mercoledì 30 ottobre 2019

Inps: presentato a Roma il progetto “Inps PER tutti”

È stato presentato oggi a Palazzo Wedekind il progetto che vede coinvolte istituzioni centrali e territoriali per avvicinare le persone più in difficoltà, facilitando loro l’accesso ai servizi ed alle prestazioni erogate dall’Inps.

Lunedì 14 ottobre, con la presentazione alla stampa, è ufficialmente partito il progetto “Inps PER tutti”, nato con l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale delle persone in difficoltà, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono l’accesso alle prestazioni assistenziali e previdenziali e tutelando i bisogni sociali ed economici del singolo e delle famiglie, grazie alla creazione di isole di accoglienza e comunicazione. È stato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ad illustrare, in apertura dell’incontro, gli obiettivi che questo progetto si propone: “con Inps PER tutti – ha detto il Presidente - l’idea è quella di portare l’Istituto tra le persone in difficoltà, al fine di facilitare per tutti l’accesso ai nostri servizi. Andiamo tra chi ha barriere di ogni tipo, rendendo esigibili i diritti. Spesso sono le persone più fragili quelle che rimangono escluse e c’è il problema dei senza fissa dimora che non hanno residenza, problema al quale i comuni riescono in parte a ovviare. In questo progetto sono coinvolti non solo i comuni, ma anche le molte associazioni di volontariato che agiscono sul territorio a protezione dei più deboli. Abbiamo stipulato convenzioni ed accordi coi Comuni per raggiungere chi è afflitto dal bisogno. Ma non è soltanto la povertà che può separare la persona dalle istituzioni – ha proseguito il Presidente dell’Inps. Ci sono situazioni in cui la distanza da superare è rappresentata dal digital divide. Per questo intendiamo concludere accordi anche con Comuni piccoli per la creazione di punti web attraverso cui fornire le informazioni di base. L’Istituto quindi – ha concluso il presidente Tridico – è chiamato a esercitare un ruolo proattivo, anticipando il bisogno, perché l’Inps sa quando sorge un bisogno, come la nascita di un bambino o la perdita del lavoro, e quindi può informare chi ha diritto, può aiutare ad esercitare il proprio diritto”. Dopo l’introduzione del Presidente dell’Inps, è stato proiettato un video messaggio di saluto del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. “Il Governo crede molto nel sistema di Welfare. nessuno va lasciato indietro e quindi sono soddisfatto dell’avvio di un progetto, come appunto Inps PER tutti, che si propone di raggiungere tutte le persone in difficoltà. Non devono essere i poveri a bussare alle porte dell’Inps o dei Comuni, ma sono le istituzioni che devono intercettare i bisogni e contrastare sul campo la povertà assoluta. 

L’anno scorso abbiamo varato il reddito di cittadinanza. Ma non basta, bisogna fare ancora di più, anche andando fisicamente nelle stazioni, nelle mense, laddove maggiore è il bisogno. Plaudo quindi a questo progetto realizzato insieme all’Inps: andare nelle città e raggiungere 50mila persone, che magari, pur avendone diritto, non usufruiscono di prestazioni assistenziali, a partire dal reddito di cittadinanza, che è lo strumento più importante di contrasto alla povertà ed inclusione sociale. Sono persone invisibili, le vogliamo rendere visibili” ha concluso il Presidente del Consiglio. La sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi ha iniziato il suo intervento presentando la situazione della povertà nella capitale. “Se dovessimo fare una stima dei senza fissa dimora a Roma, attraverso l’accesso alle nostre assistenze fittizie ci attesteremmo tra le 15 e le 20mila persone. A queste si aggiungono i nuovi poveri, causati dalla crisi, che magari vengono a mangiare alle mense dei poveri, ma poi vanno a dormire a casa. Questo progetto ci consente di raggiungere tutti e, insieme col reddito e la pensione di cittadinanza, di rendere applicabile l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica.

Questa attività mette in sinergia le istituzioni, permettendo di raggiungere tutte le persone realmente in difficoltà. Il protocollo prevede che Roma Capitale collabori con le associazioni che da sempre si occupano del sostegno alle persone fragili. Dobbiamo ricostruire intorno a loro una rete perché obiettivo ultimo è portare queste persone a riacquistare progressivamente il loro posto nella società”. Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha affermato che “il Paese può avanzare mettendo al centro la persona e non il capitale finanziario. Il Comune di Napoli – ha ricordato – ha firmato a fine luglio un accordo con l’Istituto insieme all’Alleanza regionale contro la povertà, che riunisce decine di realtà che si occupano di assistere le persone più fragili. È “facendo rete” che si può dare piena attuazione all’articolo 3 della Costituzione che affida alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. È importante, però – ha concluso De Magistris – che il Governo investa risorse nel sociale, mentre negli ultimi anni sì è sempre tagliato”. Sonia Schellino, vice-sindaca di Torino, è intervenuta ringraziando l’Inps per l’idea che ha tradotto nel progetto “Inps PER tutti”. “A Torino – ha detto – già sono operativi i Poli di inclusioni sociale, a cui si affiancherà la presenza dell’Inps. Il progetto “Inps PER tutti” è quindi uno strumento in più che la città potrà utilizzare per combattere l’esclusione delle persone più fragili”. Marco Lombardo assessore al Comune di Bologna, ha detto di apprezzare lo sguardo verso gli “invisibili” della nostra società che ha l’Inps. “Anche nel nostro territorio – ha sottolineato – esistono persone sfiorate dalla povertà. È importante ricordare che l’articolo 3 della Costituzione affida il compito di rimuovere gli ostacoli non allo Stato, ma alla Repubblica, quindi al complesso dei soggetti che operano all’interno dello Stato. Oltre alle istituzioni pubbliche, quindi, occorre una forte valorizzazione di chi opera nel terzo settore, che può fornire informazioni utili all’Inps per raggiungere chi ha bisogno. 

