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martedì 31 ottobre 2017

30 OTTOBRE 2016, MAGNITUDO 6.5: a un anno dal sisma che sconvolse Norcia il parere dei geologi



Il 30 ottobre il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine dei Geologi delle Marche organizzano una giornata di studio per trarre un bilancio un anno dopo la scossa più forte che ha interessato l’Italia centrale e per fare il punto sulla ricostruzione post-terremoto
Il 30 ottobre 2016 alle ore 07:40 l’Italia centrale è stata colpita da un intenso sisma di magnitudo 6.5 con epicentro tra i comuni di Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Preci (al confine tra Umbria, Marche e Lazio). Viene classificata come la scossa più forte in Italia dal terremoto che rase al suolo l’Irpinia nel 1980 ed è uno dei quattro principali eventi sismici che hanno interessato l’Italia centrale tra il 2016 e il 2017.
Per non dimenticare; per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto (e non) un anno dopo il sisma; e per fare il punto sulla ricostruzione post-terremoto, il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’Ordine dei Geologi delle Marche organizzano una giornata di studio dal titolo: “30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma” che avrà luogo lunedì 30 ottobre 2017 dalle ore 09:30 alle 18:00 presso l’Auditorium Mons. Silvano Montevecchi di Ascoli Piceno (Viale delle Rimembranze, 34).
Al convegno parteciperanno esperti del settore: Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi; Piero Farabollini, Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche; Raffaele Nardone, Tesoriere CNG; Adriana Cavaglià, Consigliere CNG; Carlo Doglioni, Presidente INGV; Alfiero Moretti, Dirigente Reggente Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma 2016 Regione Umbria; Italo Giulivo, Direttore Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la previsione e la prevenzione dei rischi – Dipartimento della Protezione Civile; Fabrizio Galluzzo dell’ISPRA; Gilberto Pambianchi, Presidente Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia; Floriana Pergalani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso il Politecnico di Milano e componente del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue Applicazioni; Cesare Spuri, Direttore Ufficio Speciale Ricostruzione post sisma 2016 della Regione Marche. Presenti numerose personalità politiche: Luca Ceriscioli, Presidente Regione Marche; Guido Castelli, Sindaco Ascoli Piceno; Fabiola Anitori, Componente XIII Commissione Permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali al Senato della Repubblica. Nella tarda mattinata si svolgerà la tavola rotonda moderata dalla giornalista del TG1 Barbara Capponi, nella quale interverranno anche Daniele Mercuri, Vice Presidente Ordine dei Geologi Regione Marche; Arcangelo Francesco Violo, Segretario nazionale CNG; Nicola Tullo, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo; Roberto Troncarelli, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Lazio e Filippo Guidobaldi, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Umbria.
L’incontro sarà un’occasione importante per dibattere, insieme a numerosi esperti e a personalità istituzionali, sulla necessità di un’adeguata pianificazione territoriale e urbanistica che si basi sui concetti della prevenzione dei rischi geologici e della convivenza con questi ultimi. L’evento sismico ha, infatti, ancora una volta, messo in evidenza come le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, oltre alla tipologia edilizia, che nell’area del cratere derivano da una stratificazione urbanistica iniziata dall’epoca medioevale, siano stati fattori determinati dell’elevato grado di danneggiamento. Nel corso della giornata saranno consegnati gli attestati di merito ai geologi che hanno partecipato alle attività di supporto al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per la gestione e il superamento dell’emergenza sismica del Centro Italia 2016 – 2017.
Clicca qui per visualizzare il Programma del Convegno
Ascoli Piceno, 26 ottobre 2017
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30 OTTOBRE 2016, magnitudo 6.5: a un anno dal sisma il punto dei geologi



