L’aspetto principale dei processi trasformativi in atto riguarda le strutture organizzative di impresa e soprattutto il lavoro d’ufficio e direzionale, nel cui quadro emerge la convenienza di puntare su un’organizzazione del lavoro elastica, in grado di usufruire e produrre un elevato numero di informazioni.
Nel passato il processo costruttivo, basato
sul sistema costruttivo tradizionale ovvero
nella realizzazione di murature portanti,
aveva un carattere fortemente omogeneo e non
era possibile distinguere nell’ambito del processo
realizzavo tra diverse e distinte fasi.
Il processo costruttivo iniziava con le operazioni
di scavo, realizzate manualmente (pala e picco),
proseguiva con modalità del tutto omogenee con
la posa dei corsi di mattoni per realizzare le murature
portanti, per concludersi con la realizzazione
della copertura. Con l’introduzione del calcestruzzo
armato (CA) si realizza per la prima volta nella
storia una forte differenziazione delle operazioni
costruttive. Il CA, infatti, provoca una netta separazione
tra le attività destinate alla realizzazione
delle fondazioni e rispettivamente quelle per
la realizzazione delle strutture portanti verticali e
orizzontali e le attività di completamento (finiture
e realizzazione degli impianti).
Questa netta separazione in fasi del processo
costruttivo viene nel tempo ulteriormente accentuata
dallo sviluppo del macchinario di cantiere
(escavatori, pale per la movimentazione del
terreno, centrali di betonaggio per la produzione
di grandi quantità di calcestruzzo, gru di diverso
tipo per il sollevamento dei carichi in quota), di
molteplici tipologie di attrezzature (casserature
per i getti di CA, intonacatrici, ecc.) e materiali
innovativi (colle, materiali sigillanti, schiume
a rapida espansione, isolanti termici e acustici,
rivestimenti di svariate tipologie, vetri speciali,
ecc.). In conseguenza di questo fenomeno la prima
fase (scavi e fondazioni) subisce un accentuato
processo di “industrializzazione” (macchinario)
e specializzazione (formazione di imprese specificatamente
orientate a questa attività), mentre in
generale tutte le attività del processo costruttivo vanno via via e in maniera sempre più accentuata
specializzandosi e quindi assumendo caratteri distintivi
l’una dall’altra. Ne deriva una sempre più
netta differenziazione tra le tre fasi che costituiscono
il processo costruttivo nel suo complesso:
1. preparazione del terreno, realizzazione degli
scavi e delle fondazioni dell’edificio;
2. elevazione della struttura portante verticale
e orizzontale, la cui realizzazione segue
diverse modalità in relazione al sistema costruttivo
utilizzato;
3. realizzazione delle chiusure verticali esterne
opache e delle “finiture” ovvero, partizioni interne,
rivestimenti orizzontali e verticali esterni ed
interni dell’edificio, opere di completamento (ad
esempio soglie, davanzali, finestre, porte, ecc.) e
degli impianti.
Nell’ambito della terza fase è, ovviamente, necessario
distinguere tra le operazioni di natura edile
e quelle impiantistiche.
Questa suddivisione delle attività di cantiere assume
una notevole rilevanza ai fini della nostra
argomentazione perché i processi di razionalizzazione
e innovazione del settore coinvolgono
queste tre fasi in modalità e tempi differenti in
termini di intensità di capitale, organizzazione
del lavoro e materiali utilizzati. Dal punto di vista
delle imprese di costruzione, la ormai consolidata
separazione in tre fasi del processo costruttivo
riveste grande importanza perché consente modalità
molto differenziate nella organizzazione
e conduzione del cantiere. Per questo motivo è
abituale, soprattutto nei cantieri di edilizia residenziale
di limitata dimensione, assistere alla
coesistenza nell’ambito del processo costruttivo
tra forme avanzate e innovative e modalità produttive
del tutto tradizionali.
Questo consente alle imprese di fruire di una
flessibilità organizzativa e di una variabilità di
sistemi produttivi sconosciuta in altri set tori manifatturieri.
Così, da tempo, la prima fase (scavi
e fondazioni) ha subìto un forte processo di meccanizzazione
e oggi dispone di macchinari estremamente
sofisticati ed è caratterizzata da una
significativa intensità di capitale e da un numero
molto limitato di forza lavoro.