A Bologna – ha detto concludendo – abbiamo realizzato “Insieme per il lavoro”, un progetto che vede riuniti Comune, associazioni del terzo settore, organizzazioni sindacali e realtà imprenditoriali, che possono aiutare non solo a dare sostegno, ma anche a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, che è il vero obiettivo”. Francesca Bottalico, assessore al Comune di Bari, ha raccontato l’esperienza di lotta alla povertà del suo Comune. “Sono esperienze da vivere sul campo – ha detto. A Bari c’è una forte emergenza abitativa ed ai poveri tradizionali si sono aggiunti i nuovi poveri, rappresentati ad esempio anche dai papà separati, che impiegano tutte le proprie risorse per mantenere i figli. Benvenuto quindi questo nuovo progetto”. Elena Buscemi, assessore al Lavoro della Città metropolitana di Milano, ha ricordato la “fortissima collaborazione che già esiste a Milano con l’Inps e con altre istituzioni e realtà dell’associazionismo. 

L’applicazione del Reddito di cittadinanza – ha detto – ha costituito l’occasione per mettere in rete anche i centri per l’impiego. La cabina di regia ha permesso una collaborazione costante e di scoprire così i bisogni dei cittadini, dando risposte in maniera mirata. Così non settorializziamo le necessità, ma abbiamo un approccio olistico”. Gianluca Inzerilli, assessore del Comune di Palermo, ha voluto ricordare il messaggio di don Puglisi, espresso attraverso la frase “se ognuno fa qualcosa”. “Se ognuno fa qualcosa, si possono fare decisi passi in avanti – ha detto. A Palermo facciamo molto per le politiche sociali. Abbiamo anche proposto all’Inps di aprire delle sedi in ognuna delle otto circoscrizioni in cui la città è divisa”. Al Direttore generale dell’Inps, Gabriella Di Michele è spettato il compito di esprimere l’orgoglio di vedere riunite allo stesso tavolo, su iniziativa dell’Inps, le maggiori istituzioni del Paese. “Il progetto è un ottimo auspicio – ha detto – per nuove iniziative che vedranno coinvolto l’Istituto. Il sostegno ai bisogni dei cittadini è la nostra prima missione: previdenza, assistenza, informazione all’utenza costituiscono un unico sistema orientato alla protezione sociale delle persone”. Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle politiche sociali, chiudendo i lavori ha mostrato la sua soddisfazione per “un momento particolare che vede tutte assieme queste istituzioni a coordinare gli interventi sul territorio per cercare di dare una mano agli “invisibili”, con Inps e Comuni sempre più prossimi ai bisogni delle persone. Dobbiamo essere proattivi nei servizi per i cittadini. Vogliamo un percorso che li porti alla piena emancipazioni sociale. “Inps PER tutti” – ha concluso – è un progetto molto importante di vicinanza e prossimità delle istituzioni ai cittadini. Hanno già aderito sei Comuni: da oggi anche i cittadini in condizione di emarginazione sociale potranno accedere a tante misure, fra cui reddito e pensione di cittadinanza, a cui hanno diritto”.
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Ministero dell'economia e delle finanze: Nel 2020 maggiori entrate tributarie per 3 miliardi di euro

In base agli ultimi dati di monitoraggio, ammonta a circa 10,7 miliardi di euro il gettito versato lo scorso 30 settembre dai contribuenti ai quali si applicano gli ISA e dai c.d. forfettari. Nel complesso, a livello di Pubblica Amministrazione, le proiezioni 2019 dei risultati dell’autoliquidazione (comprensivi delle imposte sostitutive e delle compensazioni), elaborate sulla base dei versamenti del 30 settembre, mostrano per l’anno in corso uno scostamento positivo di 1.460 milioni di euro rispetto alle previsioni su base annua incluse nella Nota di Aggiornamento del Documento di economia e finanza.

Va segnalato che lo scostamento positivo rappresenta una stima estremamente prudenziale del gettito atteso dai contribuenti che alla scadenza del 30 settembre hanno scelto di rateizzare il versamento (entro la scadenza del 16 novembre), ovvero di versare con una maggiorazione dello 0,4% il 30 ottobre (in unica soluzione o in due rate entro il 16 novembre).

Il dato non rappresenta una novità assoluta e imprevista: in questo senso le stime del governo sulle entrate derivanti dal miglioramento della tax compliance inserite nella Nadef erano prudenziali. Gli ultimi dati disponibili confermano l’impostazione prudente di tali stime e consentono di registrare importanti entrate nel Bilancio dello Stato. In particolare, con il differimento previsto nel decreto legge fiscale in procinto di essere varato dal Consiglio dei ministri al 16 marzo 2020 del pagamento della rata del 16 novembre 2019, si prevedono maggiori entrate nel prossimo anno per circa 3 miliardi di euro.
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Rapporto sulle entrate tributarie e contributive

Le entrate tributarie e contributive nei primi otto mesi del 2019 evidenziano nel complesso una diminuzione dello 0,2% (-732 milioni di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Il dato tiene conto della variazione negativa dello 0,9% (-2.714 milioni di euro) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive dell’1,3% (+1.982 milioni di euro).

I dati di gettito delle entrate tributarie risultano influenzati dalla proroga al 30 settembre dei termini di versamento di tutte le imposte autoliquidate (Irpef, Ires e Irap) e dell’Iva per i soggetti che svolgono attività economiche per le quali sono stati approvati gli indicatori di affidabilità (ISA): nel 2018 i versamenti invece sono stati effettuati nel mese di agosto. Per poter effettuare una valutazione significativa del complessivo andamento delle entrate tributarie si attende il gettito dei mesi di settembre e di ottobre.

L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive, quindi integra il dato già diffuso con la nota del 7 ottobre scorso.
Sul sito del Dipartimento Finanze è altresì disponibile il report delle entrate tributarie internazionali del mese di agosto 2019, che fornisce l’analisi dell’andamento tendenziale del gettito tributario per i principali Paesi europei, sulla base delle informazioni diffuse con i “bollettini mensili” di Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna.

