mercoledì 10 agosto 2016

ATTUALITA': CROLLO PALAZZO DI LUNGOTEVERE FLAMINIO

Quasi in sordina è passata qualche giorno fa la notizia che la Procura della Repubblica, nelle persone del procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e del PM Antonella Nespola, hanno firmato il provvedimento con cui sono stati individuati i soggetti iscritti nel Registro degli indagati per disastro colposo relativamente al crollo dei 3 piani del palazzo di Lungotevere Flaminio 70 avvenuto il 22 gennaio scorso, sciogliendo quindi la riserva delle prime ore quando l’ipotesi di reato di crollo colposo era stata formulata nei confronti di IGNOTI.

I quattro indagati sono:
  • il proprietario dell’appartamento del 5° piano, dove era in Corso la ristrutturazione;
  • il progettista dei lavori;
  • il geometra;
  • il titolare dell’impresa incaricata di abbattere le parti dell'appartamento che dovevano essere ristrutturate.
Sulla base delle relazioni dei Vigili del Fuoco, che prima del crollo avevano fotografato le parti da ristrutturare, e dei Consulenti Tecnici d’ufficio che sono gli ingegneri Claudio De Angelis e Lucrezia Le Rose, è possibile ipotizzare che a determinare il crollo sarebbe stato l’abbattimento di alcuni tramezzi dell’appartamento del 5° piano per creare un open space.
Fin da subito le operazione dei Consulenti del Tribunale, oltre che sullo stato complessivo di agibilità dell’immobile per verificare la possibilità di consentire il rientro degli abitanti così fortunatamente evacuati nell'imminenza del disastro la notte tra il 22 e il 23 gennaio scorso, si sono concentrate sulla individuazione delle possibili cause del disastro, al fine di individuare i soggetti possibilmente responsabili dei fatti.
Per questo, fin da subito furono posti sotto sequestro i documenti depositati al Municipio sia relativamente ai lavori in corso nel fabbricato (sembra in ben tre appartamenti contemporaneamente), sia ai lavori pregressi e furono iniziate le indagini a tutto Campo per acquisire da più parti gli elementi testimoniali circa i fatti.
La necessità di addivenire a conclusioni quanto più esaustive e complete, portò addirittura l’11/4 scorso al rigetto da parte della Procura dell'istanza di dissequestro presentata dall'avvocato Gianluca Tognozzi per conto dell’amministratore dello stabile Vincenzo Marcialis, che era stato nel frattempo nominato non solo custode giudiziario del bene oggetto delle indagini, ma anche "responsabile di piazza e strada", cioè responsabile della sicurezza della fruibilità delle aree COMUNALI interessate dagli eventi. E che, in dipendenza dell’accertamento che le cause del crollo non fossero connesse a cause naturali ma UMANE, era rimasto altresì onerato, in quanto rappresentante del condominio, del compito di rimuovere le macerie, compatibilmente con i tempi delle indagini; di riportare in sicurezza le parti interessate dal crollo e quindi consentire ai condomini di rientrare nelle loro case.
E infatti sulla certificazione di cessato pericolo predisposta per conto del condominio dall'ing. Zeuli, allegata a questa istanza, ha pesato il parere negativo dei consulenti della Procura affinché ci fosse più tempo per individuare le ragioni del collasso del settimo, del sesto e del quinto piano. 
Ragioni che oggi sembrano individuate nell'abbattimento di alcuni tramezzi dell’appartamento del 5° piano per creare un open space e che quindi, oltre ad aver dato un volto ai possibili responsabili che sono dunque state iscritti nel registro degli indagati, sono anche il prodromo per un rapido rientro delle famiglie in casa.
L'Amministratore Marcialis, che ha condotto con tenacia e professionalità i compiti che gli sono stati assegnati (ben al di là di quelli propri dell'amministratore di condominio) ne è uscito "vincente".
ANACI Roma si stringe in un abbraccio solidale al collega.

di Gisella Casamassima
Direttore Centro Studi Prov. ANACI Roma

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