La seconda fase, quella della realizzazione della
struttura portante dell’edificio, vede la coesistenza
di modalità organizzative e produttive estremamente diversificate. Mentre nei piccoli cantieri
sono ancora largamente presenti modalità operative
basate sul getto in opera del calcestruzzo
armato, sia per quanto attiene le strutture verticali
(pilastri), che per quelle orizzontali (solai e
coperture), nei cantieri di edifici terziari e commerciali
si assiste ormai da tempo a una larga
diffusione di sistemi prefabbricati in calcestruzzo
armato e negli ultimi anni anche di acciaio e di
legno lamellare. Nella seconda fase, la diffusione
di sistemi prefabbricati ha liberato questa attività
dai condizionamenti e rapporti di stretta interdipendenza
con le attività della terza fase: realizzazione
delle chiusure verticali esterne (tamponamenti),
delle partizioni interne, delle finiture
superficiali verticali e orizzontali, del le aperture
e degli impianti. La terza fase è quella più critica
per la molteplicità di attività, di materiali e
modalità esecutive anche molto diverse che comporta,
ma anche perché costituisce quella che, in
termini di costi ha il più marcato peso relativo
e che influisce molto più delle altre sulla qualità
del manufatto che verrà percepita dall’utente
finale. Nel momento attuale la maggiore evoluzione
innovativa del settore avviene proprio nella
terza fase del processo produttivo attraverso la
sostituzione del tradizionale coacervo di attività-
lavorazioni fortemente interdipendenti tra di loro,
svolte con modalità artigianali e quindi difficilmente
pianificabili, con nuovi materiali e componenti
industriali. L’integrabilità si è rivelata, si
sta rivelando, come la carta vincente dell’innovazione
oggi sempre più dilagante nel settore edile:
materiali, semilavorati, componenti, provenienti
dai settori industriali più dispara ti, si sono dimostrati
in grado di penetrare ed affermarsi, non
solo per ovvie convenienze economiche e prestazionali,
ma anche in ba se alla loro possibilità
di integrazione nel cantiere, nella sua struttura
tecnico-decisionale (dirigenti-tecnici) e operativa
(manodopera).
In particolare gli elementi-lavorazioni e le parti
dell’edificio sui quali si stanno determinando le
più significative innovazioni sono molteplici. Ci
limiteremo a segnalare le più manifeste. Esamineremo
in una successione logica i materiali, i
componenti e infine i sistemi; escluderemo dalla
nostra trattazione i sistemi impiantistici, affrontare
i quali richiederebbe troppo spazio.
- Materiali
In questo campo l’innovazione è frenetica e riguarda
praticamente tutte le attività del cantiere,
spaziando dagli intonaci premiscelati con molteplici
additivi per ottenere prodotti acceleranti,
ritardanti, aeranti, antievaporanti, impermeabilizzanti,
ai leganti (cemento) e ai calcestruzzi che offrono prestazioni sempre più sofisticate,
alle materie plastiche utilizzate per l’isolamento
termico e acustico (policarburi) ma anche per una
molteplicità di rivestimenti, fino ai siliconi che
originano collanti che possono raggiungere elevatissime
prestazioni del tutto analoghe a quelle
ottenibili da processi di saldatura, tanto è vero
che vengono utilizzati al posto di questa anche
per collegare tra loro elementi metallici e soprattutto
lastre di vetro.
Le vernici, i vetri, le leghe metalliche hanno avuto
anch’essi un’evoluzione straordinaria e offrono
prodotti dalle prestazioni elevatissime. I nuovi
materiali per rivestimento, quali il “corian”, utilizzati
anche per realizzare arredi, sono solo alcune
delle diverse centinaia di materiali nuovi o
tradizionali che hanno subìto notevoli evoluzioni
e che offrono soluzioni nuove in termini di prestazioni,
tempi di posa e costi.
- Componenti
La componentistica fornisce prodotti/semilavorati
che offrono la possibilità di razionalizzare e
ottimizzare i tempi di esecuzione del cantiere.
A fianco di prodotti “tradizionali” in cemento
armato, ormai largamente diffusi sul mercato
quali lastre solaio, velette per balconi, davanzali,
rampe di scale, pannelli per il rivestimento di
parti di facciata, è presente una ricca offerta di
componenti (lastre, pannelli dalle dimensioni più
svariate) provenienti da settori industriali diversi
da quello edile, che offrono soluzioni molto interessanti
e performanti per realizzare le partizioni
interne degli edifici come anche le chiusure verticali
esterne opache in sostituzione dei tamponamenti,
nonché le coperture degli edifici.
Ad esempio: pannelli in cartongesso, pannelli
sandwich costituiti da lamiere di acciaio-nichel
o alluminio e da sue leghe al cui interno è stato
iniettato un materiale plastico (spesso di origine
vinilica) ad alta densità, che assicura la necessaria
prestazione di isolamento termico e acustico.