L’approfondimento tematico è dedicato all’analisi della tassazione delle rendite finanziarie in Irlanda.
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domenica 20 ottobre 2019

Lo ha specificato il Presidente di ANACI Francesco Burrelli in occasione del convegno su etica e deontologia organizzato a Bergamo durante il quale si è discusso del rapporto tra amministratori condominiali e cittadini in tema di etica professionale

"Per noi fondamentale è la certificazione delle competenze, riconosciute dal Ministero anche in modo telematico su tutto il territorio nazionale, con verifiche e sanzioni, per tutelare i cittadini. Una pratica chiesta anche dalla stessa Unione Europea. Questa per noi è la priorità, mentre l'albo professionale, cui siamo favorevoli, ha un altro percorso, che passa per la laurea triennale o magistrale ed esame di stato, e che, per ora, è molto lontano rispetto alla legislazione vigente”. Lo dice il Presidente di ANACI, l'Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, Francesco Burrelli, in occasione del convegno "Etica - morale deontologia professionale" organizzato a Bergamo da ANACI provinciale Bergamo e ANACI nazionale. Un aspetto, quello citato dal presidente Burrelli - presente all'incontro con il Segretario nazionale dell'associazione, Andrea Finizio, e con l’avvocato Marina Figini, coordinatore CSN che ha moderato l’incontro - profondamente legato alla questione dell'etica professionale, essendo decisiva "la regolamentazione e il controllo delle competenze ed insieme della formazione. Occorre definire e verificare con esattezza i requisiti professionali e chi li possiede e chi no". Burrelli ha spiegato che per diventare dirigenti, a qualsiasi ordine e grado, in ANACI bisogna essere in possesso della  certificazione UNI (riconosciuta in Europa attraverso Accredia), una codificazione importante per la crescita dell'autorevolezza degli amministratori che "non può non passare per la certificazione di qualità e la stessa formazione continua, permanente, in assenza della quale è necessario prevedere specifiche sanzioni". Burrelli insomma ha sottolineato il valore della certificazione rilasciata da un “ente terzo”, poi ha ricordato che il momento di svolta per il riconoscimento professionale degli amministratori è giunto grazie alla legge 4 del 2013 con l’inquadramento del percorso intellettuale ed etico della categoria. In realtà, ha poi aggiunto, l'indicazione dei principi di condotta deontologica per ANACI parte da molto lontano: la creazione del Codice dell'associazione, infatti, risale al 1970 (postulata dalle associazioni da cui in seguito ANACI è nata) e  già indicava la complementarità tra aspetti tecnici di gestione e quelli comportamentali, verso i colleghi e gli stessi cittadini. Il convegno di Bergamo è stato utile, inoltre, a porre l'accento su alcuni aspetti molto dibattuti recentemente che coinvolgono i nuovi mezzi di comunicazione. "Ribadiamo che nel nostro codice deontologico è ben specificato come gli iscritti siano tenuti a seguire comportamenti improntati a correttezza e verità. Questo vuol dire che ci è assolutamente vietato l'utilizzo dei mezzi di divulgazione anomali ingannevoli e contrari alla dignità professionale come, ma sono solo due esempi, il volantinaggio e qualsiasi forma di spamming o slogan inqualificabili . Questo punto, proprio per questioni di correttezza, è per noi fondamentale, i nuovi mezzi di informazione sono molto importanti ma occorre che vengano usati con appropriatezza e giudizio. Noi con ANACI lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo", ha chiuso il Presidente dell' associazione.
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Commercialisti: “La manovra mette nel mirino il lavoro autonomo”

Miani: “Su flat tax per le partite IVA e sanzioni sugli F24 il Governo rifletta e corregga il tiro”

Commercialista, Contabilità, Consigliere, Consulente

“Prendiamo atto con soddisfazione di aver quanto meno evitato la riproposizione a distanza di 13 anni dell’inutile norma che obbliga una partita IVA individuale ad avere due conti correnti distinti, ma non possiamo non rimarcare come questa manovra si interessi del mondo del lavoro autonomo solo in termini di sottrazione di risorse a favore di altri comparti”. Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

“L’abolizione del regime di flat tax al 20% per le partite IVA individuali con fatturati tra 65.001 e 100.000 euro – prosegue Miani – nell’istante in cui non viene sostituita da altre misure a favore delle partite IVA più congeniali al nuovo Governo, denota una scelta di fondo che mette nel mirino non tanto i regimi di flat tax, quanto i lavoratori autonomi. Crediamo che su questo il Governo debba riflettere e correggere il tiro”.

Miani chiede al Governo di “correggere il tiro anche sulle norme che rendono sempre più complicato per tutti i contribuenti e i professionisti che li assistono, non solo per gli evasori, l’esercizio del sacrosanto diritto di compensare crediti e debiti fiscali, con tanto di moltiplicazione di sanzioni anche su modelli F24 da pochi euro”.
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GLI INGEGNERI ALLA CONFERENZA DELLE AUTORITA’ DI PROTEZIONE CIVILE

Il Consiglio Nazionale Ingegneri è stato invitato dal Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, alla Conferenza nazionale delle Autorità di protezione civile, in programma il prossimo 6 novembre alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Questo evento è legato alla istituzione, su direttiva del Presidente del Consiglio, della “Settimana Nazionale della protezione civile”, attualmente in corso, volta alla promozione e alla realizzazione delle necessarie azioni di informazione e comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica in tema di protezione civile. Un progetto culturale ambizioso che si avvale di sinergie con tutte le componenti e le strutture operative del Servizio nazionale della Protezione Civile assieme ai Centri di competenza e alla Comunità scientifica. Il Consiglio Nazionale Ingegneri considera la partecipazione alla Conferenza un’occasione molto utile per lo sviluppo di linee strategiche di azione comune e, come sempre, sarà ampiamente disponibile a mettere a disposizione l’esperienza e le competenze dei professionisti tecnici.
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SISMA, GLI AMMINISTRATORI CONDOMINIALI A DISPOSIZIONE DEI TERRITORI COLPITI


Lo ha specificato il Presidente di ANACI, l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, Francesco Burrelli in occasione del convengo organizzato a Macerata, nelle Marche, “La sicurezza sismica in Italia ed il percorso di conoscenza”. Per Burrelli occorrere anche riconoscere un equo compenso all’impegno della categoria nei territori colpiti dal terremoto


