In tema di Condominio sono nulle le delibere dell'assemblea adottate in violazione dei criteri normativi o regolamentari di ripartizione delle spese.
Nel respingere la domanda dei ricorrenti, la Suprema Corte ribadiva, anzitutto, il principio secondo il quale sono «nulle, per impossibilità dell'oggetto, le delibere adottate in violazione dei criteri normativi o regolamentari di ripartizione delle spese» chiarendo che non può l'organo collegiale eccedere nelle sue attribuzioni, seppur limitate alla suddivisione di un determinato affare o specifica gestione.
Inoltre la Suprema Corte chiarisce che chi intende impugnare una delibera assembleare deve dimostrare di avervi interesse.
Detto interesse presuppone che la delibera assembleare arrechi al condomino un apprezzabile personale pregiudizio in termini di mutamento della rispettiva posizione patrimoniale.
Nella fattispecie la Suprema Corte rigettando il ricorso evidenzia, come i consumi presunti oggetto della contestazione riguardassero non le unità immobiliari di proprietà degli attori, bensì, altri tre condomini e l'erroneità della disposta ripartizione delle spese di gestione non aveva danneggiato in alcun modo i ricorrenti.
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