- Sistemi
Anche nel caso dei sistemi, si assiste a una larga
offerta di prodotti in grado di risolvere in modo
nuovo le operazioni di cantiere. In questo segmento
l’innovazione ci ha consegnato una larga
offerta di sistemi di involucro, dai più sofisticati
curtain wall completamente vetrati a parete ventilata,
fino a sistemi di involucro basati su un mix
di elementi vetrati e opachi, per arrivare a “sistemi
finestra” che integrano davanzale e avvolgibili
con la finestra vera e propria. Sistemi per realizzare
pavimenti flottanti sopraelevati, controsoffitti,
sistemi modulari e mobili per realizzare la
divisione dello spazio interno, per arrivare ai sistemi lignei che consentono di costruire un edificio
multipiano in tempi straordinariamente brevi.
Tutti questi sono solo alcuni degli esempi più evidenti
di un nuovo modo di costruire, basato non
più sul cantiere lento e umido (utilizzazione di
leganti tradizionali a base di calce e/o cemento),
ma invece sul cantiere a secco (collegamenti meccanici)
stressato nei tempi grazie alla semplicità e
facilità di messa in opera che offrono i materiali,
componenti e sistemi innovativi. Questo trascurando
di entrare nel merito delle problematiche
impiantistiche degli edifici che costituiscono un
contesto nel quale si è registrato un elevato e
forse il maggiore tasso di innovazione.
Oggigiorno sono ormai molteplici le tipologie di
immobili che nella loro grande maggioranza sono
caratterizzate dalla realizzazione attraversò quello
che abbiamo definito come “cantiere a secco”
grazie all’utilizzazione di materiali, componenti
e sistemi innovativi: palazzi per uffici, centri
commerciali e retail park, piattaforme logistiche
e nell’ultima fase anche non pochi hotel di ultima
generazione. Il segmento residenziale è quello
nel quale ancora permangono le tecnologie costruttive
più tradizionali (laterizi, malta, cemento
armato gettato in opera), ma anche in questo
segmento occorre fare una precisa differenziazione
tra mercati tra loro profondamente diversi. Nei
piccoli centri comunali e, più in generale, dove
il tessuto urbano è meno densificato continua a
esistere un diffuso e vasto mercato basato sulla
costruzione di case unifamiliari e di edifici in
linea (case a schiera) che vengono ancora realizzati
in larga parte secondo modalità tradizionali
(cantiere umido, getti di calcestruzzo in opera).
Nel settore delle costruzioni si assiste quindi alla
compresenza di processi costruttivi anche estremamente
diversificati: dai cantieri tradizionali
dell’edilizia residenziale di piccola dimensione, ai
cantieri più innovativi per la realizzazione di palazzi
per uffici, centri commerciali, ecc.
È in questo scenario che l’industria delle costruzioni,
da settore arretrato secondo le logiche in dustrialistiche, diviene un settore che evidenzia
caratteristiche innovative di grande interesse.
Caratteristiche che si scoprono essere un tratto
che contraddistingue diversi fattori produttivi anche
tra i più tradizionali: le maestranze, i quadri
tecnici di cantiere, ad esempio, la cui polivalenza
era interpretata f ino a poco tempo fa come una
“mancanza di specializzazione tayloristica”, oggi
viene apprezzata per la valenza di elasticità che
esprime e che rende possibili molteplici forme di
produzione, non ultima quella basata sulla diffusa
utilizzazione di nuovi materiali.
Affrontare le problematiche dell’innovazione nel
settore delle costruzioni significa però rivolgersi
anche verso altre direzioni ed.esperienze. L’innovazione
si sviluppa infatti secondo due direttrici
principali. La prima l’abbiamo appena descritta,
mentre la seconda direttrice si concretizza in
forma meno evidente ma di impatto formidabile
attraverso, sia la crescente diffusione di innovazioni
sul piano organizzativo-gestionale con
l’utilizzazione delle tecnologie lnformation Communication
Technology (ICT), sia grazie all’introduzione
di queste tecnologie unitamente a
quelle dei sistemi elettronici di automazione degli
impianti, dei sistemi di sicurezza e delle comunicazioni
nel prodotto edilizio a realizzare le
nuove forme di controllo e gestione degli edifici
che vengono variamente definite come Computer
lntegrated Building (CIB), quando applicate agli
edifici terziari, “domotica” o Home Automation,
quando realizzate nei cantieri residenziali.
In questa direzione (quella dell’innovazione tecnologica
e organizzativa) svolgono un ruolo molto importante
le nuove tecnologie basate sull’elettronica.
Esse permettono la realizzazione efficiente delle
operazioni amministrative, di acquisto materiali,
di progettazione e programmazione dei lavori, con
un numero esiguo di impiegati tecnici, favorendo,
attraverso il concentramento delle informazioni, la
possibilità di decentrare le funzioni produttive.
