Capacità relazionali e gestionali del gestore immobiliare
"La prego di far rispettare le regole”. Immagino che questa richiesta per l’amministratore sia una sorta di persecuzione che arriva con tutti i mezzi di comunicazione a disposizione dei condomini. Una richiesta legittima, ma difficile da esaudire. Del resto, a chi altri possono rivolersi i condomini per chiedere questo genere di aiuto! Spesso si sente dire: “Ci vorrebbe qualcuno che facesse rispettare le regole” e si arriva ad invocare la presenza dello sceriffo di condominio.
Il rispetto delle regole è richiamato costantemente
come soluzione, a volte come panacea di tutti i
mali. La convinzione diffusa è che se tutti rispettassero
le regole, non ci sarebbero problemi. Il
che è vero solo in parte. Il rispetto formale delle
regole, infatti, non garantisce di per sé una buona
convivenza. Oltre le regole ci sono le persone e la
qualità delle loro relazioni che richiedono attenzione
e rispetto anche oltre le regole. In poche
parole, le regole sono importanti, vanno rispettate,
ma non basta.
Le regole ci sono, ma le persone fanno fatica a rispettarle.
Pare che non ne capiscano più il senso.
Questo, ovviamente non riguarda solo la vita nel
condominio. Il tema della legalità è cruciale nel
nostro paese. Le regole sono vissute come “costrizione”,
come limitazione alla libertà individuale,
come intralcio al benessere personale, piuttosto
che come risorsa al servizio della collettività e,
alla fine, anche del proprio benessere. Verso le regole in generale si è creata una sorta di avversione
e la tendenza a piegarle in funzione dei propri
interessi personali. Le regole non piacciono. O
non piacciono a tutti nello stesso modo. Inoltre,
intorno alle regole nascono conflitti che per essere
gestiti, rimandano a loro volta a delle regole.
Poiché le regole vanno rispettate, quando ciò non
avviene, qualcuno ha la responsabilità di intervenire
per farle rispettare e sanzionare chi non lo fa.
Nel condominio tocca all’amministratore.
Ma quali strumenti e quale potere ha l’amministratore
per far rispettare le regole? Può fare un
richiamo. Verbale o scritto. O può minacciare di
farlo. In casi molto gravi potrà fare ricorso alla
magistratura.
L’amministratore non è un giudice e neanche lo
“sceriffo” del condominio. Non sempre la responsabilità
che gli viene attribuita è sostenuta da
un effettivo potere per imporre o sanzionare. Gli
amministratori lo sanno bene. Infatti spesso si
trovano in una situazione complicata. Non possono
disattendere la richiesta di fare in modo che
le regole vengano rispettate e, al tempo stesso,
sanno che gli strumenti di cui dispongono sono
molto limitati. Se l’amministratore non riesce a
costruire un dialogo con il “trasgressore” al quale
dovrebbe parlare e che, soprattutto, dovrebbe
convincere, i suoi inviti e i suoi richiami rischiano
di cadere nel vuoto. Inoltre, se un richiamo
è fatto male, o magari sulla base di un input di cui non si è verificata l’attendibilità, la situazione
può peggiorare. La persona si arrabbia di più e la
disattenzione verso la regola può diventare dispetto.
Il richiamo fa esplodere il conflitto
Essere realistici rispetto alla potere reale che si
ha è fondamentale per non mettersi nei pasticci,
non complicarsi la vita e non complicarla anche
agli altri con azioni sbagliate.
- Cosa sarebbe necessario?
- Le regole servono perché orientano i comportamenti. Le persone non devono ogni volta domandarsi cosa fare: basta seguire la regola. Ma quando la regola non si conosce o quando non si condivide?
Il primo punto, quindi, è conoscere le regole, capirne
il senso e basare il rispetto soprattutto sulla
condivisione. Se pensiamo tutto questo in un
contesto interculturale, con dei condomini sempre
più diversi fra loro, appare un’impresa non
certo facile.
In ogni caso, le regole vanno rispettate anche
quando non si condividono. Nella vita sociale ci
sarà sempre qualche norma che in qualche momento
non ci piace. La condivisione di fondo riguarda la necessità delle regole e del loro rispetto
sempre, non a corrente alternata.
- Se il senso della regola è condiviso e se chi è chiamato a far rispettare le regole gode dell’autorevolezza necessaria, la cosa funziona. Altrimenti si deve usare la forza, la minaccia, la sanzione. Se le persone non rispettano le regole per adesione volontaria e per convinzione, qualcuno deve fargliele rispettare. Come?
- Ma cosa può effettivamente fare l’amministratore nei confronti di coloro che non rispettano il regolamento condominiale?
Una paziente azione educativa è irrinunciabile.
Ma richiede tempo, oltre che competenze. Spesso
l’amministratore non ha né l’uno, né le altre.
Infine, il richiamo alle regole non può essere separato
dal rispetto per le persone e dall’ascolto.
La regola non può sostituire il rispetto per gli
altri e per l’ambiente. Il rispetto non può essere
garantito da una regola. Come del resto l’ascolto.
La regola, ad esempio, garantisce il diritto
di parola, ma non può garantire l’ascolto, che è
un comportamento che si basa sulla disponibilità
soggettiva. In un’assemblea di condominio ben
organizzata si può garantire a tutti di poter parlare,
ma non si può garantire a tutti di essere
ascoltati.
di Elvio Raffaello Martini
Psicologo
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