martedì 20 giugno 2017

Il fabbisogno termico di energia termica utile

Per comprendere il concetto di Fabbisogno termico è utile ricorrere ad una analogia “idraulica” che recupera l’esperienza (comune) di tutti quelli che, per necessità o per intrinseco piacere, solitamente si “lavano”. Prendiamo quindi in esame una vasca da bagno e la sua cugina maggiore ovvero una piscina:
Senza ricorrere a troppi tecnicismi risulta intuitivo considerare accettabile una associazione logica, ovvero la correlazione tra la quantità di acqua contenuta in un recipiente (vasca o piscina) con il “livello” raggiunto/desiderato, a parità di dimensioni del contenitore.
Quindi se accettiamo l’assunto precedente, tale assunto si può estendere alla termotecnica: basta considerare la quantità di calore necessaria a soddisfare un bisogno come una quantità di acqua e la temperatura raggiunta/desiderata come il livello necessario per permettere di soddisfare questo bisogno.
Quindi se ipotizziamo che “statisticamente” necessitino almeno 20°C per raggiungere condizioni di comfort, la corrispondente quantità di calore deriva dalle “dimensioni” del contenitore (stanza, zona termica) da climatizzare. La schematizzazione, volutamente, è abbastanza rozza perché entrano in gioco i concetti di trasmittanza e capacità termica , variabili termiche aggiuntive alle pure variabili dimensionali.
Ma per gli scopi immediati il parallelo regge. Accettato quindi questa similitudine, il concetto di fabbisogno termico può essere meglio compreso ricorrendo alla successiva immagine:
Ipotizziamo appunto una situazione come quella descritta: la necessità da soddisfare è quella di mantenere un livello di acqua nella vasca (temperatura ambiente) sufficiente per consentire al “roditore” di compiere le proprie abluzioni.
La vasca da bagno (alloggio, stanza, zona termica) è però, ahimè, affetta da fori (dispersioni termiche) tali da far decrescere il livello desiderato. Ecco la necessità di ricorrere ad un sistema di reintegro (impianto) per ripristinare il livello desiderato introducendo la quantità di acqua (calore – energia termica) dispersa.
Quindi il FABBISOGNO TERMICO DI ENERGIA TERMICA UTILE altro non è che un bilancio tra dispersioni (fuoruscite di acqua dalla vasca) e gli apporti (piove nella vasca) , una volta fissato il livello di acqua in modo convenzionale (20°C di temperatura interna).
Altro è il concetto di CONSUMO (FABBISOGNO DI ENERGIA PRIMARIA) che deriva dal soddisfare il fabbisogno di energia utile tramite l’impiego di vettori energetici. Questo impiego può essere più o meno efficiente generando comunque perdite che si aggiungono al fabbisogno di energia utile per costituire il CONSUMO.
Quindi il CONSUMO può essere inferiore al FABBISOGNO DI ENERGIA UTILE nella misura in cui si rinuncia a parte del servizio (per esempio accettando di godere di una temperatura inferiore a 20°C), ma solitamente il CONSUMO risulta sempre superiore al FABBISOGNO DI ENERGIA UTILE appunto perché si generano comunque perdite nei processi di conversione.

di Antonio Claudio Lucchesi
Consulente ANACI
fonte: AmministrareImmobili

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