Si afferma sempre di più la richiesta di personalizzazione dell’abitazione e l’esigenza di trasformare gli spazi nel tempo.
La crescente attenzione verso la cura e il benessere della persona porta a concepire in maniera differente alcuni spazi della casa”.
La crescente attenzione verso la cura e il benessere della persona porta a concepire in maniera differente alcuni spazi della casa”.
Nell'edizione 2016 dell'“Indagine sul Risparmio
e le scelte finanziarie degli italiani”
realizzata dal Centro Studi Einaudi di Torino
e da Intesa Sanpaolo, giunto alla trentesima
edizione, è stato realizzato un focus monografico
dedicato alla casa.
“Quest’anno è stato preso in considerazione un
campione di 567 risparmiatori che fossero anche
investitori, ossia detenessero qualche forma di investimento,
al quale è stato sottoposto un questionario
aggiuntivo per sondarne i comportamenti
di investimento nella persistenza del clima di deflazione
e di interessi nulli o minimali, con particolare
riguardo alla propensione al passaggio dagli
investimenti finanziari a quelli reali, come le case.
Ne è emerso che gli italiani non tradiscono la
propria passione per il mattone: quest’anno viene
raggiunta anzi la quota più alta dal 2000 di famiglie
proprietarie dell’abitazione (oltre l’80%).
La soddisfazione complessiva per i risultati degli
investimenti immobiliari rimane alta, pur mostrando
segni di raffreddamento, dovuti anche a
una percezione del calo del valore degli immobili
molto superiore alla realtà (17,8% percepito contro
il 3% reale!). E rimane alta, se pur in calo,
la convinzione che l’investimento immobiliare sia
il più sicuro, anzi, il migliore possibile: la pensa
così, rispettivamente, il 60% e il 40% del campione
(contro 1’83% e il 68% del 2007).
Angosciati tra l’atavica paura dell’inflazione e l’inedita
realtà della deflazione, gli italiani preferiscono
“restare liquidi” (32%) o valutare (29%)
l’investimento immobiliare, incoraggiati anche,
soprattutto i più giovani, dalla convenienza ad
accendere un mutuo e dagli attuali valori di mercato:
il 43% dei potenziali acquirenti aspirerebbe a una casa migliore, il 29% a una casa più grande.
Segnali di ripresa si manifestano anche per la seconda
casa: benché sia bassa (22%) la percentuale
di chi la giudica un buon investimento, il
9% degli italiani si dichiara disposto a valutarne
l’acquisto nei prossimi tre anni.
Poche settimane dopo la pubblicazione, le conclusioni
dell’indagine sono state confermate dal
“Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni
in Italia” elaborato trimestralmente dalla
Banca d’Italia, che nell’ultima edizione relativa al
secondo trimestre 2016 mostra un significativo
miglioramento delle aspettative sul mercato delle
compravendite immobiliari rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. L’indagine sul risparmio,
infine, ribadisce che sul tema immobiliare
gli italiani ‘ si dimostrano informati e documentati,
al punto da offrire suggerimenti più che
sensati, per esempio, su regime fiscale e aspetti
finanziari: molto insistita, in particolare, è l’esigenza
di individuare formule per superare le difficoltà
I legate al gap temporale tra la vendita del
proprio immobile e l’acquisto di quello nuovo.”
Le difficoltà del mercato sono in buona parte determinate
dalle carenze dell’offerta che propone
abitazioni ancorate al modello della famiglia tradizionale
e poco adatte alle nuove generazioni:
giovani coppie, single, persone che si spostano per
trovare lavoro, studenti fuori sede, immigrati, ecc.
Stiamo vivendo un periodo di straordinarie trasformazioni
a tutti i livelli (nella fruizione della
città, nelle modalità di lavoro, nella sfera del
tempo libero, ecc.) che coinvolgono in maniera
significativa anche la dimensione dell’abitare. Si
pensi all’impatto delle applicazioni dell’Information
Communication Technology (ICT) sull’ambiente
domestico con la conseguente ridefinizione
degli ambienti della casa, la scomparsa
di alcuni spazi e funzioni e il ruolo nevralgico
assunto dalla tecnologia e dagli impianti. Lo spazio
dedicato all’impianto telefonico scompare, lo
studio che ospitava macchine da scrivere prima
e PC poi perde la sua ragion d’essere e si trasforma
in uno spazio polivalente o viene annesso allo
spazio living.