Accorciare i lunghi inverni. Per ANACI, l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, di ripristinare la normalità delle condizioni di vita nei condomini posti nelle aree del sisma 2016 è un obiettivo prioritario. Quindi, accorciare gli inverni significa proprio contribuire a migliorare la qualità della vita in questi territori sottoposti da tre anni a pressioni talvolta insostenibili. Ne è prova il ritorno dell’associazione a Macerata per la seconda volta dopo il 2017, con un convegno dal titolo più che esaustivo:  “La sicurezza sismica in Italia ed il percorso di conoscenza”, promosso da ANACI nazionale e ANACI Marche. “Con questo appuntamento vogliamo essere vicini alle popolazioni colpite dal sisma  - spiega il Presidente di ANACI Francesco Burrelli – Innanzitutto mantenere i riflettori accesi su questi luoghi vuol dire spingere le istituzioni a cercare di agire più proficuamente per migliorare la condizioni di queste aree, inoltre l’evento ci è utile a capire quale contributo tangibile possiamo portare qui nel prossimo futuro, verificare se e presso quali luoghi possano servire strumenti o servizi utili a favorire la ripresa del territorio. Noi vogliamo metterci a disposizione con iniziative concrete e specifiche che aiutino i cittadini a non sentirsi soli, soprattutto tra le mura domestiche”. Intanto, con le istituzioni nazionali è stata avviata una fase di confronto costante i cui punti, almeno una parte di essi, andrebbero meglio puntualizzati. “Abbiamo incontrato  con il presidente ANACI Marche Marino Giustino e il segretario nazionale Andrea Finizio il Commissario straordinario governativo alla Ricostruzione Farabollini - spiega ancora Burrelli – stiamo provando a definire priorità di intervento anche se occorre verificare e risolvere alcuni nodi critici, come il giusto compenso per gli stessi amministratori impegnati nelle aree del sisma. Su questo punto va fatta chiarezza poiché riteniamo importante che alla nostra categoria venga adeguatamente riconosciuto il lavoro svolto e quello che si fa tutt’ora in queste aree. La recente ordinanza del Commissario non va in questa direzione mentre crediamo che l’impegno dei nostri professionisti debba essere adeguatamente inquadrato, e remunerato economicamente”. Sul ruolo degli amministratori nelle aree sismiche fa molta chiarezza la Presidente provinciale di Anaci Macerata Lucia Pettinelli, che ha vissuto direttamente sia le fasi di emergenza sia la ricostruzione: “Siamo stati noi tra i primi ad assistere la popolazione, insieme alla Protezione Civile che ha prestato i soccorsi, noi abbiamo rappresentato un punto di riferimento molto significativo per i cittadini, anche accompagnando i tecnici alle verifiche degli edifici, guidandoli, per questo posiamo dire  di essere stati un sostegno morale in un momento di massima difficoltà. L’ordinanza 76 del Commissario ci ha preso in contropiede e ci rammarica. Con il provvedimento in questione gli scaglioni dei compensi si allargano e in alcuni casi quest’ultimi sono ridotti anche del 50%, almeno nei lavori di ampia portata strutturale. Intanto la ricostruzione ritarda un po’ dappertutto con zone purtroppo rimaste più indietro di altre come ad esempio Camerino”. Il convegno affronta numerosi temi legati alla sicurezza sismica, come gli aspetti giuridici con Giulio Benedetti, Sostituto Procuratore presso la Corte di Appello di Milano (Affari Penali), il ruolo dei tecnici ed in particolare degli ingegneri, con il vice presidente del Cni Giovanni Cardinale, il patrimonio edilizio italiano con Giuseppe Andrea Ferro, direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale Edile Geotecnica del Politecnico di Torino e l’emergenza sismica con Maurizio Grassi, esperto strutturista e membro della commissione UNI.  In chiusura Gian Vincenzo Tortorici Direttore Centro Studi Anaci e altri dirigenti  ANACI nazionale. Previsti per gli ingegneri partecipanti 3 crediti formativi professionali.

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#MATERA CAPITALE PER UN GIORNO ANCHE DEI CONDOMINI

ANACI organizza nella città al centro della cultura europea un evento capace di richiamare gli amministratori condominiali e Immobiliari da tutta Italia. L'appuntamento è dedicato al professor Michele Costantino figura tra le più illustri del diritto italiano


Capitale della cultura e per un giorno dei condomini italiani. Matera ospita, infatti, alla chiesa sconsacrata dell'ex ospedale San Rocco (a partire dalle ore 9), il prossimo 29 giugno, il convegno "Il condominio e l'amministratore tra norme dispositive e inderogabili",  promosso da ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari) ANACI Basilicata e ANACI provinciale di Matera, un'occasione per rilanciare anche nella città simbolo della cultura europea il tema della sicurezza degli edifici e del ruolo decisivo che le normative e la legislazione giocano nella gestione delle attività condominiali e più in generale della casa. Non a caso, spiega il Presidente  nazionale di ANACI, Francesco Burrelli, la giornata, che può contare anche sul  patrocinio dell'Ordine degli avvocati di Matera, è dedicata al professor Michele Costantino, illustre luminare della giurisprudenza italiana, "una figura di riferimento per le stesse istituzioni del Paese. Basti pensare, ma è solo un esempio, alle fondamenta gettate sul “cambio di destinazione d'uso”, poi divenuto realtà. Il nostro vuole essere un ricordo vivo e partecipato di questo vero intellettuale nel campo del diritto. Per nulla retorico". Il professor Costantino è stato inoltre "molto vicino ad ANACI aiutando a crescere l'associazione in termini di conoscenza e competenza giuridica" aggiunge il presidente  provinciale di ANACI Matera Francesco Dell'Acqua. L'incontro del 29 giugno vuole porre l'attenzione anche sul ruolo dell'amministratore in relazione alle cause penali in cui può essere coinvolto, aspetto particolarmente delicato e talvolta controverso. "Stiamo cercando di capire  -  dice sempre Burrelli - quale sia la posizione delle Procure italiane sulla figura dell’amministratore in caso di incidenti che avvengono nel condominio. 

