venerdì 29 gennaio 2016

Ammanchi per un milione. Indagato amministratore di condominio con il figlio


Piacenza

Una vicenda di cui si parla da mesi in città e sulla quale la Procura della Repubblica di Piacenza e i carabinieri stanno stringendo il cerchio delle indagini. Ammonterebbero alla cifra di un milione di euro gli ammanchi accertati dagli inquirenti negli ultimi due anni nella gestione di una trentina di condomini di Piacenza e provincia. Ad essere al momento indagati sono un ingegnere piacentino, che amministrava circa 120 condomini tra città e provincia, e il figlio, recentemente entrato con in società con il padre: il reato ipotizzato nei loro confronti è quello di appropriazione indebita e truffa.

LE INDAGINI - I carabinieri di Piacenza hanno fatto il punto dell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Roberto Fontana, che negli ultimi mesi - dopo le prime denunce del settembre scorso (una 40ina quelle al momento depositate) - ha portato a setacciare l’amministrazione e i documenti contabili di decine di condomìni. Tutto è partito da un serie di segnalazioni di residenti che si sono visti tagliare le utenze per mancanza di pagamenti e hanno scoperto gli ammanchi. 

Da qui sono partite le indagini sull’amministratore condominiale: i carabinieri hanno acquisito i documenti contabili di 195 conti correnti bancari relativi al periodo gennaio 2012 - settembre 2013 e analizzato in particolare le relazioni, prodotte dai nuovi amministratori degli stabili, sullo stato patrimoniale di una trentina di condomìni relativi agli ultimi due anni. 

GLI AMMANCHI - Da questi ultimi resoconti è emerso che circa 930mila euro sarebbero transitati tramite assegni dai conti dei condomìni a quelli personali dell’amministratore indagato e dei suoi familiari. Altri 20mila euro sarebbero stati prelevati in contanti senza giustificazioni, mentre 18mila e 700 euro sarebbero stati spostati fra i conti di alcuni condomìni a per coprire spese. 

Le autorità giudiziarie fanno appello a nuovi amministratori di condomini gestiti in passato dall’indagato a denunciare eventuale irregolarità ed ammanchi economici, perchè il quadro al momento non è ancora completo.


Fonte: Piacenza sera


C’è chi è molto arrabbiato e chi non ne vuole neppure parlare, qualcuno si è visto togliere la luce delle scale e l’elettricità per gli ascensori, altri dicono di aver pagato per lavori mai effettuati, altri ancora si chiedevano da anni per quale motivo la quota annuale fosse così alta. 

Tutti concordano su un aspetto: l’amministratore di condominio, denunciato con le accuse di appropriazione indebita e truffa assieme al figlio perché sospettati di essersi intascati quasi un milione di euro di soldi destinati invece alle palazzine che gestivano, era assolutamente insospettabile.

“Lo abbiamo consigliato noi al nostro condominio – dice una donna – perché amministrava anche quello di mio figlio e ci sembrava corretto e preciso. Poi abbiamo preso la stangata”.

In molti si sono accorti che qualcosa non andava nello stesso modo: “Quando ci è stata tagliata la luce delle scale comuni o è stata ridotta la fornitura, quindi l’ascensore non poteva funzionare. 

Tutto era dovuto alle bollette non pagate, nonostante noi avessimo sempre versato la nostra quota”. Qualcuno era già arrivato allo scontro con l’amministratore infedele: “Pochi mesi fa ci aveva chiesto un extra per presunti lavori arretrati, ma che non erano mai stati fatti. Ci siamo rifiutati da pagare, adesso capiamo che era solo una tattica studiata per chiedere ancora soldi”.


Fonte: Libertà.it

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