Brescia
IN TV. Ieri in piazza Loggia le telecamere di «Mi manda Rai3»
L'amministratore invitato in studio non ci è andato Il presidente Anaci: «Lo abbiamo fatto dimettere».
La trasmissione era slittata ma alla fine le telecamere di «Mi manda Raitre» sono arrivate a Brescia. Ieri di Matteo Cavellini si è parlato finalmente. L'amministratore di condominio accusato di essersi tenuto la cassa di parecchi suoi amministrati adesso non è più solo un caso bresciano. Ne ha parlato la Rai.... E come? Mandando le telecamere e un inviato in piazza Loggia. E qui convocando un gruppo di inquilini gabbati. Ognuno o quasi ha raccontato la propria storia, di fiducia malriposta.
E l'hanno raccontata anche i tre chiamati in studio a dialogare con la conduttrice e un professore di diritto privato. Hanno sparato a zero sull'amministratore «disonesto» (del resto ha ammesso anche lui ad uno di loro che i soldi li ha presi per farne i c... propri). E l'amministratore cosa ha risposto? Nulla. Avrebbe potuto farlo, visto che è stato invitato in studio.
E il momento clou è stata proprio l'inquadratura della porta d'ingresso allo studio, come se Cavellini stesse entrando. Ma non lo ha fatto. Ha scelto di non difendersi pubblicamente. «Si poteva immaginarlo» hanno convenuto in studio.
E non è comparsa nenache Alessia Scalvini, la sua sodale, che è stata tirata in ballo a proposito dell'amministrazione, anche lì con buco, del condominio «Ai teatri» di Desenzano, dove era lei a tenere i conti ma lui a prelevare, come anche quel condominio fosse un bancomat. Così la trasmissione è stata una sfilata di inquilini tanto arrabbiari quanto preoccupati dalla prospettiva di ri-rimborsare i soldi delle spese condominiali che si sarebbe tenuto Cavellini.
Forse le bollette A2A potrebbe parzialmente scontarle.
Lo ha spiegato Alfredo Ghiroldi, uomo delle pubbliche relazioni della società di servizi: «Vedremo di venirvi incontro» ha detto. A2A era stata chiamata in causa da un truffato: «Da due anni le bollette erano scoperte, se la spa avesse tagliato le utenze come fa sempre ci saremmo accorti che i nostri soldi non venivano usati per pagare i consumi».
Senza quel campanello d'allarme i debiti si sono accumulati e ora pesano come macigni sulle economie familiari degli svanturati «clienti» di Cavellini. Mica pochi, visto che era arrivato a gestire i conti di 230 condomini. Dalla stessa porta dello studio televisivo è invece entrato un consigliere dell'Anaci nazionale, l'associazione degli amministratori condominiali.
Ha spiegato quello che già sui giornali era stato scritto, ossia che Cavellini non era più iscritto dal gennaio 2008: si era dimesso. E da quel momento l'associazione non poteva più farci nulla dal punto di vista della deontologia. Ma la conduttrice insiste: possibile che non vi siano arrivate segnalazioni? Erano arrivate prima del 2008, da parte di colleghi amministratori, questo sicuramente.
E infatti - spiega da piazza Loggia il presidente Anaci di Brescia, Caratozzolo, aggiungendo una sfumatura non da poco - : «Lo abbiamo fatto dimettere». CAVELLINI anche senza la tessera dell'associazione ha però continuato ad esercitare, spostando il suo raggio d'azione sul Garda, dove la sua immagine era meno compromessa. Ma senza cambiare di una virgola - pare - le modalità.
Anche da Desenzano, spiegano di ammanchi che sommati a quelli di altri cittadini (uno racconta che solo nel suo condominio sono spariti 190mila euro, un altro 40 mila, un altro ancora 86mila, e mano a mano che le cifre vengono snocciolate la conduttrice aggiorna le somme: «dicono che ammontino a 2 milioni di euro ma potrebbero essere 5 o 6). Il docente di diritto ipotizza: ci sono gli estremi dell'appropriazione indebita.
Cavellini si è quasi sempre sottratto o ha abbozzato nei faccia a faccia con i condomini. E non avrebbe tenuto fede alle promesse di restituzione del presunto maltolto. «Nel nostro caso, quello del condominio Elettra - ammette Giuseppe Cornelli - ci hanno restituiti 60mila euro». Ma chi, Cavellini? Sì ma un altro, il padre di Matteo. E.B.
Fonte: Bresciaoggi
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