La domanda a cui dobbiamo trovare una risposta è, infatti, sempre la stessa: è sempre l’amministratore il responsabile in merito alla sicurezza nel condominio inteso quale luogo di lavoro?" Mancanza di fondi per gli “atti conservativi” dà effettuare nel condominio, rispetto delle ordinanze comunali, e altri aspetti di interesse quotidiano per gli stessi cittadini saranno verranno vagliati durante l'evento. "Non potevamo non essere presenti a Matera - conclude Burrelli - per dare un segnale di coinvolgimento dei giovani in eventi che sempre di più  li vedrà protagonisti e per offrire un contributo importante alla crescita culturale del Paese che può avvenire anche attraverso le attività condominiali e Immobiliari considerando i numerosi aspetti della vita quotidiana che esso coinvolge, dalla sicurezza alla connettività, alle innovazioni tecnologiche, all'efficienza energetica alle Smart city. L'amministratore professionista correttamente inteso da  ANACI, non può più porsi di fronte al cittadino, alle istituzioni, alle categorie professionali secondo schemi superati ma deve rappresentare un vero e proprio general manager affidabile e autorevole nella risoluzione delle problematiche, siano esse tecniche, fiscali, legislative, impiantistiche. Una crescita, questa, che può avvenire solo attraverso la formazione continua, che rivolgiamo a tutti ma in particolare ai Giovani Amministratori  che si avvicinano alla nostra associazione,con entusiasmo e preparazione,oltre alla voglia di essere coinvolti in  progetti innovativi e di qualità che faranno crescere il nostro Paese”.
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OMI, pronte le quotazioni del 1°semestre 2019. Con l’applicazione possibile consultare i dati su smartphone e tablet

Un’indicazione dei prezzi al metro quadro per diverse tipologie di immobili, consultabili in base al semestre, alla Provincia, al Comune, alla zona e alla destinazione d’uso. È  quanto offrono le quotazioni OMI aggiornate al primo semestre 2019, disponibili da oggi sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate e tramite l’applicazione per smartphone OMI Mobile.
Come consultare le quotazioni - La ricerca sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nella sezione Osservatorio del Mercato Immobiliare > Banche dati > Quotazioni immobiliari, è libera e può essere effettuata anche tramite navigazione su mappa, utilizzando il servizio GEOPOI®, il framework cartografico realizzato da Sogei.  È possibile consultare non solo le quotazioni dell’ultimo semestre, ma anche quelle precedenti, a partire dal primo semestre 2006. Per gli utenti registrati ai servizi Fisconline ed Entratel, da ottobre 2016 è attiva, inoltre, la possibilità di scaricare gratuitamente le quotazioni immobiliari a partire dal primo semestre 2016.
Le quotazioni con OMI Mobile - E’ disponibile per il download gratuito sugli store digitali Apple e Google l’applicazione OMI Mobile che consente di consultare le quotazioni OMI su smartphone e tablet.
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lunedì 14 ottobre 2019

Rinascita urbana, un miliardo per migliorare la qualità dell'abitare

Il piano pluriennale del Governo annunciato dalla Ministra Paola De Micheli

Un piano per far rinascere i quartieri delle nostre città. Si chiama Rinascita urbana e lo ha annunciato la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli.
Riccone, Ricchezza, Rich, Ricco, MilionarioIl Governo stanzia un miliardo di euro per migliorare la qualità dell'abitare, attraverso diverse azioni, come la rigenerazione degli edifici, il sostegno alle famiglie in affitto, i cantieri nei piccoli comuni.
Nella scheda che segue i dettagli del piano.
RINASCITA URBANA - Il piano del Governo per la casa e non solo 
COSA È - È un programma pluriennale innovativo per la riqualificazione e l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica e sociale e per la rigenerazione urbana. Un programma per far rinascere interi quartieri nelle città medie e grandi. 
QUANTI SOLDI SONO STANZIATI - Il piano con tutte le misure vale un miliardo di euro. Prevede inoltre il cofinanziamento delle Regioni e la possibilità dell'apporto di risorse private, come quelle di Cassa depositi e prestiti e i fondi privati che si occupano dell’abitare. Il piano è cumulabile con le altre misure a favore della casa, come il sisma bonus e l’ecobonus. 
LE FINALITÀ DEL PROGRAMMA - riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale; - migliorare l’accessibilità e la sicurezza dei luoghi urbani; - utilizzare e rigenerare gli spazi già costruiti rendendoli utili. 
PER I CITTADINI - Più qualità dell’abitare e della vita per i cittadini, con alloggi migliori e più numerosi. 
- Sviluppo di dotazioni urbane e di “servizi connessi all’abitare” come il primo soccorso, il medio e piccolo commercio, gli spazi collettivi e relazionali - riconversione di immobili e spazi oggi inutilizzati pubblici e privati - manutenzione straordinaria - miglioramento sismico, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica con la trasformazione di edifici da tradizionali a intelligenti, fibra ottica e incremento della domotica - co-house, spazi di socializzazione all’interno dei condomini, residenze temporanee destinate a studenti. 

SOSTEGNO ALLA LOCAZIONE - Una parte consistente del piano finanzia il fondo di sostegno alla locazione, per agevolare l’accesso all’affitto per le famiglie in difficoltà. Le risorse arriveranno direttamente alle famiglie attraverso la definizione di graduatorie comunali aggiornate ogni tre mesi. 
PER I PICCOLI COMUNI - Verrà rifinanziato e migliorato l’accesso al “Fondo Piccoli Comuni” rendendo ancora più veloce la realizzazione degli interventi già cantierabili. Prevista la proroga per sisma bonus, ecobonus e cedolare secca. 
DOVE SI APPLICA - L’ambito d’intervento è definito dai comuni con situazioni di marginalità economica e sociale importanti, degrado edilizio e carenza di servizi, oltre a spazi consistenti e inutilizzati da riqualificare. 
COME SI ACCEDE AI FONDI - Attraverso un bando pubblico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la valutazione dei progetti da parte di una commissione composta da esperti dalla elevata professionalità. Il finanziamento massimo che può essere richiesto al Ministero è di 20 milioni di euro per ciascun progetto.
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Reddito di cittadinanza: Inviati sms per integrare le domande presentate a marzo 2019

Venerdì 4 ottobre sono stati inviati 519.586 sms per avvisare i percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza (Rdc/Pdc) che hanno presentato la domanda nel mese di marzo della possibilità di integrare la domanda collegandosi al link https://serviziweb2.inps.it/RedditoCittadinanza/autocertificazione.