Il monito arriva nel giorno dell’anniversario dalla scossa più forte che ha colpito l’Italia centrale: la prevenzione è la sola strada percorribile, aumentiamo la messa in sicurezza degli edifici in cui viviamo per evitare altre tragedie
“Il convegno vuole essere un momento di riflessione, per fare il punto a un anno di distanza, per non dimenticare, per parlare di ricostruzione e per trarre un bilancio di ciò che è stato fatto e non, anche riguardo ai temi della prevenzione e della convivenza con il rischio sismico”. Con queste parole, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, ricorda l’anniversario del sisma che ha colpito il Centro Italia il 30 ottobre dell’anno scorso, intervenendo in occasione del Convegno “30 ottobre 2016, magnitudo 6.5: il punto dei geologi a un anno dal sisma”, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dall’Ordine dei Geologi delle Marche, che si tiene lunedì 30 ottobre 2017 presso l’Auditorium Mons. Silvano Montevecchi di Ascoli Piceno.
“Georischi e prevenzione dovrebbero essere sempre al centro dell’agenda di governo, – aggiunge Peduto – invece siamo il Paese in cui negli ultimi 150 anni si sono susseguite ben trenta leggi sul corretto costruire, emanate sempre a seguito di eventi calamitosi, ma ogni nuovo terremoto si trasforma sempre in catastrofe: sembra paradossale ma in Italia la prevenzione è ancora solo un auspicio. È vero che nel nostro Paese è presente un costruito storico immenso e, spesso, anche di pregio, ma non possiamo utilizzarlo sempre come scusante per i ritardi accumulati nelle azioni e nelle misure da mettere in atto. Le misure per la prevenzione, però, non sono più derogabili, per questo ora dalle forze politiche dobbiamo pretendere impegni precisi e concreti: siamo in scadenza di legislatura, vediamo chi si impegnerà davvero a portare avanti questi temi” denuncia il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
A rimarcare l’importanza del tema della prevenzione è anche Piero Farabollini, Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche: “La cultura della prevenzione dal rischio sismico si traduce nell’affrontare adeguatamente il problema della sicurezza dei nostri edifici. Conoscere e affrontare il problema non significa sapere quando arriverà il prossimo terremoto, ma piuttosto aumentare la sicurezza delle strutture, perché è sotto il crollo degli edifici che contiamo i nostri morti. E poiché in Italia si registrano mediamente alcune migliaia di terremoti l’anno, la prevenzione è la sola strada percorribile, sin quando la scienza non saprà fornire la tanto attesa risposta di un’attendibile previsione”. “La prevenzione non ha bisogno della previsione, ma di governi e uomini illuminati, che abbiano un’idea di futuro del Paeseovviamente senza condoni e senza condanne” conclude il Presidente dell’Ordine Geologi della Regione Marche.
Al Convegno prendono parte esperti del settore: Raffaele Nardone, Tesoriere CNG; Adriana Cavaglià, Consigliere CNG; Carlo Doglioni, Presidente INGV; Alfiero Moretti, Dirigente Reggente Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma 2016 Regione Umbria; Italo Giulivo, Direttore Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la previsione e la prevenzione dei rischi – Dipartimento della Protezione Civile; Fabrizio Galluzzo dell’ISPRA; Gilberto Pambianchi, Presidente Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia; Floriana Pergalani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso il Politecnico di Milano e componente del Centro per la Microzonazione Sismica e le sue Applicazioni; Cesare Spuri, Direttore Ufficio Speciale Ricostruzione post sisma 2016 della Regione Marche. Presenti numerose personalità politiche: Anna Casini, Vice Presidente Regione Marche; Guido Castelli, Sindaco Ascoli Piceno; Fabiola Anitori, Componente XIII Commissione Permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali al Senato della Repubblica; Maurizio Mangialardi, Presidente A.N.C.I. Marche e Sindaco di Senigallia. Nella tarda mattinata si svolge la tavola rotonda moderata dalla giornalista del TG1 Barbara Capponi, nella quale intervengono anche Daniele Mercuri, Vice Presidente Ordine dei Geologi Regione Marche; Arcangelo Francesco Violo, Segretario nazionale CNG; Nicola Tullo, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo; Roberto Troncarelli, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Lazio e Filippo Guidobaldi, Presidente Ordine dei Geologi della Regione Umbria.
Ascoli Piceno, 30 ottobre 2017

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martedì 8 agosto 2017

AGENZIA DELLE ENTRATE: Una nuova agevolazione se la “prima casa” diventa inagibile a causa del sisma

Il proprietario di un immobile acquistato con le agevolazioni “prima casa”, dichiarato inagibile con provvedimento delle autorità competenti, può fruire nuovamente del beneficio per l’acquisto di una nuova abitazione. È il chiarimento fornito dalla risoluzione n. 107/E, pubblicata oggi, con cui l’Agenzia risponde all’interpello di un contribuente interessato dagli eventi sismici dell’agosto e dell’ottobre del 2016. 



Il quesito oggetto dell’interpello - In particolare, la risoluzione risponde al caso specifico di un contribuente che, beneficiando delle agevolazioni “prima casa”, aveva acquistato un immobile abitativo dichiarato successivamente inagibile, con ordinanza del sindaco, a causa degli eventi sismici intervenuti nell’agosto e nell’ottobre del 2016. Il contribuente ha chiesto, quindi, chiarimenti all’Agenzia sulla possibilità di acquistare una nuova abitazione fruendo nuovamente del beneficio “prima casa”. 



