martedì 17 gennaio 2017

Brexit: Theresa May, come la Gran Bretagna uscirà dall'UE

Lo scorso giugno "i britannici hanno votato per il cambiamento". 

Theresa May, attuale premier della Gran Bretagna, annuncia l'atteso discorso sulla Brexit. La premier britannica illustra alla Lancaster House di Londra i suoi piani per l'uscita dall'Unione europea:



Sono 12 punti studiati perché il passaggio sia meno duro possibile. Sarà un abbandono graduale per evitare "un dannoso salto nel vuoto". Un "processo per gradi di attuazione" nell'interesse reciproco di Ue e Gran Bretagna. Sarà il Parlamento a votare sull'accordo finale che emergerà dai negoziati. "I britannici hanno votato per forgiare un futuro migliore per il nostro Paese. Hanno votato per uscire dall'Unione europea e abbracciare il mondo", pronta ad annunciare l'abbandono del mercato unico. 

Verrà garantito il controllo dell'immigrazione. "Non vogliamo più essere membri del mercato unico europeo" annunciando che la Gran Bretagna riprenderà così il controllo dell'immigrazione dai Paesi UE e si ritirerà dalla giurisdizione della Corte europea di Giustizia. Puntando, però, a un accordo di libero scambio con l'Ue, senza contribuire al bilancio europeo.

"In questo momento, stiamo abbandonando l'Europa e pianifichiamo un vertice biennale del Commonwealth. Costruiremo una Gran Bretagna veramente mondiale. Non vogliamo che l'Unione europea si smembri, ma da parte dell'Ue è mancata la flessibilità nei confronti di Londra e i britannici se ne sono accorti. La tutela dell'Unione- dice- è al cuore di ogni azione della Gran Bretagna, perché soltanto uniti possiamo cogliere le opportunità che ci attendono". E soltanto uniti si può condurre una efficace lotta al crimine e al terrorismo. 


Un po' come dire: ce ne andiamo, facciamo quello che vogliamo, i nostri conti ce li guardiamo noi, le nostre leggi non si discutono, però le merci girano libere e vi continuiamo a vendere la nostre belle cose (che produciamo secondo le nostre regole e ci dispiace se a voi vi costa di più).  

Anche sull'immigrazione non gli interessa più di tanto: ve li tenete voi!  P.S.: Non vi daremo più un soldo per nulla, nemmeno per la solidarietà per lo sviluppo delle regioni povere dell'Europa. 

Su questo e molto altro ci sarà tanto da dire. Bisogna vedere anche come agirà l'Unione Europea. Se da quando esiste ha sempre lavorato per cercare di aggiungere stati membri, trovare un'economia, una legge, una giurisprudenza comune, sviluppare l'agricoltura in maniera che in Europa nessuno soffri più la fame... Oggi la situazione si contrappone, uno Stato gli ha chiuso le porte in faccia, o si può restare fuori dalla porta a continuare ad offrire aiuto, o studiare una soluzione più degna per i popoli europei. 

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