martedì 21 febbraio 2017

LE NUOVE FORME DELL'ABITARE

Si afferma sempre di più la richiesta di personalizzazione dell’abitazione e l’esigenza di trasformare gli spazi nel tempo.
La crescente attenzione verso la cura e il benessere della persona porta a concepire in maniera differente alcuni spazi della casa”.


Nell'edizione 2016 dell'“Indagine sul Risparmio e le scelte finanziarie degli italiani” realizzata dal Centro Studi Einaudi di Torino e da Intesa Sanpaolo, giunto alla trentesima edizione, è stato realizzato un focus monografico dedicato alla casa.
“Quest’anno è stato preso in considerazione un campione di 567 risparmiatori che fossero anche investitori, ossia detenessero qualche forma di investimento, al quale è stato sottoposto un questionario aggiuntivo per sondarne i comportamenti di investimento nella persistenza del clima di deflazione e di interessi nulli o minimali, con particolare riguardo alla propensione al passaggio dagli investimenti finanziari a quelli reali, come le case. Ne è emerso che gli italiani non tradiscono la propria passione per il mattone: quest’anno viene raggiunta anzi la quota più alta dal 2000 di famiglie proprietarie dell’abitazione (oltre l’80%). La soddisfazione complessiva per i risultati degli investimenti immobiliari rimane alta, pur mostrando segni di raffreddamento, dovuti anche a una percezione del calo del valore degli immobili molto superiore alla realtà (17,8% percepito contro il 3% reale!). E rimane alta, se pur in calo, la convinzione che l’investimento immobiliare sia il più sicuro, anzi, il migliore possibile: la pensa così, rispettivamente, il 60% e il 40% del campione (contro 1’83% e il 68% del 2007).
Angosciati tra l’atavica paura dell’inflazione e l’inedita realtà della deflazione, gli italiani preferiscono “restare liquidi” (32%) o valutare (29%) l’investimento immobiliare, incoraggiati anche, soprattutto i più giovani, dalla convenienza ad accendere un mutuo e dagli attuali valori di mercato: il 43% dei potenziali acquirenti aspirerebbe a una casa migliore, il 29% a una casa più grande. Segnali di ripresa si manifestano anche per la seconda casa: benché sia bassa (22%) la percentuale di chi la giudica un buon investimento, il 9% degli italiani si dichiara disposto a valutarne l’acquisto nei prossimi tre anni.
Poche settimane dopo la pubblicazione, le conclusioni dell’indagine sono state confermate dal “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia” elaborato trimestralmente dalla Banca d’Italia, che nell’ultima edizione relativa al secondo trimestre 2016 mostra un significativo miglioramento delle aspettative sul mercato delle compravendite immobiliari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’indagine sul risparmio, infine, ribadisce che sul tema immobiliare gli italiani ‘ si dimostrano informati e documentati, al punto da offrire suggerimenti più che sensati, per esempio, su regime fiscale e aspetti finanziari: molto insistita, in particolare, è l’esigenza di individuare formule per superare le difficoltà I legate al gap temporale tra la vendita del proprio immobile e l’acquisto di quello nuovo.”
Le difficoltà del mercato sono in buona parte determinate dalle carenze dell’offerta che propone abitazioni ancorate al modello della famiglia tradizionale e poco adatte alle nuove generazioni: giovani coppie, single, persone che si spostano per trovare lavoro, studenti fuori sede, immigrati, ecc. Stiamo vivendo un periodo di straordinarie trasformazioni a tutti i livelli (nella fruizione della città, nelle modalità di lavoro, nella sfera del tempo libero, ecc.) che coinvolgono in maniera significativa anche la dimensione dell’abitare. Si pensi all’impatto delle applicazioni dell’Information Communication Technology (ICT) sull’ambiente domestico con la conseguente ridefinizione degli ambienti della casa, la scomparsa di alcuni spazi e funzioni e il ruolo nevralgico assunto dalla tecnologia e dagli impianti. Lo spazio dedicato all’impianto telefonico scompare, lo studio che ospitava macchine da scrivere prima e PC poi perde la sua ragion d’essere e si trasforma in uno spazio polivalente o viene annesso allo spazio living.
Contestualmente a questi cambiamenti, si afferma sempre di più la richiesta di personalizzazione dell’abitazione e l’esigenza di trasformare gli spazi nel tempo. La crescente attenzione verso la cura e il benessere della persona porta a concepire in maniera differente alcuni spazi della casa. I locali di servizio acquistano una maggiore importanza. Il bagno diventa una vera e propria ‘sala da bagno’, in esso si passa sempre più tempo, le sue dimensioni aumentano, vengono installate apparecchiature per il wellness (sauna, idromassaggio), lo studio della luce, il design dei sanitari e degli arredi divengono sempre più accurati. La cucina acquista un ruolo centrale nell’abitazione: laddove le dimensioni dell’appartamento lo consentano, le superfici aumentano, gli elettrodomestici sono sempre più interconnessi e intelligenti, il design e i materiali degli arredi assumono una rilevanza simile a quella degli ambienti living.
Nelle realizzazioni di edifici per abitazioni che caratterizzano l’area milanese, si evidenza una sempre maggiore attenzione e richiesta di ambienti esterni. Grazie alla trasformazione del clima, che è divenuto più mite, i periodi dell’anno che consentono di svolgere attività all’aria aperta sono significativamente aumentati: terrazzi, logge e balconi sono sempre più apprezzati e richiesti (collocati nelle vicinanze delle cucine e delle zone living, con dimensioni tali da per-mettere l’utilizzo di arredi). Emerge con chiarezza anche una sempre più evidente richiesta di spazi condominiali che con-sentano una più agevole socializzazione. La sfida del futuro prossimo è quella di creare spazi di socialità moderni all’interno dei nuovi contenitori: se in alcune realizzazioni di ‘condomini orizzontali’ l’integrazione e lo scambio tra i residenti sono stati ottenuti grazie alla morfologia dei luoghi che agevola l’incontro, lo sviluppo verticale evidenzia effetti meno positivi.
In questa tipologia di edifici residenziali è necessario, sulla base di esperienze ormai consolidate realizzate nei Paesi del nord Europa e negli Usa, progettare ambienti comuni ‘al piede dell’edificio’ per dare l’opportunità agli abitanti di avere spazi di servizio e per il tempo libero. Solo gli operatori che sapranno cogliere le esigenze emergenti dalla domanda e si dimostreranno in grado di innovare qualitativamente lo spazio domestico potranno cogliere le enormi opportunità che il mercato della residenza riserverà nel futuro prossimo.