Business, Uomo D'Affari, Guadagni, Finanza, RedditoNella sola giornata di venerdì sono pervenute 114.352 integrazioni. Si rammenta che le prime domande di reddito o pensione di cittadinanza sono state presentate, a partire dal 6 marzo 2019, utilizzando un modello che è stato successivamente cambiato, il 2 aprile 2019, a seguito delle modifiche apportate dalla Legge di conversione (L. 26 del 2019) del Decreto Legge istitutivo (D. L. 4 del 2019). La Legge di conversione ha pertanto previsto un regime transitorio di salvaguardia delle richieste presentate prima della sua entrata in vigore, stabilendo che il beneficio potesse essere erogato per un periodo non superiore a sei mesi anche in assenza della nuova documentazione richiesta.

Le domande presentate a marzo 2019 e accolte sono state conseguentemente poste in pagamento fino a settembre 2019. Da ottobre 2019 occorre però allineare il contenuto delle dichiarazioni rese da chi ha presentato la domanda nel mese di marzo a quello previsto dalla Legge di conversione. Gli interessati sono stati avvertiti di questa possibilità tramite i recapiti sms o e-mail da loro indicati nella domanda (v. messaggio Inps n.3568 del 2/10/2019).

I nuclei familiari interessati potranno integrare le dichiarazioni di responsabilità presentate in domanda (e prendere atto delle informative aggiornate) collegandosi al link sopra riportato, per il quale non è richiesto il PIN e che è anche indicato nel messaggio loro inviato. Il collegamento alla pagina rimarrà sempre attivo. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre, però, sarà possibile l’elaborazione nei tempi utili per la liquidazione della rata di Rdc/Pdc spettante per la mensilità di ottobre. Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione.

Si coglie l’occasione per chiarire che, diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, le domande di Rdc/Pdc accolte al 30 settembre sono 976.852 e che gli sms vengono inviati dall’Inps non per sollecitare nuove domande, ma con le modalità sopra indicate per consentire a chi aveva già presentato domanda a marzo di integrarla ai sensi della nuova normativa e, permanendo il diritto, non subire la sospensione dell’erogazione della prestazione.
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Reddito e Pensione di cittadinanza: Quasi la metà delle autocertificazioni già pervenute all’Inps

Alle 8 di questa mattina, 8 ottobre, erano 264.637 le autocertificazioni integrative delle domande di Reddito o Pensione di Cittadinanza ricevuta dall’Inps in risposta agli sms inviati a quanti avevano presentato la domanda prima del 2 aprile 2019. Si tratta del 48,87 per cento del totale, che ha già dato riscontro nei primi 2 giorni lavorativi da quando è stato messo a disposizione sul sito istituzionale il link al quale collegarsi per integrare la domanda. 

Si ricorda che la necessità dell’integrazione delle domande nasce dalla circostanza che le prime richieste sono state effettuate, a partire dal 6 marzo 2019, utilizzando il modello che era stato elaborato in base a quanto prescritto dal Decreto Legge istitutivo del beneficio (D. L. 4 del 2019). Successivamente, la Legge di conversione (L. 26 del 2019) ha apportato modifiche al Decreto Legge istitutivo, chiedendo agli interessati di produrre ulteriore documentazione. Questo ha reso necessario cambiare il modello di domanda. Dal 2 aprile 2019 le domande sono state presentate secondo la nuova modulistica. La stessa Legge ha previsto che chi aveva legittimamente presentato la domanda prima del 2 aprile continuasse comunque a percepire il beneficio fino a settembre. Da ottobre 2019 occorre però allineare il contenuto delle dichiarazioni rese da chi ha presentato la domanda nel mese di marzo a quello previsto dalla Legge di conversione. 

Gli interessati sono stati avvertiti di questa possibilità tramite sms o e-mail ai recapiti da loro indicati. Messaggi che sono stati quindi inviati non per sollecitare nuove domande, ma per consentire a chi aveva già presentato domanda a marzo di integrarla in maniera molto semplice utilizzando il collegamento telematico e, permanendo il diritto, non subire la sospensione dell’erogazione della prestazione. Il collegamento alla pagina rimarrà sempre attivo. Solo per le domande aggiornate fino al 21 ottobre, però, sarà possibile l’elaborazione nei tempi utili per la liquidazione della rata di Rdc/Pdc spettante per la mensilità di ottobre. Per chi effettuerà l’aggiornamento dopo il 21 ottobre, la prestazione resterà sospesa sino all’acquisizione della dichiarazione. 
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A Vicenza “ING 4 FUTURE green”

Lo scorso 4 ottobre si è tenuto a Vicenza l’evento “ING for FUTURE green”, organizzato dall’Ordine Ingegneri della Provincia di Vicenza, col patrocinio del Consiglio Nazionale Ingegneri. 

L’incontro è partito dall’universo professionale degli ingegneri per poi allargarsi ad altre voci dal mondo della scienza, dello sport e dell’arte, portando esempi concreti di impegni e ricerche, finalizzate a garantire un futuro più “verde”. L’impegno a prendersi cura dell’ambiente è diventato un imperativo non più differibile. Molto si sta facendo dietro le quinte e “ING FOR FUTURE green” ha dato un contributo per portare alla luce una parte di questa attività, quella riguarda gli ingegneri, dando però anche spazio anche ad altri ambiti perché la collaborazione è fondamentale. In rappresentanza del Consiglio Nazionale Ingegneri sono intervenuti il Consigliere Luca Scappini e Gianni Massa (Vice Presidente Vicario) che si è soffermato sul rapporto tra l’ingegneria e la creatività. “Nel nostro tempo contemporaneo – ha detto Massa - in cui la tecnologia diviene strumento che amplifica l’azione dell’uomo sull’ambiente, il ruolo dell’ingegneria è divenuto fondamentale. Da tempo il CNI sta lavorando, insieme alla Rete Professioni Tecniche, alla valorizzazione del rapporto tra ingegneria e ambiente. La costruzione di una carta ecoetica delle professioni va in questa direzione”. 

