lunedì 2 ottobre 2017

Legge Concorrenza: Zambrano risponte alla Bonomo sulle società di ingegneria







In una nota inviata al sito www.lavoripubblici.it l’On.le Francesca Bonomo (PD) ha criticato contenuti ed azione del Consiglio Nazionale Ingegneri in merito alla legge sulla concorrenza, in particolare per quanto riguarda il tema delle società di ingegneria. A questo proposito arriva la risposta del Presidente del CNI. “Le parole della deputata Bonomo – afferma Armando Zambrano - non ci sorprendono; ci sorprende invece il fatto che siano espresse a nome del gruppo del PD, coinvolgendo anche il Governo. Non è il caso di ricordare l’iter parlamentare del provvedimento sulla concorrenza, terreno di aspro scontro interno alla maggioranza, legge controversa e solo forzatamente condivisa, i cui effetti non tarderanno a farsi sentire. “A questo proposito vogliamo solo ricordare che proprio dal gruppo PD in Commissione Giustizia alla Camera sono arrivati i più severi rilievi sulla norma di cui si tratta, rilievi che portano a definire quanto disciplinato in materia di società di ingegneria, certamente anticoncorrenziale, e molto probabilmente incostituzionale.

Proprio la deputata Bonomo dovrebbe sapere che le preoccupazioni sollevate dai professionisti tecnici nella prima fase dell’esame del provvedimento hanno condotto il legislatore ad apportare modifiche al testo originario, introducendo in capo alle SDI l’obbligo dell’assicurazione professionale e l’obbligo di far svolgere le prestazioni a professionisti iscritti all’albo.

“Alla deputata Bonomo, inoltre, sfugge quello che il Consiglio Nazionale Ingegneri, nell’ambito dell’attività svolta dalla Rete Professioni Tecniche, ha sempre sostenuto, anche per mezzo di memorie che sono agli atti del parlamento, e di chiara lettura: mai abbiamo sostenuto che le società di ingegneria non dovessero lavorare nel mercato privato, anzi, abbiamo sempre evidenziato come una forma societaria come la SDI potesse rappresentare utile strumento anche per i professionisti, superando le storture – soprattutto fiscali – che riguardano invece le società tra professionisti.

“Ancora, non ci risulta che sia stata introdotta dalla norma una separazione del mercato privato in due, sarebbe assurdo che questo avvenisse in una Legge per la concorrenza; non esistono dunque mercati privati “tendenzialmente diversi”, come sostiene la deputata Bonomo: esiste il mercato dei lavori privati, che è composto dai piccoli committenti e dai grandi committenti, ad oggi tutti raggiungibili sia dalle società di ingegneria che dai liberi professionisti, con condizioni di partenza del tutto diverse. “È su questo punto che abbiamo provato a sensibilizzare il legislatore, in piena coerenza con lo spirito originario della norma, poiché ci sembra assurdo che ci si possa rivolgere ad uno stesso potenziale committente con livelli di responsabilità verso questo completamente diversi, che pesano sui liberi professionisti, anche dipendenti delle società di ingegneria, e non toccano assolutamente le società cui va il reale profitto dell’attività svolta.

“La deputata poi parla di un “evidente ritorno economico” che gli ordini avrebbero avuto dal controllo deontologico sulle società di ingegneria; anche su questo, abbiamo puntualmente espresso la nostra disponibilità a rendere gratuita l’iscrizione delle società di ingegneria in un albo speciale, al solo fine di fornire una garanzia ulteriore per la committenza, effettuando un controllo molto leggero. “Sul condono mascherato, infine, non intendiamo soffermarci perché risulta del tutto evidente, ed è oggetto di valutazione di esclusivo carattere politico, che non riguarda certamente noi, che rappresentiamo 600.000 professionisti iscritti agli Albi, ma è nella sola disponibilità di chi rivendica l’approvazione della norma”.

“Resta – conclude il Presidente del CNI - il grave vulnus di una indefinita iscrizione delle SDI presso un elenco Anac, che costringerà l’autorità per la corruzione ad implementare un sistema di verifica e controllo puntuale sulle società, che più efficacemente, e senza aggravio di costi, avrebbero potuto svolgere e dovrebbero svolgere gli ordini professionali. “D’altronde l’esperienza di Governo in cui nasce questa norma è costellata di provvedimenti i cui effetti contraddittori, pur previsti, sono stati considerati e verificati solo dopo l’applicazione, ove possibile, delle leggi stesse: basti pensare al primo codice dei contratti, che ha necessitato di un immediato correttivo, o a norme di grande importanza, come la legge elettorale”. 


Roma 29 settembre 2017
Comunicato Stampa

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