Le tecnologie informatiche formalizzano e standardizzano
le procedure e comportano lo sviluppo nell’ambito dell’azienda di responsabilità precise
e definite su determinati problemi, favorendo i
processi di specializzazione e di gestione tecnicomanageriale.
In particolare consentono efficaci controlli in
termini di contabilità industriale su molteplici
aspetti della produzione edile, contribuendo al
consolidamento di atteggiamenti più razionali
nella conduzione del cantiere.
L’aspetto principale dei processi trasformativi in
atto riguarda le strutture organizzative di impresa
e soprattutto il lavoro d’ufficio e direzionale,
nel cui quadro emerge la sempre maggiore convenienza
di puntare su un’organizzazione del lavoro
elastica, in grado di usufruire e produrre un elevato
numero di in formazioni. Ciò diviene sempre
più necessario a fronte di un’elevata turbolenza
dell’ambiente entro cui le imprese si trovano a dover
operare. Le tendenze che nell’ultimo periodo
si sono espresse sul piano organizzativo con gli
inevitabili aggiustamenti e mediazioni, possono
così essere sintetizzate:
- diminuzione dei livelli gerarchici;
- riduzione degli organici;
- tendenza a contrarre i costi fissi in funzione dei
costi variabili;
- interesse dell’impresa al decentramento attraverso
rapporti con soggetti dotati di livelli e autonomia
imprenditoriale e tecnicamente specializzati;
- aumento della professionalità richiesta in termini
di adattabilità alla variabilità delle situazioni e
di capacità di assunzione di responsabilità sugli
obiettivi.
Non a caso anche nel settore delle costruzioni si
sviluppa il modello dell’”impresa rete”, che offre
l’opportunità all’impresa maggiore che governa la rete di rapporti, di gestione (controllare, programmare)
molte più risorse di quelle che effettivamente
sono incorporate nella sua organizzazione.
Nella “rete” vengono coinvolte imprese di
ogni tipo, e, molto frequentemente, anche società/studi
di diverse competenze progettuali. Per
il settore si tratta indubbiamente di un’evoluzione
qualitativa del fenomeno del decentramento
produttivo, che comunque non cessa di esistere
e manifestarsi nelle sue forme più varie. Ma no
a mano che il lavoro aumenta e cresce di complessità,
per le imprese e gli operatori del settore
diviene sempre più necessario:
- gestire in maniera razionale il complesso delle
comunicazioni-scambio di informazioni tra i diversi
soggetti (interni ed esterni all’organizzazione);
- definire nuovi e più validi criteri con cui valutare
e indirizzare le performance dei diversi settori
di attività.
I complessi processi innovativi che caratterizzano
il settore in questa fase, pur nella loro indubbia
positività, pongono alcuni rilevanti problemi. Infatti,
il processo trasformativo in atto si sviluppa
in un settore caratterizzato da una struttura produttiva
e imprenditoriale fortemente polverizzata
e con un elevatissimo turn over di manodopera
caratterizzato da maestranze di nazionalità italiana
in uscita largamente compensato da numerosi
ingressi di mano d’opera straniera e in particolare
extracomunitaria. Da queste complesse e concomitanti
azioni e circostanze deriva il pericolo,
già in molti contesti concretamente avvertibile,
di una perdita – nella filiera produttiva delle
costruzioni – delle conoscenze tecnologiche
più tradizionali, quelle legate al “saper fare” del
“cantiere lento”. Il settore delle costruzioni nel
nostro Paese corre il rischio che a fronte di diffuse
e concomitanti innovazioni tecnologiche e
di una crescita di capacità gestionali in grado di
innescare processi produttivi sempre più rapidi e
programmati, si contrapponga una significativa e
per certi versi drammatica, sul piano della qualità
dei manufatti, perdita di know-how tradizionale :
l’hardware del “cantiere lento”.
Know-how in gran parte legato al “saper fare” di
maestranze efficienti, motivate e con una elevata
deontologia del proprio lavoro: una tipologia di
mano d’opera oggigiorno ormai in fase di avanzata
estinzione. Solo attraverso un forte processo
di osmosi tra ciò che è e quello che sarà, in un
contesto di attenta valutazione delle opportunità
offerte dall’innovazione tecnologica rispetto alle
soluzioni tradizionali, potranno determinarsi le
condizioni per un effettivo e duraturo sviluppo
dell’innovazione.
di Oliviero Tronconi
Professore Ordinario Politecnico di Milano Dip. BEST
Nessun commento:
Posta un commento
Commenti, critiche e correzioni sono ben accette e incoraggiate, purché espresse in modo civile. Scrivi pure i tuoi dubbi, le tue domande o se hai richieste: il team dei nostri esperti ti risponderà il prima possibile.