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venerdì 1 settembre 2017

Equo compenso, presidente Cnf Mascherin dopo incontro con sottosgretaria Boschi: "convinto che governo opererà per rapida calendarizzazione della legge"



Il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin ha incontrato nella mattinata di oggi la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. "Nel corso del colloquio ho rappresentato alla sottosegretaria l'importanza del fatto che il Governo in questo scorcio di legislatura dia seguito alla approvazione della legge sull'equo compenso proposta dal ministro Orlando e condivisa dal l'allora presidente del consiglio e attuale segretario del PD Matteo Renzi", spiega il presidente del Cnf. "Ho sottolineato - aggiunge Mascherin - "come l'approvazione rapida della normativa sarebbe prima di tutto un segnale culturale di rispetto per la funzione dell'avvocato a cui una Politica matura ed indipendente da logiche esasperatamente mercatiste non dovrebbe sottrarsi".


Mascherin aggiunge di essere rimasto più che positivamente colpito dalla convinta adesione al progetto di legge da parte della sottosegretaria Boschi, che ha garantito l'impegno della presidenza del Consiglio per una tempestiva calendarizzazione del testo in Consiglio dei Ministri. "L'idea che mi sono fatto - riferisce Mascherin - è che la sottosegretaria Boschi opererà realmente con celerità. Sono pertanto ottimista che il testo di legge possa fare un passo in avanti fondamentale verso il traguardo finale".
Il presidente del Cnf riferisce altresì di come la sottosegretaria Boschi abbia prestato molta attenzione anche alla esigenza di introdurre nella legislazione il legittimo impedimento per le avvocate in stato di gravidanza.
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mercoledì 18 gennaio 2017

Tajani: Presidente del Parlamento Europeo

Dopo decenni l'Italia torna ad avere un Presidente del Parlamento Europeo. Si tratta di Antonio Tajani: romano di nascita, dal 1994 è in Europa, prima come eurodeputato, poi come commissario europeo, quindi come vicepresidente del Parlamento Europeo ed infine Presidente. Dopo il ritiro del simpaticone tedesco Martin Schulz per dedicarsi all'attività politica di casa, il posto era rimasto vuoto ed il parlamento ha votato.

Tajani è un esponente di Forza Italia, del centrodestra italiano e del Partito Popolare Europeo, il PPE, che è riuscito a convergere su questo nome.

Di certo le cose ora si complicheranno in Italia, dove il Partito Democratico, che fa parte del Partito Socialista Europeo, ha avuto un candidato che ha perso il confronto, Gianni Pittella. 


Ha parlato in 4 lingue, dicendo:
«Credo nell'Europa, ma abbiamo bisogno di cambiare, abbiamo bisogno di un parlamento forte, di un buon presidente, un buon portavoce che lavori per tutti, un presidente che non sia un primo ministro, ma che abbia esperienza per difendere la libertà del parlamento di fronte a Commissione e Consiglio», ha dichiarato Tajani prima del via alla votazione in plenaria a Strasburgo. Tajani ha parlato in inglese, spagnolo, italiano e francese.

Tanto per chiarirci le idee, il Presidente del Parlamento Europeo presiede i dibattiti e le attività del Parlamento europeo e lo rappresenta all'interno dell'Unione europea e a livello internazionale. La firma del presidente è necessaria per rendere operativa la maggior parte degli atti legislativi europei e per l'approvazione del bilancio dell'Unione europea.

E' dal 1979 che l'Italia non aveva un Presidente del Parlamento Europeo, di cui Tajani è il quarto membro italiano:

19621964Gaetano MartinoPLILiberali e apparentati
19691971Mario ScelbaDCDemocratici cristiani
19771979Emilio ColomboDCDemocratici cristiani


Giornalista e Politico, tra i fondatori di Forza Italia, romano, 63 anni, sposato con due figli, studi classici al liceo «Torquato Tasso» di Roma, laureato in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” di Roma, Tajani è attualmente vicepresidente vicario del Parlamento europeo. Dal 2008 al 2014 è stato commissario, prima ai Trasporti e poi all’Industria. È giornalista professionista e giornalista parlamentare, conduttore del Giornale Radio 1 Rai, responsabile della redazione romana del quotidiano «Il Giornale». Inviato speciale in Libano, Unione Sovietica e Somalia.

Auguriamo il miglior lavoro possibile al nuovo Presidente del Parlamento Europeo Tajani. 
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venerdì 19 febbraio 2016

Quando il condominio fa politica

Il condominio Aurora, sito in via Pavia a Torino, ha proibito nel proprio regolamento diverse attività.
Piero Fassino, sindaco di Torino, in lizza per la prossima tornata elettorale ha recentemente affittato un ex-magazzino sito nello stabile da parte di un privato. Ma l'attento amministratore, sotto segnalazione di un condomino di un partito elettorale avverso, ha letto il regolamento condominiale, nel quale è previsto che nessun partito possa avere sede nello stabile.

L'amministratore Leo Modaffari ha subito segnalato al candidato Sindaco che “Si comunica che tale attività non può essere svolta. Lo prescrive il regolamento condominiale, che vieta le sedi di partiti politici. Pertanto si invita a far cessare immediatamente l'attività”.

Il tutto nacque durante l'ultima calorosa assemblea condominiale, quando la signora Patrizia Alessi, condomina e consigliera di circoscrizione per Fratelli d'Italia ha posto il problema nel punto varie ed eventuali: il regolamento  pone il divieto assoluto perché un partito possa avere sede nel condominio. 

Ma lo staff di Fassino non si scompone più di tanto: non siamo un partito ma un comitato elettorale. Resteremo qui, la sede è quasi pronta ed aprirà i battenti ai prima di marzo. Poi nell'assemblea erano presenti solo 37 inquilini su 118, si tratta di una tempesta in un bicchiere d'acqua, orchestrata ad arte per fare un dispetto da quattro soldi a Fassino.

Si solleva la questione importante, in quanto a livello normativo i comitati elettorali ricadono nell'ottica delle associazioni non dei partiti politici, per questo non decidono a muoversi.

Il problema serio è nel regolamento di condominio: quando è stato redatto si è probabilmente inteso come partito politico qualsiasi cosa inerente la politica, ivi compresi i comitati elettorali. Ora l'amministratore potrà procedere a livello giudiziario. 
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