I chiarimenti dell’Agenzia - Con la risoluzione di oggi l’Agenzia precisa che l’agevolazione “prima casa” per un nuovo acquisto può essere riconosciuta al proprietario di un altro immobile acquistato già fruendo dello stesso beneficio, se quest’ultimo non risulta idoneo, sulla base di criteri oggettivi, a sopperire alle esigenze abitative del contribuente. La risoluzione chiarisce che nel caso di un evento sismico si configura una fattispecie non prevedibile e non evitabile, che ha comportato, nel caso oggetto dell’interpello, l’impossibilità per il contribuente di continuare ad utilizzare l’immobile acquistato per finalità abitative. L’oggettiva impossibilità risulta attestata, inoltre, dall’ordinanza dell’autorità competente che ha dichiarato l’inagibilità dell’immobile che, dunque, non potrà più essere utilizzato per la sua funzione abitativa fino a nuova disposizione. 

Ok all’agevolazione bis - Fino a quando permarrà la dichiarazione di inagibilità dell’immobile, quindi, il contribuente potrà beneficiare delle agevolazioni ‘prima casa’ per l’acquisto di un nuovo immobile, anche se ha già fruito dello stesso beneficio per l’acquisto dell’abitazione dichiarata inagibile. Se successivamente al nuovo acquisto agevolato, viene revocata dagli organi competenti la dichiarazione di inagibilità, resta comunque acquisito il beneficio goduto dal contribuente per il nuovo immobile; al momento del nuovo acquisto, infatti, risultavano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa in materia di ‘prima casa’ per godere dell’agevolazione. Roma, 1 agosto 2017
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sabato 5 novembre 2016

Il Cuore d'Italia


Dopo essere stato una settimana nello spettacolare borgo di Rieti, la città che è considerata il centro geografico d'Italia, ed aver sentito tremare più volte la terra, e molte volte anche bene, sono andato un po' in giro a vedere la sicurezza della città, sapendo che si trova relativamente distante dalle zone sismiche ma che le continue scosse liberano un'energia che lentamente potrebbe portare al collasso delle strutture.

Preciso che si tratta di un'analisi di primo livello, tale da stabilire se una struttura è agibile e non se è sicura, cioè se attualmente esistono problemi per la salvaguardia della vita umana (collasso di strutture portanti, ribaltamento di pareti, distacco di tegole!, ecc...) e non se la struttura resisterebbe nel caso arrivasse una scossa di una certa entità. 


Questo edificio di via nuova a Rieti presenta una serie di fessurazioni esterne, che si sono aperte a x in presenza dei punti critici, quali porte e finestre. Cosa potrebbe succedere? Ribaltamento di pareti, distacco di cornicioni... Ma la casa è sicura? Questa avrebbe bisogno di un'analisi più dettagliata e sicuramente di un intervento di miglioramento o adeguamento antisismico da bloccare il movimento in atto e aumentare la resistenza ad un'eventuale azione orizzontale.



Questa casa d'estremità di un aggregato è stata recentemente oggetto di un intervento di consolidamento: i fabbricati di questo tipo devono sopperire alla spinta dell'edificio vicino, e devono pertanto essere più 'robusti'. Nel caso, ad una distanza regolare, sono stati inserite delle catene, sono dei tondi di acciaio che servono a resiste a trazione. Interessante l'inserimento in un edificio storico, difatti è stata tagliata una porzione di muratura, è stato inserita la catena, fissata agli angoli, e quasi non si vede, perfettamente mimetizzata, rispettando il carattere architettonico ma migliorando quello ingegneristico.


Questa è una lieve crepa fatta nel centro del maschio murario, non è significativa. È un lieve spostamento della muratura laterale che l'ha generata.

Una signora vedendo io e il mio collega Stefano passavamo a commentare i palazzi con il cartellino identificativo, ci ha fermati e domandato un po di cose (come tutti quelli che abbiamo incontrato), poi ci ha invitati in casa sua a vedere questa crepa che gli si è aperta nella finestra del bagno. La fessura è evidente, ma la struttura risulta essere perfettamente agibile. Certo, le abbiamo detto che in caso sia in quella stanza durante il sisma, di spostarsi, che gli effetti non si possono calcolare a occhio, poi le si è consigliato di chiamare un INGEGNERE che provveda ad un'analisi e nel caso ad un intervento di consolidamento.


Se vi state domandando com'è la situazione, vi rispondo subito: non bene! La paura è tanta, e ogni 2 discorsi fatti il terzo è sul terremoto. Molte persone sono andate via, tante altre la sera dormono in camper o in macchina. Le scuole sono chiuse fino al 10 novembre. Basta scaricarsi l'app 'terremoto' per rendersi conto del numero IMPRESSIONANTE di scosse che si susseguono. 