Una recente indagine realizzata da una nota società che offre servizi immobiliari individua in dettaglio le principali tendenze attraverso l’analisi compiuta su 300 appartamenti di nuova costruzione commercializzati-venduti negli ultimi due anni a Milano.
La ricerca evidenzia una serie di tendenze e richieste della domanda ormai consolidate nell’area milanese, mostrando il comparto con le richieste della domanda negli anni ’60:
  • “aumento della superfìcie per cucine e living;
  • diminuzione della superficie per corridoi e disimpegni;
  • diversificazione dei bagni in funzione dell’utilizzo (cortesia, principale, di servizio, lavanderia, ecc.) e aumento del loro numero per alloggio;
  • diminuzione della superficie nella camera matrimoniale e aumento di quella dei figli;
  • importanza degli spazi esterni all’abitazione di proprietà (forma planimetrica e caratteristiche devono ottimizzare abitabilità e funzionalità).
Le esigenze della domanda non si traducono esclusivamente in variazioni dimensionali. I principali driver che caratterizzano il nuovo modo di concepire la casa sono:
  • Fluidità dell’abitare e iperconnessione. I singoli locali non sono più utilizzati con una sola e univoca funzione: l’impiego del digitale in ogni ambiente consente di comunicare, informarsi, lavorare, divertirsi e studiare ovunque esista una connessione. Lo scenario dell’Internet delle Cose (loC) ridisegnerà anche il nostro modo di vivere la casa.
  • Riconfigurazione degli spazi e degli arredi. La possibilità di svolgere diverse attività nei medesimi ambienti richiede di riconfigurare agevolmente gli allestimenti interni. Questa necessità pone in primo piano l’esigenza di armonizzare il progetto edile con quello d’interior design, troppo spesso concepiti separatamente.
  • Ibridazione e condivisione. L’ibridazione di funzioni e attività (smart working, cohousing) determina alla scala dell’edificio l’esigenza di progettare nuovi luoghi dove poter lavorare e incontrarsi.”
di Oliviero Tronconi
Professore Ordinario Politecnico di Milano Dip. BEST 

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