrale, di notevole spessore come si evince dall'immagine, è in muratura, cosa che fa pensare che questa stessa avesse funzione portante. (Ripeto che non posso fare un'analisi della struttura in maniera approfondita solo dalle foto, ma nella prima metà del '900 era d'uso comune realizzare una struttura in cemento armato e le pareti esterne in muratura portante, si dice che i muratori che costruivano in cemento armato, una tecnologia relativamente nuova, non se ne fidassero molto, per questo realizzavano anche le pareti in muratura portante).



La qualità della foto non è evidente, ma si vede chiaramente come il tetto in cemento armato, con una presunta trave in CA di legatura, abbia evitato il collasso del tetto, ma tuttavia il peso del solaio ha fatto crollare la muratura, anzi meglio: il solaio laterocementizio per sua natura si considera indeformabile, è una struttura rigida, mentre le pareti in muratura sono molto fragili, in questo caso può essere accaduto che il pilastro abbia spinto fuori dal piano la muratura che è quindi crollata portandosi dietro parte del solaio.

Qua è una delle immagini più forti. Si sa che sotto non c'è nessuno, ma se il terremoto fosse venuto dopo un mese durante una mattina, sotto queste macerie ci sarebbero stati decine di bambini. Fa riflettere sul grado di sicurezza delle nostre scuole. Si vedono interi solai ancora intatti crollati al suolo, con parte di elementi in cemento armato sullo sfondo, una parete in muratura ancora intatta coricata sulle altre macerie, come se fosse crollata al proprio interno. Sembrerebbe che una struttura interna sia crollata trascinandosi dietro il solaio che legato alle murature le abbia portate dietro di se al collasso. Questo potrebbe avere un senso: spesso le strutture così antiche hanno bisogno di lavori di ampliamento, per ospitare aule e laboratori non previste dai progetti originali; la Scuola di San Giuliano di Puglia, crollata al seguito del terremoto del Molise del 2002 subì negli anni '90 dei lavori del genere: il progettista che operò sulla struttura creò un grande open space interno, per meglio far muovere i bambini, ma per fare questo trasformò quello che era un maschio murario in due pilastri in muratura. Bene, fino a che non è arrivato il terremoto, i pilastri hanno retto il carico verticale perfettamente, ma al momento del sisma non hanno potuto fare niente contro alla sollecitazione tagliante, collassando e portandosi dietro il solaio laterocementizio sopra che è imploso, portando via la vita di 27 bambini e di un'insegnante.





Adesso parliamo più attentamente di questa immagine, tra le più esaustive. Per meglio descrivere i fenomeni di collasso ho redatto due elaborazioni molto semplici.


Ho segnato in verde e blu le altezze degli assi dei solai, in rosso quello che era lo spigolo dell'edificio. Le due frecce rosse indicano il cedimento della muratura con il conseguente cedimento dei due solai che sono tuttavia rimasti appesi ai ferri dei travetti nella parte più interna. 


Ho segnato meglio alcune parti. L'edificio, come ipotizzato in precedenza è composto di una struttura mista in cemento armato e muratura portante. Con questo succede che avremo un comportamento strutturale differente da parte dei due modi costruttivi. Se infatti il cemento armato è capace di deformarsi molto a causa dei ferri presenti al suo interno che gli evitano la rottura fragile, le strutture in muratura portante hanno uno spostamento massimo che poi le porta ad avere una rottura fragile (le catene presenti negli archi, e anche all'interno delle murature servivano proprio ad aumentare questo spostamento massimo). 

Sulla destra, nella parte semicilindrica, si vede come la muratura che si è staccata ha creato come una sezione che evidenzia che la muratura è di notevole spessore, piena e quindi in conclusione è portante. 

Sopra il maschio murario della parte centrale è presente una trave, dove evidentemente era ancorato il solaio laterocementizio. Ma qua ho notato che nello spigolo dove sarebbe dovuto essere presente un pilastro in cemento armato al quale si sarebbe dovuta ancorare la trave c'è qualcosa che non va. Difatti in caso di collasso del pilastro, si ci aspetta di vedere una gabbia di ferri deformata, con questi ultimi che ancora escono dalla base del pilastro stesso, ma da questa immagine non c'è niente. 
E' quindi evidente che un pilastro in muratura doveva reggere una struttura in cemento armato sopra di se, ma una pilastro in muratura, soggetto a una forza orizzontale, crea una sollecitazione di taglio che porta a spezzare il pilastro, portandosi dietro tutti i carichi verticali che avrebbe dovuto reggere.  





In queste due altre immagini, l'analisi è molto simile a quella già fatta sopra: strutture in cemento armato, pesanti, che sarebbero dovute essere rette da delle pareti in muratura, non sufficientemente legate tra di loro. 


Questo è un problema molto diffuso nel mondo ingegneristico, difatti c'è stato un momento nella storia recente dell'edilizia in cui si ci aspettava miracoli dal cemento armato. Le capacità di calcolo, fino a poco tempo fa affidate al computo a mano da parte dei tecnici, erano troppo onerose per permettere le dovute analisi permesse oggi dai computer (con modelli realizzati agli elementi finiti), quindi sono stati realizzati modelli semplificati spesso basati sull'esperienza. Tra questi il principale era quello di legare le pareti, in maniera che queste non si muovessero, realizzare quindi delle travi di sommità sulle pareti. Inoltre si dava molto affidamento al cemento armato, tanto che non c'erano dubbi: gli antichi solai, in legno prima, poi in ferro alcuni, quando venivano rifatti, si utilizzava il metodo del solaio laterocementizio, implementando notevolmente i carichi verticali. Si vede dalle foto dei danni, come solai e tetti in cemento, abbiamo di fatto schiacciato le murature che li sorreggevano. 

Una fase su cui è impossibile fare degli approfondimenti con le immagini di cui disponiamo è l'analisi geologica. Può tranquillamente essere, che una struttura del genere, che non fosse la top da un punto di vista strutturale, possa essere debole alle fondamenta, provocando dei cedimenti puntuali che portano al conseguente crollo della struttura. Per questo, in un'analisi antisismica di un edificio, servirebbe sempre chiamare un geologo e un geotecnico, che possano aiutare al meglio gli interventi di adeguamento.


Concludo dicendo che alcuni edifici storici, anche se di una certa rilevanza, rappresentano un problema per lo Stato, che non ha la possibilità di garantirne la sicurezza o l'uso. Alcuni di questi, che non hanno un'importanza intrinseca, nel caso di rischio, dovrebbe essere abbattuti per mettere meglio in sicurezza il territorio poiché la loro conservazione, nonché la possibilità di farne uso, porterebbe a rischio la vita umana. Anche se è brutto dirlo, e mio malgrado da molto fastidio a me stesso, non posso che augurarmi un cambio di passo da parte del legislatore, che porti a dare più importanza alla sicurezza della vita umana a dispetto delle caratteristiche storiche e/o artistiche, o per le meno, che si neghi la possibilità di fare edifici strategici in quelle strutture che non lo potranno mai essere.

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