Contestualmente a questi cambiamenti, si afferma
sempre di più la richiesta di personalizzazione
dell’abitazione e l’esigenza di trasformare gli
spazi nel tempo. La crescente attenzione verso la cura e il benessere della persona porta a concepire
in maniera differente alcuni spazi della casa. I
locali di servizio acquistano una maggiore importanza.
Il bagno diventa una vera e propria ‘sala
da bagno’, in esso si passa sempre più tempo,
le sue dimensioni aumentano, vengono installate
apparecchiature per il wellness (sauna, idromassaggio),
lo studio della luce, il design dei sanitari
e degli arredi divengono sempre più accurati. La
cucina acquista un ruolo centrale nell’abitazione:
laddove le dimensioni dell’appartamento lo consentano,
le superfici aumentano, gli elettrodomestici
sono sempre più interconnessi e intelligenti,
il design e i materiali degli arredi assumono una
rilevanza simile a quella degli ambienti living.
Nelle realizzazioni di edifici per abitazioni che
caratterizzano l’area milanese, si evidenza una
sempre maggiore attenzione e richiesta di ambienti
esterni. Grazie alla trasformazione del clima,
che è divenuto più mite, i periodi dell’anno
che consentono di svolgere attività all’aria aperta
sono significativamente aumentati: terrazzi, logge e balconi sono sempre più apprezzati e richiesti
(collocati nelle vicinanze delle cucine e delle
zone living, con dimensioni tali da per-mettere
l’utilizzo di arredi). Emerge con chiarezza anche
una sempre più evidente richiesta di spazi condominiali
che con-sentano una più agevole socializzazione.
La sfida del futuro prossimo è quella di
creare spazi di socialità moderni all’interno dei
nuovi contenitori: se in alcune realizzazioni di
‘condomini orizzontali’ l’integrazione e lo scambio
tra i residenti sono stati ottenuti grazie alla
morfologia dei luoghi che agevola l’incontro, lo
sviluppo verticale evidenzia effetti meno positivi.
In questa tipologia di edifici residenziali è necessario,
sulla base di esperienze ormai consolidate
realizzate nei Paesi del nord Europa e negli Usa,
progettare ambienti comuni ‘al piede dell’edificio’
per dare l’opportunità agli abitanti di avere spazi
di servizio e per il tempo libero. Solo gli operatori
che sapranno cogliere le esigenze emergenti dalla
domanda e si dimostreranno in grado di innovare
qualitativamente lo spazio domestico potranno cogliere le enormi opportunità che il mercato della
residenza riserverà nel futuro prossimo.
Una recente indagine realizzata da una nota società
che offre servizi immobiliari individua in
dettaglio le principali tendenze attraverso l’analisi
compiuta su 300 appartamenti di nuova costruzione
commercializzati-venduti negli ultimi due
anni a Milano.
La ricerca evidenzia una serie di tendenze e richieste
della domanda ormai consolidate nell’area
milanese, mostrando il comparto con le richieste
della domanda negli anni ’60:
- “aumento della superfìcie per cucine e living;
- diminuzione della superficie per corridoi e disimpegni;
- diversificazione dei bagni in funzione dell’utilizzo (cortesia, principale, di servizio, lavanderia, ecc.) e aumento del loro numero per alloggio;
- diminuzione della superficie nella camera matrimoniale e aumento di quella dei figli;
- importanza degli spazi esterni all’abitazione di proprietà (forma planimetrica e caratteristiche devono ottimizzare abitabilità e funzionalità).
- Fluidità dell’abitare e iperconnessione. I singoli locali non sono più utilizzati con una sola e univoca funzione: l’impiego del digitale in ogni ambiente consente di comunicare, informarsi, lavorare, divertirsi e studiare ovunque esista una connessione. Lo scenario dell’Internet delle Cose (loC) ridisegnerà anche il nostro modo di vivere la casa.
- Riconfigurazione degli spazi e degli arredi. La possibilità di svolgere diverse attività nei medesimi ambienti richiede di riconfigurare agevolmente gli allestimenti interni. Questa necessità pone in primo piano l’esigenza di armonizzare il progetto edile con quello d’interior design, troppo spesso concepiti separatamente.
- Ibridazione e condivisione. L’ibridazione di funzioni e attività (smart working, cohousing) determina alla scala dell’edificio l’esigenza di progettare nuovi luoghi dove poter lavorare e incontrarsi.”
di Oliviero Tronconi
Professore Ordinario Politecnico di Milano Dip. BEST
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