Per chi andrà in pensione dal 2017 potrà andare prima in quiescenza. O con un prestito bancario (l’Ape), a 63 anni d’età; o, se si è fortunati e si ha un anno di anzianità contributiva prima di 19 anni d’età, con 41 anni di contributi (dunque anche a 60 anni d’età). A stabilirlo è l’accordo siglato ieri tra governo e sindacati per la riforma previdenziale. Tra le altre misure previste nel verbale (che saranno inserite nel D.P.E.),si legge che ci sarà anche:
- la riduzione Irpef per le pensioni a livello di no tax area;
- l’aumento della quattordicesima con estensione a tutti i pensionati con 1.000 euro al mese (oggi spetta a chi prende 750 euro);
- il cumulo gratuito dei contributi;
- la ridefinizione dei lavori usuranti;
- l’introduzione dell’anticipo anche per la pensione integrativa (c.d. «Rita»).
Nel corso del 2017, invece, il verbale prevede
l’introduzione di una «pensione contributiva di
garanzia» a tutti, il rilancio della previ-denza
integrativa, il ritorno delle vecchie regole per la
rivalutazione delle pensioni. Gli interventi, tutti
strutturali, possono contare sullo stanziamento di
6 miliardi di euro nei prossimi 3 anni.
di Vincenzo Di Domenico
Segretario SACI
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