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venerdì 1 settembre 2017

Equo compenso, presidente Cnf Mascherin dopo incontro con sottosgretaria Boschi: "convinto che governo opererà per rapida calendarizzazione della legge"



Il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin ha incontrato nella mattinata di oggi la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. "Nel corso del colloquio ho rappresentato alla sottosegretaria l'importanza del fatto che il Governo in questo scorcio di legislatura dia seguito alla approvazione della legge sull'equo compenso proposta dal ministro Orlando e condivisa dal l'allora presidente del consiglio e attuale segretario del PD Matteo Renzi", spiega il presidente del Cnf. "Ho sottolineato - aggiunge Mascherin - "come l'approvazione rapida della normativa sarebbe prima di tutto un segnale culturale di rispetto per la funzione dell'avvocato a cui una Politica matura ed indipendente da logiche esasperatamente mercatiste non dovrebbe sottrarsi".


Mascherin aggiunge di essere rimasto più che positivamente colpito dalla convinta adesione al progetto di legge da parte della sottosegretaria Boschi, che ha garantito l'impegno della presidenza del Consiglio per una tempestiva calendarizzazione del testo in Consiglio dei Ministri. "L'idea che mi sono fatto - riferisce Mascherin - è che la sottosegretaria Boschi opererà realmente con celerità. Sono pertanto ottimista che il testo di legge possa fare un passo in avanti fondamentale verso il traguardo finale".
Il presidente del Cnf riferisce altresì di come la sottosegretaria Boschi abbia prestato molta attenzione anche alla esigenza di introdurre nella legislazione il legittimo impedimento per le avvocate in stato di gravidanza.
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giovedì 19 gennaio 2017

VIDEO: DECRETO SALVA BANCHE vs TERREMOTATI

Buongiorno a tutti
Abbiamo ricevuto questo video che abbiamo deciso di pubblicare su esplicita richiesta dell'autore

Nella sua semplicità...



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martedì 17 gennaio 2017

Germania: il ritorno ufficiale del Partito Nazista

La Corte Costituzionale tedesca respinge il ricorso con cui si chiedeva di mettere fuori legge la Npd. I giudici: "Non ha abbastanza peso"

Il partito dei Neo Nazisti, Partito Nazionaldemocratico di Germania (Npd, in tedesco Nationaldemokratische Partei Deutschlands) non può essere escluso dalla vita politica del Paese perché non rappresenta una vera minaccia all'ordine democratico. E' quanto ha espresso la Corte. 

In effetti il partito neonazi, in Germania è una piccola realtà, fatta per lo più da vandali e violenti, diverso dal concetto di ordine e disciplina del partito nazista, tuttavia ne accomuna l'ideologia nazionalista, razzista e xenofoba. 



Nel 2015 il NPD  aveva incassato più di un milione di euro da parte dello Stato che ora ha provato a bandirlo. Non è la prima volta, nel 2003 aveva vinto nuovamente sul ricorso fatto alla Corte Costituzionale Tedesca, al Governo e al Bundeslag. Ma era fallito, perché i servizi segreti tedeschi BND, hanno infiltrato tanti elementi che non si capiva quanto fosse influenzato dallo Stato stesso.

 Il partito tuttavia negli ultimi anni ha perso notevolmente peso. Certo, ora c'è da supporre che dopo questa approvazione legislativa, possa riacquistare nuovi seguaci. Pensare che in Germania ancora oggi il Mein Kampf, il libretto-guida scritto da Hitler, è illegale: ne possono tenere copia solo studiosi e musei, e se ne possono divulgare parti solamente per scopi di studio. Un insegnante universitario era finito a processo perché aveva dato troppi capitoli ai propri studenti tanti da poter essere incriminato.

L'NPD è stato fondato nel 1968, e attualmente conta solo 5 mila aderenti. Troppo pochi per avere rappresentanti in parlamento, ma è riuscito ad avere un eurodeputato. Attualmente sta perdendo consensi, a favore del AFD, altro partito di estrema destra che attualmente i sondaggi danno al 15%.
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venerdì 19 febbraio 2016

Quando il condominio fa politica

Il condominio Aurora, sito in via Pavia a Torino, ha proibito nel proprio regolamento diverse attività.
Piero Fassino, sindaco di Torino, in lizza per la prossima tornata elettorale ha recentemente affittato un ex-magazzino sito nello stabile da parte di un privato. Ma l'attento amministratore, sotto segnalazione di un condomino di un partito elettorale avverso, ha letto il regolamento condominiale, nel quale è previsto che nessun partito possa avere sede nello stabile.

L'amministratore Leo Modaffari ha subito segnalato al candidato Sindaco che “Si comunica che tale attività non può essere svolta. Lo prescrive il regolamento condominiale, che vieta le sedi di partiti politici. Pertanto si invita a far cessare immediatamente l'attività”.

Il tutto nacque durante l'ultima calorosa assemblea condominiale, quando la signora Patrizia Alessi, condomina e consigliera di circoscrizione per Fratelli d'Italia ha posto il problema nel punto varie ed eventuali: il regolamento  pone il divieto assoluto perché un partito possa avere sede nel condominio. 

Ma lo staff di Fassino non si scompone più di tanto: non siamo un partito ma un comitato elettorale. Resteremo qui, la sede è quasi pronta ed aprirà i battenti ai prima di marzo. Poi nell'assemblea erano presenti solo 37 inquilini su 118, si tratta di una tempesta in un bicchiere d'acqua, orchestrata ad arte per fare un dispetto da quattro soldi a Fassino.

Si solleva la questione importante, in quanto a livello normativo i comitati elettorali ricadono nell'ottica delle associazioni non dei partiti politici, per questo non decidono a muoversi.

Il problema serio è nel regolamento di condominio: quando è stato redatto si è probabilmente inteso come partito politico qualsiasi cosa inerente la politica, ivi compresi i comitati elettorali. Ora l'amministratore potrà procedere a livello giudiziario. 
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