Mestre
L’ufficio di via Spalti 34 è chiuso e il numero di telefono squilla a vuoto. Chi, da giorni, lo cerca al telefonino, si sente rispondere che «il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o irraggiungibile». Prima di chiudere l’ufficio però Piero Piva, amministratore condominiale sessantenne di grande esperienza e molto conosciuto e stimato in città, ha contatto l’Anaci, l’associazione di categoria alla quale in passato era stato iscritto, lasciando, tramite un legale suo amico, una cartellina con alcuni documenti.
Tra questi i nomi dei condomìni, quelli dei referenti degli inquilini, e una bozza di bilancio nel quale - come conferma Aldo Antoci, presidente regionale Anaci - si evidenzia, nei circa settanta condomìni da lui amministrati, un passivo di almeno un milione e trecento mila euro per bollette e fatture non pagate nel corso degli ultimi anni.
Nella documentazione lasciata Piva ha inoltre allegato una lettera nella quale spiega che, per motivi di salute, si vede obbligato a rinunciare all’incarico da amministratore.
Risulta difficile, al momento, ricostruire le cause del passivo, che potrebbero almeno in parte essere riconducibili alla prassi di spostare somme di denaro dal conto corrente di un condominio all’altro a seconda dell’avvicinarsi delle scadenze di bollette o fatture. Una prassi che rischia di trasformarsi in una trappola quando gli inquilini pagano in ritardo o non saldano le rette mensili, accumulando debiti - circostanza che capita sempre più spesso a causa della crisi - facendo sempre più piccola una coperta che non si può più spostare da una parte all’altra.
L’irreperibilità di Piva ha gettato nel panico centinaia di famiglie, molte delle quali non sono a conoscenza non solo del passivo complessivo, ma di quello relativo al proprio condominio.
Per fare chiarezza sui conti di ogni singolo palazzo bisognerà mettere le mani sulla documentazione, custodita negli uffici di via Spalti. E, per poterci entrare in possesso, gli inquilini dovranno nominare un nuovo amministratore, cui spetterà poi il compito di capire come stanno le cose.
Che l’ammanco riguardi anche il pagamento delle utenze è tuttavia testimoniato anche dal fatto che, almeno due condomìni, hanno ricevuto altrettante diffide di pagamento per bollette non saldate. Proprio per questo l’Anaci si è già mossa presso le principali società di servizi per chiedere un po’ di tempo prima di procedere a ulteriori diffide e ai successivi blocchi nell’erogazione dei servizi anche considerando, ha spiegato l’Anaci alle società, che tra poco arriverà il freddo e bisognerà accendere il riscaldamento.
Ora i condòmini hanno due strade che possono percorrere: procedere con l’auto-convocazione dell’assemblea condominiale, con la quale si può nominare un nuovo amministratore - una strada già scelta in una manciata di palazzine - o attendere la chiamata da parte dell’Anaci veneziana, che in questi giorni sta consegnando le convocazioni e comunicando, a quegli inquilini che ancora sono all’oscuro di tutto, la scelta di Piva di rinunciare all’incarico.
Tra i condomìni che amministrava ci sono immobili in tutta la città, da via Caneve - dove aveva l’ufficio prima di trasferirsi in via Spalti - a riviera XX Settembre, da Parco Ponci a viale Garibaldi passando per Piazza Barche. Ieri abbiamo cercato di contattare Piva, anche attraverso un avvocato a lui vicino, per raccogliere la sua testimonianza, ma non è stato possibile rintracciarlo. «Non conosciamo le cause del passivo», dice Antoci, presidente regionale Anaci, «ma di sicuro il suo comportamento non è stato corretto nei confronti dei condòmini, che stiamo aiutando a risolvere la situazione».
Fonte: nuovavenezia
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