“Abbiamo voluto questo evento – spiega Paolo Lucente, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Vicenza - per raccontare come la professione sta agendo per garantire un futuro più ‘verde’, cercando i primi interlocutori nei giovani e allargandosi a tutta la cittadinanza, sempre più consapevole e sensibile al tema, di quotidiana attualità”.


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MERCATO DEI SERVIZI DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA: SI AVVERTONO I PRIMI EFFETTI DEL RITORNO ALL’APPALTO INTEGRATO

E’ quanto emerge dal consueto rapporto bimestrale del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri.

 Il mercato dei servizi di ingegneria e architettura comincia ad avvertire i primi effetti dell’entrata in vigore del Decreto “Sblocca cantieri”. Infatti, a fronte di una ulteriore crescita degli importi a base d’asta complessivi per le gare di questa tipologia di servizi, si registra un leggero rallentamento del tasso di crescita per i bandi per i servizi “tipici”, ossia quelli che non comprendono gli accordi quadro, i concorsi di idee e di progettazione e i bandi con esecuzione dei lavori. Nonostante la frenata, il bimestre si chiude comunque con un +71% rispetto al medesimo bimestre del 2018 (ma alla fine di giugno si era a +109%) con un importo cumulato che arriva a sfiorare i 558 milioni di euro contro i 326 dei primi 8 mesi del 2018. E’ quanto emerge dalla consueta analisi sul mercato dei Sia effettuato dal Centro Studi CNI e relativo al bimestre luglio-agosto. Le diverse misure contenute nel citato decreto (D.L. 32 del 18 aprile 2019, convertito con L. n.55 del 14 giugno 2019), tra cui la reintroduzione dell’appalto integrato fino al 31.12.2020, sembrano aver inciso in misura rilevante sul rapporto tra le diverse tipologie di gara. Rispetto al bimestre precedente, infatti, risulta più che triplicata la percentuale degli importi destinati ai servizi di ingegneria proveniente dalle gare con esecuzione, dato che passano dall’8,2% di fine giugno al 26% circa della somma complessiva posta a base d’asta, a discapito delle gare senza esecuzione che vedono scendere il proprio contributo dall’87,9% al 64,4%. “Abbiamo sempre avuto una posizione nettamente contraria alla reintroduzione dell’appalto integrato – dichiara Armando Zambrano, Presidente CNI – soprattutto perché ha messo in seria crisi uno dei principi cardine del Codice Appalti, cioè la distinzione tra progettazione ed esecuzione e la relativa affermazione della centralità del progetto. I dati del nostro rapporto dimostrano come le temute conseguenze stiano cominciando a manifestarsi”. 

“L’andamento positivo del mercato complessivo dei nostri servizi professionali – afferma Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI – con un incremento del 71% rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno è senza dubbio un dato positivo. Tuttavia, il rapporto del nostro Centro Studi registra una diversa distribuzione della ripartizione degli importi fra le tipologie di gare pubblicate e aggiudicate che non va nella direzione da noi auspicata”. “La reintroduzione ‘parziale’ dell’appalto integrato – osserva Michele Lapenna, Consigliere CNI delegato sulla materia - ha visto triplicare la percentuale della quota di mercato relativa allo stesso a scapito di quella che si riferisce alle gare senza esecuzione che registrano una significativa riduzione. Per effetto della modifica apportata dalla Legge 55 all’articolo 59 subiscono un decremento anche le quote di mercato appannaggio degli operatori di piccole e medie dimensioni. 

“Dalla nostra attività di monitoraggio dei bandi abbiamo rilevato, inoltre, una non corretta applicazione della norma da parte delle stazioni appaltanti che, di fatto, disattendendo la stessa, applicano in modo generalizzato le procedure di aggiudicazione di progettazione ed esecuzione, senza le limitazioni poste dai commi 1 bis e 1 ter dell’articolo 59 che prevedono il ricorso all’appalto integrato ‘nei casi in cui l’elemento tecnologico o innovativo delle opere oggetto dell’appalto sia nettamente prevalente rispetto all’importo complessivo delle opere’. Siamo in presenza, quindi, di una situazione che potrebbe portarci ad un pericoloso ritorno al passato con tutti gli effetti negativi prodotti da un utilizzo generalizzato dell’appalto integrato che rischia di mettere in crisi uno dei pilastri del nuovo quadro normativo fondato sulla centralità del progetto nella realizzazione delle opere”. Anche gli importi complessivi delle gare senza esecuzione risultano in calo: 106,5 milioni di euro, laddove nel 2018 erano 111,2 milioni, il 4,2% in meno. 

Segno che in un buon numero di gare si è preferito ricorrere all’appalto integrato con l’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione anziché bandire due o più gare distinte. Il rapporto del Centro Studi CNI attesta, inoltre, che rispetto al bimestre precedente torna ad aumentare la quota di piccoli bandi con importo a base d’asta inferiore ai 40mila euro (39,4% contro il 32% di maggio-giugno), mentre si è ridotta la quota di bandi con importo superiore ai 221 mila euro che scende sotto il 17%, quando nei bimestri precedenti si aggirava intorno al 20%. E’ verosimile che la possibilità di ricorrere all’appalto integrato abbia indotto le stazioni appaltanti a fare uso di questa forma di gara per gli appalti più grandi, con ritorni positivi per i professionisti che vedono aumentare la quota di gare con importi minori e di conseguenza le possibilità di aggiudicazione delle stesse, essendo queste il loro principale target di riferimento. Va evidenziato, infine, che per i professionisti si assiste ad un sensibile calo di aggiudicazioni sia in termini di gare aggiudicate (38,3% del totale) sia di importi (appena il 10,5%).
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Phishing anche via Pec: attenzione alle false mail sulla fatturazione elettronica