Però come tutto quello che succede di brutto, c'è sempre da trovare una cosa bella: parlando con due agricoltori delle zone vicino a Norcia, conosciuti al bar mentre si prendeva un caffè, discutendo del brutto periodo che stanno passando, si commentava l'intensità del sisma, della difficoltà di avere notizie precise sul grado Richter, e quest uomo, se ne esce con la frase:'eh quello dell'altro giorno dicevano 3.7, ma a orecchio era almeno 4,3 al massimo 4.1...!' L'espressione 'a orecchio' mi ha fatto sorridere, riflettendo sul fatto che mentre una volta al bar si era tutti allenatori, ora si è diventati tutti sismologi... Ma riflettendo ulteriormente ho capito che queste persone sono diventate 'amiche' del terremoto, esperti del campo per l'esperienza che stanno vivendo. Spero che anche il lato sociale e comportamentale del periodo post-sisma possa essere studiato. Posso solo dire che cuore d'Italia ha ancora paura.


Ing. Raiko Radiuk
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venerdì 4 novembre 2016

Perché Norcia è crollata: analisi diretta sul luogo

Questi sono alcuni scatti della situazione attorno a Norcia... Mura crollate, torri e campanili divelti, ecco perché sono crollati:

Un pezzo di strada chiusa, dove il sisma ha creato un cedimento del terreno sottostante andando a creare uno scalino di 40 cm. Tuttavia la strada non viene chiusa ai mezzi (camion compresi), pur essendoci un rischio evidente.


Il tipico caso del crollo dovuto a un elemento pesante e infinitamente rigido: il solaio in cemento armato. Le mura della città di Norcia sono realizzate con delle pietre piccole, mal apparecchiate e con una Malta di debole aderenza. Il risultato è che si sono sbriciolate in più punti, e sotto il peso di questa lastra, è scivolata restando completamente intatta.


Purtroppo lo scatto è buio, ma sarà meglio commentato più avanti: dopo il primo terremoto si sono fessurati diversi manufatti di importanza storica incredibile (come chiese e campanili), quindi si era già intervenuti per metterli in sicurezza, come questo caso, con quella che si chiama in gergo 'cerchiatura': collegate delle tavole al muro si inseriscono dei tiranti in acciaio che legano la muratura, permettendo che si comporti come un pilastro unico e che resista di più. L'intervento in questo caso non è stato malvagio, tuttavia non era previsto il terremoto del 30 ottobre: ora pur essendo la parte superiore ancora perfettamente salda a se stessa (cioè la cerchiatura ha tenuto) è successo che la parte sottostante si è indebolita, andando a creare un colosso a una certa altezza che rischia di ribaltarsi o di scivolare o addirittura di schiacciare il muro sotto di se.


La torre ha espulso gli angoli e la parete: le mura sembrano essere a sacco, cioè due finiture esterne e all'interno completate con Malta e pietrame vario. Una tecnica che è stata copiata dagli antichi romani, che tuttavia, rinforzavo le loro mura inserendo dei 'diatoni', cioè pietre di lunghezza tale da poter andare a collegare i due paramenti murari esterni, questo fa sì, che se ben disposti (uno ogni 2 metri), permettono al muro di restare unito ed evitare che si aprì. Non è successo così.


Foto evidentemente non mia, è uno scatto di un drone che filmava i giorni prima del crollo della chiesa di San Benedetto: quando è crollata mi sono chiesto il perché? Difatti è una struttura che qualche scossa nella sua vita l'ha sentita, e non si era nemmeno venata, solo qualche tegole che è partita e che è stata risistemata onde evitare che cadi in testa a qualche passante. Ma da questa foto è evidente un particolare che mi era sfuggito: il tetto della chiesa è in cemento armato. Sarà stato fatto qualche anno fa, poiché la mentalità e la poca conoscenza sul movimento delle strutture in murature facevano pensare che più queste si avvicinassero al cemento armato più fossero sicure: inserimento di travi di cemento sulla sommità dei muri, realizzare solai e tetti in cemento armato, inserire, se capitava, un pilastro in cemento armato in mezzo alla muratura e tante prassi che oggi si definiscono stupidaggini. Difatti la chiesa di San Benedetto è stata schiacciata dal peso del suo tetto! 


Il centro di Norcia è una landa desolata, si poteva entrare volendo, ma il rischio è troppo elevato. I vigili del fuoco accompagnano personalmente dentro i residenti che vogliono recuperare due cose, come i vestiti per non sentire il freddo in macchina la notte.

scritto da:
Ing. Raiko Radiuk

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