giovedì 22 giugno 2017

Energia - Efficienza energetica: certificazione ed etichette

Presentato lo studio Accredia-Isnova che delinea il quadro dei processi di certificazione delle competenze in ambito energetico e cambiate le etichette degli elettrodomestici che diventano più smart.

Le certificazioni accreditate da ente terzo contribuiscono sicuramente al miglioramento del mercato dei servizi energetici, con benefici energetici, ambientali, sociali e di produttività, perché sono garanzia di qualità e di aggiornamento professionale. È ciò che è emerso dall’Osservatorio Accredia “Le certificazioni accreditate per l’efficienza energetica”, realizzato dall’Ente unico italiano di accreditamento, in collaborazione con Isnova, (I’Istituto per la Promozione dell’Innovazione Tecnologica), controllato da Enea, e presentato a fine marzo a Roma dal Presidente di Accredia Giuseppe Rossi e dal Presidente di Enea, Federico Testa, insieme a rappresentanti delle imprese e della Pubblica Amministrazione.
Lo studio Accredia-Isnova delinea ruolo, benefici, criticità e aree di miglioramento dei processi della certificazione accreditata delle competenze (figure professionali e organizzazioni) e dei sistemi di gestione dell’energia ed è stato realizzato su un campione composto da soggetti e organizzazioni in possesso di certificazioni per il miglioramento della performance energetica: EGE (Esperti in gestione dell’Energia), ESCo (Società che forniscono servizi energetici) e organizzazioni certificate ISO 50001 “Sistemi di gestione dell’energia”.
La certificazione accreditata, rilasciata da un organismo verificato da Accredia, presenta maggiore credibilità e autorevolezza rispetto agli altri tipi di certificazione, come l’autodichiarazione di conformità o la qualificazione emessa da fornitori o subfornitori e presenta vantaggi per la PA, le imprese ed i consumatori.
Per le imprese, la certificazione accreditata conferisce maggiore incisività e penetrazione sul mercato, grazie al vantaggio competitivo; inoltre attraverso di essa il fornitore può dimostrare al cliente che opera in conformità alle norme nazionali e internazionali e alle prescrizioni attinenti al proprio campo di attività, il 60% delle imprese vede il processo di certificazione come opportunità per innescare l’innovazione di processo e prodotto, mentre il 72% lo identifica come strumento per misurare le proprie prestazioni energetiche. La certificazione verifica, in modo terzo e indipendente, il mantenimento e l’aggiornamento delle competenze dei professionisti o l’approccio sistemico al miglioramento continuo dei processi relativi a un sistema di gestione. In più, è facilitato l’accesso alle gare pubbliche e si accresce la reputazione aziendale e la fiducia trasmessa ai consumatori.
Questo tipo di certificazione risponde, infine, alla richiesta dei consumatori di avere garanzie sempre crescenti sull’affidabilità e sostenibilità dei beni e servizi acquistati, contribuendo all’adozione di comportamenti energeticamente consapevoli e con ricadute positive sull’ambiente.

Qualche numero
Per ciò che riguarda nello specifico, i benefici derivanti dalla certificazione accreditata, gli EGE (Esperti di Gestione dell’Energia) hanno evidenziato l’aumento della reputazione professionale (per il 48%), una maggiore visibilità sul mercato (32%), l’avanzamento professionale (11%) e la facilitazione nelle gare di appalto (10%).
Le Società che forniscono servizi energetici (ESCo) hanno identificato come benefici: l’aumento della fiducia del cliente nel prodotto o servizio offerto (per il 66%), la maggiore visibilità sul mercato (per il 64%), l’aumento della qualità dei servizi forniti (55%), la facilitazione nella partecipazione a gare d’appalto (51%) e la maggior credibilità con le istituzioni bancarie (26%).
Le organizzazioni certificate ISO 50001 hanno evidenziato come benefici l’opportunità di misurare la prestazione energetica (72%), o di innescare l’innovazione di processo, l’identificazione delle priorità in campo energetico (53%), il miglioramento delle competenze (31%).
Nel 2016 sono stati 1674 gli Esperti in Gestione dell’Energia certificati sotto accreditamento: il 44% di essi lavora nel settore dell’agricoltura, che è quello che ha il maggior numero di organizzazioni che si sono dotate di un energy manager certificato EGE, seguito da quello dell’industria e del terziario, rispettivamente con il 25%, della PA con l’11% e dei trasporti con il 7%.
Le ESCo certificate sono state 1025: il settore di attività prevalente indicato è quello industriale con il 49%, seguito da quello terziario con il 20%, dalla PA con il 18%, residenziale con l’8% e agricoltura con il 4%.
Le organizzazioni che hanno fatto certificare il loro sistema di gestione dell’energia secondo la ISO 50001, nel 2016, sono state 1269, appartenenti prevalentemente al settore dell’industria (47%), seguito dal terziario (31%) e PA (13%).

La nuova etichetta smart entro il 2019
Eravamo abituati da quasi vent’anni alle etichette energetiche di elettrodomestici e televisori, ora saranno univoche (con la stessa scala da A a G) e faranno capo a un archivio digitale di informazioni. Le nuove etichette potranno contenere un QR code o un link che permetterà ai cittadini di accedere a un archivio online. La creazione di un database dettagliato e di strumenti digitali, come ad esempio app per smartphone, permetteranno ai consumatori di fare paragoni immediati tra i prodotti presenti sul mercato. Diventerà così possibile nell’UE lo sviluppo di applicazioni per smartphone analoghe a quelle già in uso ad esempio in Australia, che consentono agli acquirenti di fare confronti immediati fra i diversi modelli e di scegliere quello che offre il maggiore risparmio rispetto alle abitudini personali di impiego. I produttori avranno inoltre la facoltà di inserire sulle etichette relative all’efficienza energetica il simbolino che indica la capacità dell’apparecchiatura di essere “smart”, cioè di essere programmata (su consenso dell’utente) per mettersi in funzione quando l’energia elettrica costa meno o è disponibile in maggiore quantità. L’etichetta stampata rappresenterà l’efficienza energetica tramite una scala univoca rappresentata dalle lettere dalla A alla G e dai colori dal verde al rosso e non ci saranno più infiniti “+” davanti alla lettera A!
Le nuove etichette saranno applicate dapprima a frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori, lampadine ed entro il 2019 dovrebbero cominciare ad arrivare nei negozi, a seguire toccherà a tutti gli altri prodotti.
L’accordo informale ora dovrà essere confermato dai 28 Stati UE e successivamente dall’assemblea plenaria del Parlamento Europeo. Il nuovo regolamento sulle etichette relative all’efficienza delle apparecchiature che consumano energia entrerà direttamente in vigore in tutti gli Stati UE, senza bisogno di essere trasposto nelle legislazioni nazionali: il Parlamento Europeo avrà il controllo delle fasi di attuazione.
Le etichette relative all’efficienza energetica e l’ecodesign, ossia all’introduzione progressiva di criteri più stringenti di produzione, consentono un risparmio energetico stimato dalla Commissione europea in 175 Mtep all’anno (si tratta di 175 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) entro il 2020: all’incirca la quantità di energia consumata in un anno nel nostro Paese.

di Annalisa Galante
Membro del Comitato Scientifico Abitare Biotech

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