Presentato lo studio Accredia-Isnova che delinea il quadro dei processi di certificazione delle competenze in ambito energetico e cambiate le etichette degli elettrodomestici che diventano più smart.
Le certificazioni accreditate da ente terzo contribuiscono
sicuramente al miglioramento del
mercato dei servizi energetici, con benefici
energetici, ambientali, sociali e di produttività,
perché sono garanzia di qualità e di aggiornamento
professionale. È ciò che è emerso dall’Osservatorio
Accredia “Le certificazioni accreditate per
l’efficienza energetica”, realizzato dall’Ente unico
italiano di accreditamento, in collaborazione con
Isnova, (I’Istituto per la Promozione dell’Innovazione
Tecnologica), controllato da Enea, e presentato
a fine marzo a Roma dal Presidente di
Accredia Giuseppe Rossi e dal Presidente di Enea,
Federico Testa, insieme a rappresentanti delle imprese
e della Pubblica Amministrazione.
Lo studio Accredia-Isnova delinea ruolo, benefici,
criticità e aree di miglioramento dei processi della
certificazione accreditata delle competenze (figure
professionali e organizzazioni) e dei sistemi di
gestione dell’energia ed è stato realizzato su un
campione composto da soggetti e organizzazioni
in possesso di certificazioni per il miglioramento
della performance energetica: EGE (Esperti in gestione
dell’Energia), ESCo (Società che forniscono
servizi energetici) e organizzazioni certificate ISO
50001 “Sistemi di gestione dell’energia”.
La certificazione accreditata, rilasciata da un organismo
verificato da Accredia, presenta maggiore
credibilità e autorevolezza rispetto agli altri tipi
di certificazione, come l’autodichiarazione di conformità
o la qualificazione emessa da fornitori o
subfornitori e presenta vantaggi per la PA, le imprese
ed i consumatori.
Per le imprese, la certificazione accreditata conferisce
maggiore incisività e penetrazione sul mercato,
grazie al vantaggio competitivo; inoltre attraverso
di essa il fornitore può dimostrare al cliente che opera in conformità alle norme nazionali e internazionali
e alle prescrizioni attinenti al proprio
campo di attività, il 60% delle imprese vede il processo
di certificazione come opportunità per innescare
l’innovazione di processo e prodotto, mentre
il 72% lo identifica come strumento per misurare
le proprie prestazioni energetiche. La certificazione
verifica, in modo terzo e indipendente, il mantenimento
e l’aggiornamento delle competenze dei
professionisti o l’approccio sistemico al miglioramento
continuo dei processi relativi a un sistema
di gestione. In più, è facilitato l’accesso alle gare
pubbliche e si accresce la reputazione aziendale e
la fiducia trasmessa ai consumatori.
Questo tipo di certificazione risponde, infine, alla
richiesta dei consumatori di avere garanzie sempre
crescenti sull’affidabilità e sostenibilità dei beni
e servizi acquistati, contribuendo all’adozione di
comportamenti energeticamente consapevoli e con
ricadute positive sull’ambiente.
Qualche numero
Per ciò che riguarda nello specifico, i benefici
derivanti dalla certificazione accreditata, gli EGE
(Esperti di Gestione dell’Energia) hanno evidenziato
l’aumento della reputazione professionale (per il 48%), una maggiore visibilità sul mercato (32%),
l’avanzamento professionale (11%) e la facilitazione
nelle gare di appalto (10%).
Le Società che forniscono servizi energetici (ESCo)
hanno identificato come benefici: l’aumento della
fiducia del cliente nel prodotto o servizio offerto
(per il 66%), la maggiore visibilità sul mercato (per
il 64%), l’aumento della qualità dei servizi forniti
(55%), la facilitazione nella partecipazione a gare
d’appalto (51%) e la maggior credibilità con le istituzioni
bancarie (26%).
Le organizzazioni certificate ISO 50001 hanno evidenziato
come benefici l’opportunità di misurare la
prestazione energetica (72%), o di innescare l’innovazione
di processo, l’identificazione delle priorità
in campo energetico (53%), il miglioramento
delle competenze (31%).
Nel 2016 sono stati 1674 gli Esperti in Gestione
dell’Energia certificati sotto accreditamento: il
44% di essi lavora nel settore dell’agricoltura, che
è quello che ha il maggior numero di organizzazioni
che si sono dotate di un energy manager certificato
EGE, seguito da quello dell’industria e del
terziario, rispettivamente con il 25%, della PA con
l’11% e dei trasporti con il 7%.
Le ESCo certificate sono state 1025: il settore di
attività prevalente indicato è quello industriale
con il 49%, seguito da quello terziario con il 20%,
dalla PA con il 18%, residenziale con l’8% e agricoltura
con il 4%.
Le organizzazioni che hanno fatto certificare il loro
sistema di gestione dell’energia secondo la ISO
50001, nel 2016, sono state 1269, appartenenti
prevalentemente al settore dell’industria (47%),
seguito dal terziario (31%) e PA (13%).
La nuova etichetta smart entro il 2019
Eravamo abituati da quasi vent’anni alle etichette
energetiche di elettrodomestici e televisori, ora
saranno univoche (con la stessa scala da A a G) e
faranno capo a un archivio digitale di informazioni.
Le nuove etichette potranno contenere un QR code
o un link che permetterà ai cittadini di accedere a un archivio online. La creazione di un database
dettagliato e di strumenti digitali, come ad esempio
app per smartphone, permetteranno ai consumatori
di fare paragoni immediati tra i prodotti presenti sul
mercato. Diventerà così possibile nell’UE lo sviluppo
di applicazioni per smartphone analoghe a quelle
già in uso ad esempio in Australia, che consentono
agli acquirenti di fare confronti immediati fra
i diversi modelli e di scegliere quello che offre il
maggiore risparmio rispetto alle abitudini personali
di impiego. I produttori avranno inoltre la facoltà
di inserire sulle etichette relative all’efficienza energetica
il simbolino che indica la capacità dell’apparecchiatura
di essere “smart”, cioè di essere programmata
(su consenso dell’utente) per mettersi in
funzione quando l’energia elettrica costa meno o è
disponibile in maggiore quantità. L’etichetta stampata
rappresenterà l’efficienza energetica tramite
una scala univoca rappresentata dalle lettere dalla
A alla G e dai colori dal verde al rosso e non ci saranno
più infiniti “+” davanti alla lettera A!
Le nuove etichette saranno applicate dapprima a
frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori, lampadine
ed entro il 2019 dovrebbero cominciare ad
arrivare nei negozi, a seguire toccherà a tutti gli
altri prodotti.
L’accordo informale ora dovrà essere confermato
dai 28 Stati UE e successivamente dall’assemblea
plenaria del Parlamento Europeo. Il nuovo regolamento
sulle etichette relative all’efficienza delle
apparecchiature che consumano energia entrerà
direttamente in vigore in tutti gli Stati UE, senza
bisogno di essere trasposto nelle legislazioni
nazionali: il Parlamento Europeo avrà il controllo
delle fasi di attuazione.
Le etichette relative all’efficienza energetica e l’ecodesign,
ossia all’introduzione progressiva di criteri
più stringenti di produzione, consentono un
risparmio energetico stimato dalla Commissione
europea in 175 Mtep all’anno (si tratta di 175 milioni
di tonnellate equivalenti di petrolio) entro il
2020: all’incirca la quantità di energia consumata
in un anno nel nostro Paese.
di Annalisa Galante
Membro del Comitato Scientifico Abitare Biotech
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