L’Agenzia delle Entrate informa che in questi giorni stanno circolando delle mail di phishing via Pec, relative alla fatturazione elettronica, con lo scopo di truffare i cittadini. Nel mirino ci sono soprattutto le caselle Pec di strutture pubbliche, private e di soggetti iscritti a ordini professionali.
Si tratta di mail che hanno come oggetto la dicitura “Invio File <XXXXXXXXXX>” e che hanno come obiettivo la raccolta di informazioni da utilizzare verosimilmente per frodare il destinatario. Il testo del messaggio appare plausibile in quanto è ripreso da una precedente e lecita comunicazione inviata dal Sistema di Interscambio (SdI).
A tal proposito, si ricorda che i messaggi Pec del sistema SdI hanno alcune specifiche caratteristiche:
- il mittente è solo del tipo sdiNN@pec.fatturapa.it dove NN è un progressivo numerico a due cifre;
- il messaggio deve contenere necessariamente due allegati composti in accordo alle specifiche tecniche sulla Fatturazione Elettronica (pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate).
L’Agenzia, nel dichiararsi estranea a tali fatti, invita i cittadini a fare particolare attenzione alle mail provenienti da utenze sconosciute o sospette che richiedono di modificare l’indirizzo di recapito per le successive comunicazione con il Sistema di Interscambio e a cestinarle immediatamente.
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venerdì 4 ottobre 2019

Pace fiscale, in una circolare l’elenco delle violazioni formali definibili. Per i contribuenti in buona fede c’è più tempo per rimediare agli errori

k alla definizione agevolata delle violazioni formali anche se non sono state corrette tutte le irregolarità. Più tempo rispetto al termine del 2 marzo 2020 per chi riceve un invito da parte dell’ufficio, che potrà usufruire, in presenza di un giustificato motivo (per esempio se non è riuscito a individuare tutte le violazioni formali commesse) di ulteriori 30 giorni dalla ricezione, ad esempio, di una lettera di compliance per mettersi in regola. Ciò, naturalmente, a patto che abbia provveduto, entro il termine del 31 maggio 2019, al versamento della prima o unica rata. Sono i chiarimenti sulla definizione agevolata delle irregolarità formali (art. 9 Dl n. 119/2018) contenuti nella circolare n 11/E di oggi, che segue il provvedimento del 15 marzo 2019 e la risoluzione n. 37/E del 21 marzo 2019 (con cui è stato istituito il codice tributo da utilizzare per il versamento). In particolare il documento di prassi si sofferma sull’ambito oggettivo di applicazione della misura, elencando le infrazioni, inosservanze e omissioni di natura formale ammesse alla definizione e quelle che - così come le violazioni sostanziali - restano fuori dalla definizione agevolata.

Quali sono le violazioni definibili - La regolarizzazione riguarda le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale, commesse, entro il 24 ottobre 2018, in materia di imposta sul valore aggiunto, di imposta sulle attività produttive, imposte dirette e relative addizionali, imposte sostitutive, ritenute alle fonte e crediti d’imposta, che non hanno inciso sulla determinazione della base imponibile, dell'imposta e sul versamento del tributo, ma che possono comunque arrecare pregiudizio all'esercizio dell’attività di controllo. Tra le violazioni definibili rientrano l’omessa o irregolare presentazione delle comunicazioni dei dati delle fatture emesse e ricevute, la mancata o incompleta restituzione dei questionari inviati dall’Agenzia, la tardiva trasmissione delle dichiarazioni da parte degli intermediari, l’omessa comunicazione della risoluzione del contratto di locazione soggetto a cedolare secca.


Quando è esclusa la regolarizzazione - Sono escluse dalla definizione agevolata le violazioni sostanziali, ossia quelle che hanno inciso sulla determinazione dell’imponibile, dell’imposta o sul pagamento del tributo. Non rientrano nell’ambito di applicazione della definizione: l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, in quanto l’omissione rileva ai fini della determinazione della base imponibile anche in assenza di imposta dovuta, l’omessa presentazione del modello F24 con saldo pari a zero, l’indicazione di componenti negativi indeducibili come nell’ipotesi di fatture ricevute a fronte di operazioni oggettivamente inesistenti, la mancata emissione di fatture, ricevute e scontrini fiscali, quando hanno inciso sulla corretta liquidazione del tributo, l’omessa o irregolare presentazione delle liquidazioni periodiche Iva quando la violazione ha avuto riflessi sul debito d’imposta.
Euro, Sembrare, Denaro, Finanza, Salvadanaio, SalvareLa rimozione delle irregolarità - Ai fini del perfezionamento della definizione, oltre al versamento delle somme dovute, è necessario provvedere, entro il 2 marzo 2020, alla rimozione delle infrazioni compiute. Qualora il contribuente non abbia rimosso in buona fede tutte le irregolarità commesse, ha la possibilità di provvedervi entro trenta giorni dalla ricezione di invito da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ad esempio, se il contribuente riceve una lettera di compliance il 5 luglio 2019 con la segnalazione di una violazione formale relativa al periodo d’imposta 2017, l’irregolarità può essere rimossa al più tardi entro il 2 marzo 2020, purché entro il 31 maggio 2019 sia già stato effettuato il versamento della prima o unica rata per lo stesso periodo d’imposta. Se invece la lettera viene ricevuta il 28 febbraio 2020, il contribuente ha a disposizione 30 giorni per rimuovere la violazione purché il versamento per il 2017 sia stato effettuato in tutto o in parte entro il 31 maggio 2019. L’omessa rimozione di tutte le violazioni non pregiudica il perfezionarsi della definizione per le altre violazioni correttamente regolarizzate all’interno dello stesso periodo d’imposta. In alcuni casi non è necessario procedere alla rimozione, come per le violazioni del principio di competenza, se non incidono sull’imposta dovuta o per l’omessa presentazione delle liquidazioni periodiche Iva purché i dati siano confluiti nella dichiarazione Iva annuale.
Modi e tempi per la definizione agevolata delle violazioni formali – La regolarizzazione si perfeziona mediante la rimozione delle irregolarità od omissioni e il versamento di 200 euro per ciascuno dei periodi d’imposta cui si riferiscono le violazioni formali indicati nel modello F24. Il contribuente può scegliere quali e quanti periodi d’imposta regolarizzare. Il versamento può essere effettuato in due rate di pari importo, la prima entro il 31 maggio 2019 e la seconda entro il 2 marzo 2020. É consentito anche il versamento in un'unica soluzione entro il 31 maggio 2019.
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